sabato 2 agosto 2008



PEDALANDO


Oggi avevo un gran bisogno di pedalare. Io non è che ho tutta questa gran passione per la bicicletta, ma ogni tanto la faccio. Roba da 5km a volta, niente di più, tanto per fare, tanto per dire "bè, io non faccio sport, però vado in bici", che poi alla gente cosa gliene fregherà se io vado in bici o no e quanti chilometri faccio. Andare in bici, però, mi piace. Perchè mi metto le cuffie nelle orecchie e poi vado a ritmo di musica e delle volte corro forte e delle volte corro piano. Ma oggi ne sentivo proprio un gran bisogno...dovevo ripristinare la circolazione dopo 3 ore di sonno pomeridiano, di sogni confusi e di mal di stomaco. Oggi dovevo pedalare. E allora, dopo mangiato, ho preso su la mia bici e ho fatto il canonico giro di 5 km che faccio sempre. Arrivata alla fine del giro, ho deciso che non era sufficiente, che non avevo ancora sudato tutto il male di oggi...e ho continuato, ho fatto un po' di strade in salita, stringendo i denti, perchè non ci sono abituata, ho fatto un po' di strada in discesa lasciando che si asciugassero le lacrime col vento delle 8.45 di sera. Si stava facendo buio e la mia bici non ha il fanale, ma ho continuato per stradine di campagna che non sembra neanche siano a due passi dalla strada principale, ho sentito le zanzare che mi venivano addosso ma non mi pungevano, ho fatto qualche metro a piedi perchè mi mancava il respiro e avevo il diaframma contratto a tal punto che quasi mi veniva da vomitare. Ma ho continuato, cercando di non fermarmi mai, se non una volta, a guardare il tramonto, 10 secondi, giusto per dire "ho guardato il tramonto". Ho fatto il doppio dei chilometri, forse qualcosa di più, forse qualcosa in meno. E ancora non era sufficiente, ma sono arrivata alla fine del giro che era ormai l'ora blu e non potevo continuare. Ma volevo scappare, volevo pedalare via, lontano dai pensieri, che comunque mi inseguivano veloci e non mi lasciavano stare. Così me li sono portati a casa, hanno salito le scale di corsa con me, con Vasco nelle orecchie che cantava "E va bene così...senza parole" e io mi sono messa a cantarla con la voce un po' incerta fregandomene di chi mi poteva sentire. E i pensieri sono ancora qui, mentre scrivo, aspettando che si riempia la vasca per fare un bel bagno, uno di quei bagni con l'incenso acceso per rilassarmi, e mangio un budino al cioccolato tanto per dirne una, e spero che con l'acqua sbiadiscano anche loro, che col sudore si lavino via anche questi pensieri. Ne dubito, ma ci provo.

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