martedì 30 dicembre 2008

AVEVO UN SOLO PROGETTO...NON PROGETTARE MAI PIU' (cantava Silvestri)

Se c'è una cosa che ho imparato crescendo, è quella di non aspettarsi mai niente dalla vita, di non programmare mai niente. A volte capitano cose che non ci immaginiamo, a volte succedono imprevisti che ci spiazzano e che sconvolgono tutto quello che avevamo messo in programma. Allora io ho capito, già dall'anno scorso, che non devo più stilare punti delle cose da fare per l'anno a venire. Tipo “Smettere di fumare” (oh, quello non manca mai...eppure è sempre il punto che lascio per ultimo) oppure “Mettermi d'impegno e fare sport e seguire una dieta equilibrata” (ci provo ogni anno..duro una settimana!) “Essere una persona migliore”. Ecco, basta con le liste dei buoni propositi. Non ne faccio più. Perchè è inutile darmi dei punti da seguire quando poi non ne ho voglia. Così ho deciso che vedrò sul momento. Però, una cosa che mi piace fare, invece, è il bilancio di fine anno. Tirare le somme dell'anno trascorso. Un po' malinconico, forse, ma sempre utile a mio avviso. E allora, bè, do una letta veloce alla mia agenda 2008 e ai post che ho scritto negli ultimi 12 mesi. Faccio un respiro profondo e incomincio.





Diciamo che il 2008 non era iniziato proprio alla grande. Credo di aver passato i primi tre mesi in uno stato fisico-emotivo decisamente pessimo. Mia nonna stava male. Ho deciso di chiudere una storia. Ho dovuto farmi forza e rimettermi in piedi. In tutto questo, però, un risvolto positivo c'è stato. Ho scoperto cosa sono e questa parte di me che fino a prima non conoscevo mi ha dato una mano a risalire. Per un certo periodo la mia vita è scorsa tra alti e bassi. Tra momenti di euforia e momenti di depressione. Ho conosciuto persone nuove che sono entrate e uscite dalla mia vita abbastanza in fretta ma che comunque mi hanno lasciato qualcosa. Tutto tranquillo, insomma. Niente aspettative, niente problemi lavorativi, niente intoppi. Solo un senso di vuoto di tanto in tanto. Solo un po' di sconforto. E poi, ad un certo punto, il 2008, ha voluto farmi un regalo. Un regalo che io non so quanto gli sia costato...però è stato un regalo non cercato ma graditissimo. Così, a maggio, è arrivato lui. In punta di piedi. Talmente in punta di piedi che non me ne sono neanche accorta e ho dovuto aspettare giugno per capirlo. Poi è arrivato luglio e io sono stata un po' bene e un po' male, un po' confusa e un po' felice, un po' in bilico e un po' salda. Un po' presente e un po' no. Ma da agosto in poi tutto è stato in discesa, con qualche pezzetto di strada non lastricato, ma sicuramente praticabile con un po' di impegno. E i giorni sono volati, le notti sono passate, scivolando veloci come una biglia lanciata sull'asfalto. Ed eccomi qui, come ogni anno, a dire se questo che è passato è stato un anno positivo o negativo. A dire cosa ho imparato. Ho imparato tanto. Ho imparato che “la mia vera casa” dista ad un'ora di macchina dalla casa in mattoni in cui vivo. Ho imparato a toccare con mano la terra senza aver paura di quello che vi si può trovare sotto. Ho guardato film che mi hanno arricchita, ho letto libri che mi hanno indicato la strada e libri che mi hanno fatto ridere e libri che mi hanno fatto piangere. Ho conosciuto persone straordinarie, ho aggiunto un anno alla mia vita. Ho cambiato il mio modo di vedere alcune cose. Ho preso atto della mia instabilità e me la tengo ben stretta. Ho imparato ad aiutarmi quando non stavo bene e quando non ero in forma. Ho superato prove, anche se a fatica. Ho baciato. Ho pianto. Ho riso. Ho litigato. Ho mangiato. Ho bevuto. Ho dormito. Ho passato notti insonni. Ho vissuto. Meglio di così? Si può chiedere altro?


Felice anno nuovo a tutti!!

TU CHE SEI PARTE DI ME

Questa mattina, mentre andavo al lavoro, mi sono imbattuta in una canzone che non avevo mai sentito. E' il nuovo singolo di Pacifico. E siccome a me Pacifico è sempre piaciuto parecchio, mi ha fatto un gran piacere risentirlo, perchè pensavo fosse sparito. E invece canta ancora. Così, visto che intanto c'era il sole che sorgeva, e questa giornata, anche se è freddissima, mi sembra una giornata abbastanza positiva, mi è venuta voglia di postare questa canzone.


 



Tu che sei parte di me




Le tue braccia lunghe


spalancate all’aria

Solo nel vento sei sempre felice

Butta via i ricordi, getta ogni cornice,

lascia spazio alle cose a venire


Fuori

c’è una notte intera

Puoi perderti..


Tu che sei parte di me

e lasci fuochi

piccole tracce

per riportarmi a casa

Tu che sei parte di me

Ultima luce,

ultima insegna accesa


E ogni nuova paura

alza il fumo negli occhi

e le parole cominciano male..

