domenica 3 agosto 2008

 

IN BICI, LA DOMENICA MATTINA





Io non so neanche se ci sono mai stata in giro in bici la domenica mattina. Forse quando ero piccola, col nonno, che mi portava sul seggiolino davanti a prendere il bombolone (sono stata sempre una bambina che non si faceva mancare niente...!)


Io è la prima volta che la domenica mattina ho voglia di fare qualcosa che non sia cazzeggiare. E allora sono andata a fare il mio giretto, che adesso da 5 è passato a 10 km...e fino a quando posso faccio quello. Solo che io non ero abituata a pedalare con tanto caldo, che non sembra, ma alle 10 di mattina, adesso, già si fa fatica a respirare. E allora mi son dovuta fermare un po' di volte a riprendere fiato, a bere, e a cercare di concentrarmi per non svenire, che già avevo iniziato ad avvertire uno strano tremore da calo di zuccheri...e mi è venuta anche un po' una crisi di panico perchè a me non piace svenire in mezzo alla strada...e neanche in generale nella vita, se è per questo.


In bici, la domenica mattina, ti accorgi che c'è un gran silenzio lungo queste strade di campagna romagnola che a tratti assomigliano a quella toscana, ti lasci trascinare lungo i campi di grano tagliati che riflettono la luce del sole. E un po' ti verrebbe voglia di sdraiarti li, ma è meglio di no, visto che chi si ferma muore...davvero, io quando mi fermo sento come la sensazione di morire subito. E allora pedalo...e mi rendo conto che la domenica mattina c'è un sacco di gente che non ha proprio un cazzo da fare, incontro un sacco di ciclisti. E questi ciclisti guardano questa ciclista anomala, che ha una bici durissima e fa una fatica enorme a pedalare in salita, che ci mette dieci minuti a riempire la borraccia (che loro non lo sanno che chissà da quanto tempo è li l'acqua che c'era fino a prima...forse ha fatto le alghe!). Guardano questa ciclista anomala che non ha la tutina fica che hanno tutti i ciclisti, ma una canottiera dell'hard rock cafè di Copenhagen, i pantaloni della tuta tirati su sopra al ginocchio e una cuffietta verde in testa per non prendere un colpo di sole! Guardano questa ciclista qua, che non è come loro, ma le sorridono quando passa. Perchè io lo so che tra ciclisti c'è questo tacito accordo del saluto per dichiarare la comprensione della fatica reciproca. Un po' come noi amanti del maggiolone o delle auto d'epoca in genere. Ci salutiamo sempre, perchè la nostra passione, anche se non ci conosciamo, ci lega. Ma io questa mattina non ho voglia né di sorridere né di salutare nessuno. Anche se non è da me, perchè io saluto sempre tutti. E ogni volta che incontro un ciclista mi volto dall'altra parte e dico, tra me e me, “cazzo hai da guardare?”...e pedalo, continuo a pedalare anche se temo di non arrivare viva a casa. Ma ci arrivo. E adesso doccia e incenso. E adesso sto meglio. Non bene, ma meglio.

4 commenti:

  1. e io ovviam. mi sono persa. ma quel poco che non ho perso non posso dire che mi entusiasmi, ecco...

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  2. e allora MEGLIO così...e sempre MEGLIO , mi raccomando stellina

    ti abbraccio

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  3. monica, tu parli con tono enigmatico...non ho capito molto..io oggi non ho la testa per gli enigmi...pvt?! :) bacio



    angelita: si, meglio...tra l'altro un po' meglio in generale...ci si è chiariti. ma la situazione è un casino...stringiamo i denti e andiamo avanti..e continuiamo a pedalare. un abbraccio a te



    Leanne

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  4. fatto , il pvt ti aspetta :-)

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