Mi sono chiesta spesso, quando passavo davanti alla casa di qualcuno che era morto da poco, che clima regnasse in quella casa. Magari sapevo che quel giorno c'era stato il funerale e pensavo che tutto si muovesse lento, al buio, in silenzio in quella casa. Che le perisane sarebbero state chiuse per un po' di tempo, che chi era rimasto non si sarebbe alzato dal letto, per un po' di tempo. Mi sono chiesta spesso "e adesso? come vivono adesso che quella persona non c'è più? Non mangeranno, non dormiranno, piangeranno soltanto. così, per giorni e giorni". Cosa rimane quando qualcuno se ne va? Me lo sono chiesto spesso, e me lo chiedo anche adesso. Adesso che sono qui, dopo aver visto mio nonno sedersi sulla sedia accanto alla bara di mia nonna, ancora aperta. Lei, il vestito buono, un foluard rosa al collo, tra le mani un rosario rosso che profumava di rosa, che le avevo regalato io quando sono andata a Roma. Lei, un accenno di rossetto sulle labbra, le unghie viola, la carne fredda. Lui, accovacciato accanto, che le accarezza la fronte. Ricurvo, piegato dal doloro e col viso rigato di lacrime. E in quel momento mi sono sentita morire. Ho pensato che dopo 60 anni che ti alzi con una persona, che vivi la tua giornata al fianco di quella persona, ogni giorno, che vai a dormire quando va a dormire lei, che fai colazione con lei, che pranzi e ceni con lei, ogni giorno, per 60 anni, deve per forza venirti a mancare un pezzo di cuore. Se penso a quante volte li ho sentiti discutere, se penso a tutto quello che diceva mia nonna a mio nonno...non gliene faceva passare una liscia, mai!...se penso a quanti rospi ha ingoiato lui...mi viene da sorridere. Sorrido mentre piango perchè credo di non aver mai visto una scena tenera come quella che mi si è presentata davanti oggi. Lui...lei...insieme per l'ultima volta. L'ultimo giorno di quei tanti giorni passati insieme, l'ultimo giorno di quei 60 anni vissuti insieme. Quando lei è morta, c'era proprio lui accanto a lei. Non erano mai rimasti soli da quando la malattia l'aveva peggiorata e lei non riusciva più a parlare. E' bastato che mia mamma se ne fosse andata via per mezzora lasciando solo mio nonno con lei, e in quella mezzora lei ha deciso che era ora di morire. Ha spalancato gli occhi, lo ha guardato, e poi li ha richiusi. E poi ha smesso di respirare. Mi piace pensare che abbia deciso di morire accanto alla persona che le è stata vicino per 60 anni. 60 anni. sono tanti 60 anni. Chi ti conosce meglio di quella persona li? E forse si è sentita sicura, e forse sapeva che lui l'amava ancora e forse anche lei lo amava ancora. Dopo 60 anni forse ci si ama ancora o forse ci si vuole solo bene. Forse ci si stima. Ma che importa? ogni giorno, per 60 anni, si sono svegliati e si sono parlati. Non avevano segreti, non potevano averne...dopo così tanto tempo forse si diventa davvero una persona sola. Così, oggi, con mia nonna se n'è andato anche un pezzo di mio nonno. Ma cosa rimane di quel pezzo che è rimasto di lui? Temevo disperazione, temevo sconforto. E invece, la sua casa non era una casa con le persiane chiuse e le luci spente. Ci siamo radunati da lui, abbiamo mangiato la pizza, abbiamo mangiato a quel tavolo dove adesso c'è una sedia in meno da aggiungere. Eppure lei era li. Ci guardava sorridendo dalla foto con lo sfondo azzurro. Ma quando ho abbandonato la scena per andare in terrazzo e tra le voci non ho trovato la sua voce, ho sentito un vuoto rimbalzarmi dentro. "dov'è?" mi chiedevo "dov'è? che la sua voce non la sento"...non c'è. Non c'è la sua voce. Non c'è lei. non è lì con le sue battute, le sue smorfie, le sue frecciatine su di me. Non c'è. Lei è rimasta là, in una bara dentro a ad un loculo, in mezzo a tante altre bare dentro ad altrettanti loculi. Mentre noi siamo tutti insieme, seduti a tavola, che parliamo di quando mio nonno l'ha conosciuta e della prima cucina che hanno comprato, lei è rimasta da sola. In un cimitero buio. E per quanto il corpo sia morto, io ho come la sensazione che lei senta la mancanza della nostra presenza. Forse si risentirebbe anche se sapesse che ci siamo riuniti tutti insieme a quel tavolo senza di lei, mentre lei è sola. cosa rimane? se qualcosa rimane? Rimangono le lacrime di mia madre, il fiore che le ha tirato nel loculo prima che cominciassero a chiudere. Rimangono le nuvole che avevano coperto il cielo e l'aria fresca che io avevo implorato tanto già dal mattino per avere il cielo coperto e l'aria fresca perchè temevo troppo il caldo in un giorno già duro di per sè. Rimane l'odore acre dell'incenso, le gocce di acqua benedetta sulla bara, rimangono mazzi di fiori appoggiati a terra "Ciao nonna", c'era scritto nel nostro. Rimane un biglietto dentro a quella bara, un biglietto che ho scritto piangendo, un biglietto per dirle che già mi manca...e la frase finale "Fà la bravina, nonna". Fà la bravina nonna, davvero. Non fare dannare nessuno, in qualunque posto tu sia finita adesso. Ti immagino già che ti lamenti della stanza, del cibo, che come minimo hai già preso di mira qualcuno per le tue battute e per le tue linguacce. Fà la bravina, nonna. Comportati bene, non farti riconoscere come tuo solito. Fà la bravina, e ogni tanto vienimi a trovare.