Ti riuscissi a dire,

riuscissi a spiegare

E’ solo pelle che inizi a cambiare


Fuori

C’è una vita intera,

vuoi perderti?

Tu che sei parte di me

e sciogli i fili,

le resistenze,

le mie mani chiuse

Tu che sei parte di me

e porti sogni

e mi fai sorprese

Tu che sei parte di me


Soli per la notte intera,

soli per la vita intera


Tu che sei parte di me

e sciogli i fili,

le resistenze,

le mie mani chiuse

Tu che sei parte di me

e porti sogni,

e mi fai sorridere


Fuori

una notte intera

Fuori

una vita intera


lunedì 29 dicembre 2008


Rantola dentro


astratto, insistente


Rode le viscere,


incide gli organi.


Un topo affamato,


un cane arrabbiato.


Pungente


tenace.


Morde labbra


buca stomaci


smuove ogni singolo nervo.


Per cosa?  Per dove?


Uno scopo non ha


una fine non ha


un attimo di respiro, ti prego.


Solo un attimo per respirare.

domenica 28 dicembre 2008

UN PO' DI FOTO

Allora, visto che qua dalle mie parti ha nevicato (non so se dai post precedenti si fosse capito!) e visto che è un evento che credo tarderà a ripetersi, ho immortalato un po' questo candore...e allora, ecco, visto che ci sono, posto un paio di foto...si sta sciogliendo, comunque...almeno dovrei riuscire ad andare a lavorare domani senza tanti problemi.



 









 

Candida


copre le case di silenzio.


Tranquilla


nasconde i rumori


cambia forma alle cose.


Pacifica e lieve


morbida al tatto,


è tornata.


La neve.

sabato 27 dicembre 2008

NEVICA


Foto dal web


Nevica in controluce. Nevica sul tetto nero dello stabilimento di fronte. Sulla piazza pare piova solo, ma nell'alone di luce dei lampioni, chiari pallini bianchi stanno scendendo a raffica. Nevica, anche se non attacca. E mi viene in mente un anno di tanto tempo fa, quando aveva fatto tanta di quella neve che le scuole erano chiuse e facevi fatica ad uscire di casa. Ricordo che bardata bene, con la salopette, i doposci e la giaccavento, ero riuscita a convincere mia mamma a farmi andare fuori a giocare con Matteo. Così, correndo a fatica, mi sono spostata verso il cancello e sono sprofondata con mezza gamba, spaventandomi anche un po'. Quella sera, io e i miei, Matteo e i suoi, siamo andati a fare una passeggiata. E c'era un cielo di un blu intenso, limpido, gelato. E una luna grandissima, piena, che sembrava disegnata, finta,  che rifletteva il suo chiarore sul manto di neve che ricopriva le strade, gli alberi, i fossi. E non si sentivano rumori, solo i nostri passi che scricchiolavano e nuvolette di fumo che ci uscivano di bocca. Quella notte, per tornare a casa, non avevamo avuto bisogno di torce. Tutto era delineato, chiaro anche se addormentato sotto una coperta bianca e freddissima. Ma il bello era quello...sapere dove ci si trovava anche se non si vedeva.

mercoledì 24 dicembre 2008

LA NOTTE DEL 24

C'è un'atmosfera particolare la vigilia di Natale. Un'atmosfera di ricordi, di pace e di silenzio. Se c'è una cosa che amo è andare a cena dai miei, mangiare del pesce che sicuramente mi farà male e metterci, verso le 22, a spacchettare i regali. Regali che quest'anno io ho fatto davvero con con poco entusiasmo. Ma non è questo che mi interessa. Perchè quello che mi piace di più in questa notte è sentire mia mamma che ad un certo punto dice “Adesso che siamo qui, con tutte queste cose, in una casa, dopo aver mangiato, possiamo anche pensare a chi non ha niente”. E si commuove. Lo fa da quando la conosco. Ma non ha ancora capito che il suo pensiero non farà star meglio quelle persone lì! Quello che mi piace di più la notte di Natale è sistemare il tavolo da tutte le carte dei pacchetti. Vedere mia mamma che si trucca, mia sorella che si spruzza il profumo nuovo, mettersi il cappotto elegante e andare a messa. Mentre io me ne torno a casa e spengo tutte le luci. Quando facevo l'albero, mi piaceva rimanere sul divano con i bagliori intermittenti che illuminavano la stanza. Adesso mi copro bene, vado in terrazzo e fumo una sigaretta. E c'è odore di neve. C'è la piazza piena di macchine, la chiesa davanti casa mia gremita di gente. E mi immergo nel silenzio di questa notte. Il freddo che mi irrigidisce le mani, i pensieri che danzano lenti come le canzoni del coro che arrivano sommesse. E allora scatta la malinconia. Scatta il ricordo di quando, da piccola, andavo alla messa di Natale con mio babbo e mia mamma. La chiesa di campagna gelida, il presepe in un angolo, vicino alla porta d'entrata. Scatta il ricordo del sonno che mi intorpidiva mentre il prete faceva la predica e l'addormentarmi in macchina mentre tornavamo a casa. Ma una volta arrivati, mi promettevo sempre che quella notte sarei rimasta sveglia. Così, quando i miei andavano a dormire, io sgusciavo da sotto il piumone, mi mettevo la mia coperta di lana sulle spalle e spiavo dal buco della serratura aspettando Babbo Natale. E c'era quell'atmosfera calda di stufa carica per durare tutta la notte, una sensazione di battito cardiaco accelerato ad ogni rumore. L'emozione. Poi gli occhi non reggevano più e mi arrendevo alla stanchezza tornando a letto. Alle 7 mi svegliavo, piano piano, strisciando sui piedi per non fare rumore, aprivo la porta con il cuore a mille sbirciando dalla fessura. E se non ci fossero stati doni? E se sto benedetto omone vestito di rosso fosse stato ancora lì? La luce dell'alba scopriva le ombre. Il piatto coi biscotti e il bicchiere di vino, lasciati sotto l'albero la sera prima, erano vuoti. Un sacco di iuta, con un nastrino rosso a chiuderlo e la scritta “Buon Natale” appoggiato al muro. La mia corsa per andare ad aprirlo e i miei strilletti “Mamma, babbo, venite a vedere cosa c'è sotto l'albero!”. La mia ingenuità. La mia innocenza.

martedì 23 dicembre 2008

IERI HO VISTO...


Ieri ho visto una famiglia. Una famiglia vera. Un padre, una madre e due figlie. Due bimbe. Ieri sono entrata in una casa con l'albero di Natale acceso, il soggiorno ordinato. Aperta la porta ho sentito l'odore del cibo che avevano mangiato mischiato al profumo del detersivo della lavastoviglie. Ho visto un marito e una moglie farsi battute a vicenda e scherzare tra loro. Le bimbe in pigiama che si litigavano il computer e la più piccolina che si è stesa a pancia in sotto sul tappeto per disegnare meglio sulla sua lavagnetta nuova. Ieri ho visto una famiglia vera, ho sentito odore di serenità. Ieri mi è venuta un po' di malinconia...e quando sono uscita da quel nido mi è venuto da piangere.


Ed io che pensavo di essere diventata cinica...

lunedì 22 dicembre 2008

MORE THAN THIS

Un po' perchè è la scena, dopo quella finale, che preferisco di "Lost in traslation". Un po' perchè questa canzone mi piace da morire. Un po' perchè...basta...un po' perchè ho voglia di postarla. E niente...nel template l'originale. Qui l'interpretazione di Bill Murrey.



 


[youtube http://www.youtube.com/watch?v=5ZA5aRDjwmM&hl=en&fs=1]

domenica 21 dicembre 2008

UP

A volte basta poco per tornare su. Bastano due braccia ad accoglierti e un sorriso a rasserenarti. Ecco, da adesso sei al sicuro. Basta una telecamera a riprenderti dal fondo della sala, due occhi da fissare mentre canti. Bastano a farti star tranquilla. Basta un respiro leggero sul collo, una mano che stringe la tua. Basta una risata improvvisa, una corsa per tornare a casa a mettersi il pigiama. Basta una coperta, un divano, all'1.30 di notte, un dvd da guardare "Lost in traslation". Basta la sua voce che dice "Vale, dai, andiamo a dormire che se no poi dopo ti devo portare a letto e sei pesante". Basta una finta discussione sulla questione del mio peso, basta alzarsi in due e trascinarsi in camera. Basta fare l'amore nel mezzo della notte per poi addormentarsi fino alle 11 del mattino. Basta un risotto allo zafferano. Basta "Aprile" di Moretti da guardare mentre sgranocchiamo carote. Bastano. Tutte queste cose bastano a farmi star bene. Poi basta che lui se ne vada e io penso che stavo meglio quando era ancora qui.

venerdì 19 dicembre 2008

DEPRESSION



Brutto, bruttissimo periodo questo. Non so cosa mi stia capitando né, tanto meno, perché mi stia capitando. Sto male. Psicologicamente a pezzi. Depressa, si, sono depressa. Che se fosse per me starei tutto il giorno con la testa infilata sotto il piumone a dormire. Sono stanca, ho costantemente mal di stomaco, temo il virus intestinale, non ho voglia di mangiare ma anche se mangio poco non calo di un etto (che almeno dimagrissi, ci sarebbe il risvolto anche positivo a questo stato catatonico). Male, sto male. Domani sera ho il saggio di canto e non mi sento motivata, non mi sento in forma. Non ho paura della figura di merda che sicuramente andrei a fare, ma di una crisi di panico sul palco, come quella che mi è successa l’ultima volta a giugno. Ho pianto. Ieri sera, dopo le prove, erano le 9, sono andata a mangiare dai miei. Ma i miei non c’erano. Casa vuota, camino acceso, le luci dell’albero di Natale che illuminavano la sala. Così ho pianto. Ho pianto parlando col cane che mi guardava con occhi tristi e mi veniva a leccare le lacrime. E il nodo che avevo alla gola e non mi faceva respirare un po’ si è sciolto. Andando a letto, però, è tornato il mal di stomaco e così mi sarò addormentata alle 2. Questa mattina non so dove abbia trovato la forza di alzarmi. Mi ha rasserenato un po’ la luce che dava la luna alle cose, alle case, agli alberi, e un cielo blu chiaro che mi ha fatto sentire un po’ più in forza. Ma mentre ero in bagno che mi stavo lavando la faccia, mi ha chiamata mia mamma e mi ha detto che a pranzo sarei stata da sola…e mi sono messa a piangere, di nuovo. Io amo la solitudine, ma in questi giorni no. Mi sento sola dentro, mi sento persa dentro. Anche se il pianto di oggi mi ha tirata un po’ su, mi ha caricata…sono pronta. Adesso basta, adesso non voglio farmi fregare dalle ipocondrie, non voglio perdermi in pensieri astratti e insensati. Stasera aspetto il suo petto, le sue mani, il suo respiro regolare. Stasera, son certa, andrà meglio. Nel frattempo ho spruzzato il mio profumo alla Mirra che mi ricorda la primavera passata, mi ricorda la gita al Corniolo e mi ricorda che sono una strega. E se tanto mi da tanto una strega sa cosa fare per risalire. Più giù di così non voglio andare…voglio tornare in superficie e respirare.

mercoledì 17 dicembre 2008

ELIANA

Adesso basta. Adesso un post su questo argomento delicato lo voglio scrivere perché sono stata zitta per troppo tempo. Io non voglio fare sempre il bastiancontrario, non voglio essere sempre quella che va contro corrente, però in questo caso mi sento di dire la mia. Credo che tutti abbiamo il diritto di vivere una vita dignitosa…e allora riprendo le parole del protagonista di “mare dentro”…vivere così non è vita. E poi lui era cosciente, eh…solo immobile. Eppure il non poter muoversi, il non poter toccare, il dipendere costantemente dagli altri per lui non era vita. Ma aveva trovato il modo di scrivere, poteva comunicare, poteva mangiare. Ma per lui non era vita lo stesso. Eliana viene alimentata, Eliana è immobile, Eliana vive ancora meno e non ha neanche la possibilità di decidere. E allora io penso che se un genitore arriva a dire che staccare la spina sarebbe la cosa migliore, se questo genitore comincia a lottare per questa causa, con le unghie e con i denti, sa perfettamente cosa sta dicendo e cosa sta facendo. Credo che nessun padre, se non esasperato dal vedere la figlia in un tale stato, sarebbe in grado di fare una scelta di questa portata. Ma lui, il signor Englaro, questa scelta l’ha fatta. Allora basta, la questione si chiude qui, le balle sono poche. Eutanasia. E io sono a favore dell’eutanasia…soprattutto se è la persona interessata a scegliere di farlo. Una bella firma “Io dichiaro di voler morire e delego il signor tal dei tali ad uccidermi”. Più di così? In fin dei conti, un suicida non decide egli stesso di togliersi la vita? E questo non succede quando pensa di non avere più una dignità e uno scopo? Solo che in certi casi uccidersi da soli è proprio impossibile.  La vita è importante, qui non ci piove, è un valore, un dono e nessuno ha il diritto di toglierla ad un altro contro la propria volontà…ma se è la propria volontà? Il problema di Eliana, diverso da quello di Welby, è che lei non può dire se le sta bene o no…non so neanche se in stato vegetativo una persona abbia la consapevolezza di capire come sta vivendo e, soprattutto, se sta vivendo ancora o no. Welby sapeva quello che non voleva più. Il protagonista di “Mare dentro” pure lo sapeva. Eliana? Eliana lo sa? Ecco, questo è l’unico punto che mi lascia un po’ perplessa…però, ecco, che vita è la sua? Ma, soprattutto, chi sono io per dire che la sua non è vita? E chi è la Chiesa per dire che la sua lo è?

martedì 16 dicembre 2008

DI TUTTO E DI NIENTE

Ecco, come sempre, il tempo per scrivere un post decente io non ce l’ho…e allora faccio un post con un po’ di cose dentro, tanto per dire qualcosa. Che a me, come ben sapete, mettere insieme un sacco di cose in un post solo piace sempre un sacco.


 


Primo: i giorni scorsi è saltata la wireless del mio pc. Così per un po’ sono stata senza il mio portatile. Avrei avuto un paio di post da scrivere, così li ho scritti e li ho salvati sul desktop…solo che non mi va di postarli, adesso che ho sistemato la questione. E’ che erano post che avevano un senso mentre li scrivevo…postarli adesso è tardi. Vedrò cosa potrò fare. Adesso che ci penso non erano neanche un granchè!


 


Secondo: io senza internet mi sento persa. E questo non va bene. Sono arrivata alla dipendenza e la cosa non mi piace. Avrei dovuto aspettare a chiamare il tecnico, e invece, ieri sera, ho fatto venire questo poveretto subito dopo cena, che, dio lo abbia in gloria, in 10 minuti ha scoperto il problema e adesso ho il mio portatile attivo come sempre.


 


Terzo: mi sono fatta fregare. Anche io adesso faccio parte del “faccia libro”. Ci avevo già provato due volte. Ero riuscita a durare circa un’oretta e poi, alla fine, ho cancellato il profilo perché non ci capivo una cippa. Poi mia sorella si è iscritta e sono giorni che straccia le balle con questa cosa di Facebook. “è bellissimo, dai iscriviti anche te”…e così mi sono iscritta. Per fortuna che ho avuto il supporto di Isterika per non mollare di nuovo. Però io mica ci ho capito molto ancora.  Se mi volete contattare mandatemi un pvt…che, sinceramente, di dire il mio cognome a tutti un po’ mi scoccia!


 


Quarto: è arrivato il periodo in cui smetto di mangiare. In casa mia gira il virus intestinale. Mia sorella è stata male tutta la notte e io, che sono ipocondriaca all’ennesima potenza, per la paura di vomitare non mangio. Questo comporta due cose: calo di peso, che in questo periodo mi ci voleva proprio, e calo delle difese immunitarie, che porterà inevitabilmente a contrarre il virus…quindi io mi sa che non sono tanto normale. Ma questa non è una novità.


 


Quinto: mi sembrava di avere più cose da dire, mentre venivo a lavorare in macchina mi si affollavano i pensieri di post da scrivere…e invece, adesso che sono qui, non ho più niente da dire.


 


Sesto: ah si, tra una decina di giorni è Natale. Io, come mi ero promessa, non ho fatto assolutamente niente a nessuno. Giusto un pensierino a mia sorella che ancora non ho preso, giusto un pensierino a Lui e un pensierino a mio babbo e farò giusto un pensierino alle mie amiche…e mi sa che ho fatto anche già abbastanza…che avevo detto che non avrei fatto niente e invece ho già fatto troppo.


 


Settimo: Saggio. Sabato sera ho il saggio di canto. Quest’anno non ho fatto molta pubblicità perché la cosa non mi entusiasma più come una volta. Non ne ho più voglia, ecco. Comunque, ho 4 canzoni sicure da cantare. Tipo “Give me one reason” di Tracy Chapman, tipo “Toxicity” dei System of a down, tipo “Hypnotize” sempre dei System e “This is the life” di Amy Mcdonald (che mi ricorda tanto questa estate). E poi dovrei cantarne un’altra con la base…che ancora non si sa. Ecco, io non ne ho voglia per niente. Così ho deciso che ormai ho pagato la rata fino a febbraio e fino a febbraio continuo con le lezioni. Poi smetto. Che anche se è solo una sera a settimana inizia a pesarmi. E quando una cosa diventa un dovere e non un piacere, per me vuol dire che è ora di schiantarla li.


 


Ottavo: i film. Ho un sacco di film da vedere. I libri. Ho un sacco di libri da leggere. Il tempo. Non ce l’ho.


 


Nono: aspetto la neve. Una nevicata da non far uscire di casa nessuno per qualche giorno. Possibilmente nel week end che Lui almeno è qui.


 


Decimo: adesso basta. Vado in bagno e poi mi metto a lavorare…che sarebbe anche ora.

lunedì 15 dicembre 2008

ASA NISI MASA

A te che mi regali i tuoi film. A te che non ti arrabbi se mi addormento perchè sai che se mi addormento è perchè ho sonno e non perchè quei film mi annoiano. A te che mi tieni la testa sulla tua pancia e ti assicuri che sia coperta bene mentre tieni la mia mano tra la tua. A te, che mi insegni ogni giorno qualcosa di nuovo camminando al mio fianco, a te che...te lo dico in privato. :)


Grazie


giovedì 11 dicembre 2008

mercoledì 10 dicembre 2008


Foto dal web


[...]


Il tempo è distante che a me ti univa,


il sentire e il pensare.


Come un oceano sarò vagante


veleggerò nel deserto del mare.


[...]


Di un autore che non mi ricordo

lunedì 8 dicembre 2008

ASPETTIAMO CHE ARRIVI L'ESTATE


Foto di Kaba


Che io sono sempre stata un po' così...non mi va mai bene niente. Che quando è caldo aspetto l'inverno, che quando è freddo aspetto l'estate. Che poi il vero problema è che io sono una donna da mezza stagione, da clima mite. Da 25/30 gradi costanti con lo 0% di umidità tutto il giorno. Che al sole ci sto solo se non brucia. Perchè oggi il sole c'è, e io mi sento moralmente bene. Però è freddo, ho beccato l'influenza e allora mi sto sul divano e mi guardo un film, tipo la "Dolce Vita". Poi la Colu oggi mi aveva fatto una proposta..."Con questo sole era una giornata da boschi, porca miseria!" mi ha detto. E a me è venuto su un gran magone perchè i boschi mi mancano. Che i boschi invernali, poi, hanno il loro porco perchè. Mica saremmo andate in mezzo alla neve, però a me è venuto in mente il Fumaiolo imbiancato e mi è venuta una gran nostalgia. Così mi sono segnata sull'agenda del 2009, nel mese di aprile, che la prima domenica di tempo bello io e le prendiamo su e andiamo a fare la nostra gita in un bosco a caso...il primo che ci viene in mente sul momento. Già segnarmelo tra 4 mesi vuol dire che avrò qualcosa da aspettare, 4 mesi che mi sembreranno eterni, ma che so che arriveranno. 4 mesi per tornare alle radici, ai miei alberi, alla mia terra. Che io mi ricordo sempre quello che sono quando sto li in mezzo. Che in inverno mi chiudo in casa, ho freddo, ho sonno, ho la letargia. Aspetto che arrivi l'estate...aspetto di ritornare...aspetto di ritrovare...  

sabato 6 dicembre 2008

ANITA

Ci sono canzoni che si ascoltano per caso, in un programma di quelli un po' culturali su quelle emittenti un po' culturali che purtroppo sono sempre troppo poco seguite. Peccato, perchè se si ascoltassero più spesso, si scoprirebbero artisti veramente meritevoli. Così, ieri, mentre zappingavo, incappo in questa voce bellissima e in questa canzone che mi è piaciuta da subito. Avrei voluto metterla nel template, a fare da sfondo a questo blog, solo che poi ho pensato che di solito abbassate tutti subito il volume quando entrate qui dentro...così nessuno l'avrebbe potuta sentire. E invece ci scrivo proprio un post, così, quando avrete un po' di tempo e la possibilità di tenere le casse accese, potrete godere di questo pezzo. E comunque mi viene da dire che è assurdo che ci siano cantanti come tiziano ferro, gigi d'alessio, laura pausini e tutti quelli li, che hanno un gran successo e artisti (perchè questa che vi faccio sentire è un'artista e non una cantantella così) che sono così poco presi in considerazione quando meriterebbero davvero molto di più. Ma adesso basta preambolare...questa è Erica Boschiero...e questa è la sua "Anita"


 



"Oh Giuseppe, tua figlia è in rovina!


Piange e rantola esposta in vetrina.


E il tricolore sventola sulla menzogna.


Il suo destino sarà la gogna"

martedì 2 dicembre 2008

E' NATALE E' NATALE SI PUO' FARE DI PIUUUU....E' NATALE E' NATALE SI PUò AMARE DI PIUUUUUUU...


Foto dal web


Poi magari gli altri 364 giorni dell'anno puoi dar fuoco a tutti gli extracomunitari e impalare tutti i gay che vuoi...però a Natale no, eh...che a Natale siamo tutti più buoni! Ora, sorvolo sul messaggio pubblicitario del cazzo perchè io questa cosa che a Natale si può fare di più non la condivido molto. Cazzo vuol dire che a Natale si può amare di più? E gli altri giorni? Lasciamo morire i bambini del terzo mondo...però a Natale facciamo beneficenza. Bè, di sicuro meglio di niente, direte voi...non avete neanche tutti i torti. Allora visto che è ormai Natale la tv inizia a proporci le svariate idee regalo...le carrozzine e bambolotti e le cucine per le bimbe, i gormiti per i bimbi, la macchina per fare il pane per la mamma, una serie indescrivibile di prodotti della playstation e della nintendo che babbo natale si fonde il cervello a portare tutta quella roba elettronica la notte del 24. Il probelema di fondo, però, è che forse non hanno chiaro il concetto che l'economia senza soldi non si fa girare. Che poi silvio adesso ha avuto questa bella idea della social card...un po' come le tessere che si usavano prima delle guerra e durante per poter prendere il pane. Bene, ecco, anche qui mi viene da dire...meglio di niente. Non a tutti ma almeno a qualcuno. Che poi bisogna vedere anche una cosa, eh...ai pensionati sono d'accordo. perchè io ho sempre sostenuto i pensionati e se la meritano. Alle famiglie che hanno i figli e la rata del suv da pagare però mi sta un po' sul cazzo, eh...Che io non voglio fare sempre la solita cinica ma c'ha ragione Lui (e per Lui intendo il mio Lui) che i figli si fanno se si sa di poterli mantenere senza gravare sulle spalle di altri. Ecco, allora, visto che questi fanno i figli e li manteniamo noi altri cittadini (tipo me che non ho una casa intestata, ho un reddito che supera di 100 € i 15000 necessari per poter chiedere la social, tipo me che una casa intestata non potrò mai averla, per dire) a me la cosa un po' i maroni me li fa girare! E io? No, scusa, se io sono single come si usa dire oggi, come faccio a far girare l'economia?...io quel poco che riesco, se mi si permette, me lo metto da parte...visto i tempi che corrono. Anzi, proprio visto i tempi che corrono, vi dirò anche che sono diventata di un rabighino/essenzialista che fa quasi vergogna. A Natale niente regali...tranne a Lui che ormai l'ho già ordinato...e tranne alle mie amiche che non c'è verso di far capire che i regali per natale ormai non hanno senso...una scheda da 10 € del telefono a testa...e con 30 euro mi sono tolta il dente. Io ho il cellulare che non va ormai più...o lo mollo definitivamente o ne prendo uno di quelli da 35 euro...e quello è il mio regalo di natale per me. E poi basta. Ecco, io la faccio girare così l'economia. Il resto tutto da parte...via, accantoniamo...che qua c'è crisi e, come dice sempre mia sorella, si vede dai visi! Che poi a me viene anche un po' da pensare che stiano cercando di non farci pensare a questa cosa della crisi...non so se avete notato, sono due settimane che in tv non si sente parlare d'altro che dell'iva su sky!  Ma che mettano l'iva che vogliono!! Così la gente se la schianta!! I FILM SI SCARICANO DA INTERNET A GRATIS!!! :) cazzo, un minimo di legge di sopravvivenza...e incularle tutte le pay tv e quelle minchiate...i goal si guardano nel programma del dopo partita su rai uno...o rai due...o rai tre...kaba, aiutami, dov'è che si vedono te che sei esperto?! E affanculo anche il satellite multimediale...che lo stato aveva anche dato gli  incentivi affinchè potessimo interagire con i programmi tv di canale 5...bene, bravi, ecco, magari oggi quei soldi ci sarebbero serviti diversamente. Solo che lo sappiamo perchè silvio tassa sky, dai....Mediaset premium di chi è??!?!...E allora se non hai sky magari ti prendi sto cazzo di abbonamento a Mediaset premium e lo fai contento!...


Basta, non ho più parole...che già mi viene la nausea!

domenica 30 novembre 2008

BUON COMPLEANNO


Io ho una sorella che delle volte mi viene da dire perchè non sono figlia unica. Ho una sorella che se non fosse così tosta mi verrebbe da prendere a schiaffi delle volte. Questa sorella, quando era piccola piccola, veniva a giocare con i miei giochi e me li rompeva tutti. Quando poi era solo piccola, voleva stare sempre con me quando c'erano le mie amiche e io non la sopportavo. E allora la mandavo via e lei andava da mia mamma a dire che non la volevo e l'avevo mandata via. Io ho una sorella che mi sono sempre presa le sue colpe, perchè lei era quella nata dopo, quella che le bugie, le marachelle qualcuno gliel'aveva insegnate, e quella che gliele aveva insegnate ero io, per forza. E allora io mi prendevo tutte le sue colpe. Io ho una sorella che è nata sotto il segno del sagittario, un segno di fuoco, eh, un segno che non è mica facile averci a che fare. Che un segno d'aria come l'acquario delle volte la prende bene, ma delle volte le cose le prende anche male, che i segni d'aria sarebbero pacifici se non fossero stuzzicati. Ma lei è un segno di fuoco, e le piace pungolare da sotto. E allora con questa sorella che ho non è sempre facile andare d'accordo. Perchè poi è una sorella che è peggio di sua sorella, che poi sarei io, a sbalzi d'umore. Dipende da come si sveglia. Se si sveglia bene sei fortunato e allora ci si può parlare. Ma se si sveglia male, è un casino da gestire. Perchè qualunque cosa le si dica, poi, è una discussione da principio. Io ho una sorella che non le va mai bene niente di quello che faccio, che ha quasi 5 anni meno di me e pensa di potermi insegnare a vivere. Ho una sorella che mi chiede di andare a ballare con lei, che le mie amiche adesso sono anche le sue amiche, e le mie amiche vanno al suo compleanno in discoteca e io no, perchè io in discoteca non ci vado volentieri. Ho una sorella che in questi ultimi anni è anche la mia coinquilina, che dire le cose a una sorella che è anche una coinquilina non è facile, perchè poi rischi di perdere un po' di tranquillità. E così si combatte con la voglia di scannarsi e con la consapevolezza di non poterlo fare per non andare in galera, che io le mani non me le voglio sporcare e la galera non mi piace...e allora non la posso strozzare. Io ho una sorella che se avessi scritto questo post qualche giorno fa avrei scritto solo delle cose brutte su di lei. Però sono un paio di giorni che è nella fase buona, perchè è il suo compleanno oggi, e allora fa quella che vuole bene a tutti e non litiga con nessuno, un po' come si fa nel giorno di Natale. E allora, visto che io e questa sorella ultimamente abbiamo ricominciato a parlarci come se niente fosse successo, abbiamo trovato dei punti d'incontro, fino a quando dureranno, gli auguri mi sento di farglieli in pubblico. Che anche se ho una sorella che il mio blog non lo legge perchè non gliene frega niente del fatto che io scriva, una sorella che ha tanti interessi che con i miei non ci azzeccano proprio niente, una sorella così diversa da me che non sembriamo mica figlie degli stessi genitori, è pur sempre mia sorella...e a volte le voglio bene e a volte la odio. Ma l'odio è passeggero e il bene è incondizionato...e allora di base le voglio bene...e allora, Elliot, sperando che questi 22 anni ti siano di aiuto a maturare un po' di più, i miei migliori auguri per un felice compleanno.

sabato 29 novembre 2008

PER VOI


Foto di Leanne


Se solo potessi, sapete bene, che vi metterei nel vostro trasportino, vi caricherei in macchina e vi porterei là, in una casa tra i boschi. Una di quelle case con i mattoni a vista, a due piani, con tante scale da correrci su e giù. Lo sapete, vero, che vi regalerei la terra, buche da scavare, alberi da farsi le unghie, uccellini da inseguire con lo sguardo, prede da acchiappare. E topolini in cantina da rincorrere, topolini veri, però, non quellli a molla con cui giocate di solito. Se potessi vi regalerei aria buona, fresca, pulita, da respirare. Vi regalerei lo spazio per saltare, per sentirvi liberi. E metterei una sedia accanto alla stufa, una di quelle stufe vecchie, avete presente? Di quelle stufe che in inverno fanno un gran caldo. Vi immagino acciambellati, assopiti, dopo aver dato sfogo al vostro istinto naturale, mentre prendo in mano un libro e vi leggo favole per farvi addormentare.  Se solo potessi, vi regalerei un posto migliore, non solo parole. Se solo potessi, vi regalerei il senso di pace e di libertà che vi meritate tanto.


venerdì 28 novembre 2008

MI PRENDO E MI PORTO VIA



O meglio, mi prenderei e mi porterei via se solo ne avessi l’opportunità. Io non ce la faccio più, non posso continuare a sopportare tutta la merda che mi stanno tirando addosso, non posso continuare a sopportare di essere presa sempre per quella che non sono, di non essere capita, di non essere sostenuta e di essere sempre presa per il culo. Uscirei da quella casa anche adesso, se solo potessi. Ho dato un’occhiata agli affitti vicino al mio ufficio e per il più piccolo monolocale che ci sia (38mq)  chiedono 450 €. Mi prendo e mi porto via il cazzo! Primo perché con i restanti 450 € dovrei campare tra cibo, bollette e tutti quegli imprevisti che ti capitano durante l’anno. Secondo perché i miei gatti in 38 mq non saprei come tenerli. Terzo perché adesso che ci penso io ho tutti i diritti di mia sorella di rimanere in quella casa…e non vedo perché debba andare via io, visto che quella che rompe i coglioni è lei. Hanno sempre dato tutti per scontato che io potessi arrangiarmi, tutti hanno sempre pensato che io fossi quella forte, tenace capace di mandare affanculo il mondo. Il fatto è che è anche vero…l’ho fatto a suo tempo e se potessi lo rifarei di nuovo. Ma la soddisfazione no, di andare via di li non gliela do. Facciamo a chi si stanca prima. Che io non ho voglia di tirare la cinghia adesso che ancora non ho figli e non ho una famiglia, che nella vita non si sa mai quello che ti può capitare. Che tanto anche se mangio tutti i giorni patate non riesco mica a campare con 450 euro. E sto li, a guardare i numeri del superenalotto e a sperare che per una volta nella vita mi capiti qualcosa di buono. Sperare di vincerli e dire “Tho, mamma. 500 mila euro per sistemare la tua cazzo di schiena e le tue cazzo di gambe. Vai da uno bravo e fatti curare”. Poi prendere su e sparire…e ringraziare se qualcuno farà sapere loro quando crepo! Io non voglio arrivare al limite, sempre all’estremo, alla voglia matta che ho di mandare tutti a quel paese e di iniziare davvero a fregarmene. E’ brutto da dire, di famiglia ce n’è una sola, di momenti di tranquillità ce ne sono anche…ma visto che sono io quella che non è in grado di vivere con gli altri, che sono io che non scendo a compromessi, che sono io la malata di mente, quella che ha bisogno dello psicologo (che, detto tra parentesi, almeno la metà dei soldi che ho speso li ho sprecati per parlare della mia famiglia!), la pecora nera, la figlia strana, se mi si permette, dopo 26 anni che mi sento ripetere le stesse cose ne ho anche un po’ le palle piene! Quando stavo con mia mamma era perché non facevo un cazzo io in casa, perché su ogni cosa si doveva sempre discutere, allora prendevo su e stavo da mio babbo. Adesso che sto con mia sorella è perché io pretendo troppo e lei non fa un cazzo in casa! Uhè, allora mi viene da dire che qui i conti non tornino! E ripicche, e giochetti, e dispetti…minchia, ma non abbiamo più 6 anni!! Io così non ce la faccio…ma voglio resistere. Cercherò di essere accondiscendente, di stare zitta…ma non mi sta bene!! E a me quando le cose non stanno bene faccio fatica proprio a tacerle! E allora era da un bel po’ che non mi sentivo così sola…con tutti che mi danno contro come se le colpe fossero tutte mie…con io che vengo sempre dipinta come egoista e come approfittatrice. E basta!! BASTA!!!! Non ne posso più!



Immagine: Edward Hopper-"Automat"

giovedì 27 novembre 2008

SERATA AMICHE

Non c’è niente di meglio di una serata amiche per ricaricarsi, per farsi passare il mal di testa che tormenta da inizio settimana, per alleviare di tanto in tanto il fastidioso dolore di pancia causa ovulazionesenzapillola. Non c’è niente di meglio che cucinare per loro. Andare dalla Vale, portare la mia pentola, tutti gli ingredienti e mettermi a tagliare zucca e patate. E’ che a casa mia ci sono i gatti e l’Ev ha qualche problema. Non c’è niente di meglio che ascoltarle parlare. Quella che cerca lavoro da un anno e ha avuto tante di quelle disavventure professionali, di due di picche che, secondo me, se ci scrivesse un libro potrebbe guadagnarci qualcosa e continuare a campare. Quella che invece le proposte di lavoro le piovono sopra come chicchi di grandine in luglio…tutti la vogliono, tutti la stimano, tutti la cercano…Sarà…mi viene da dire che a questo mondo non esistono le mezze misure. Quella che sta bene dov’è, che l’ambiente le piace, che prende poco e vorrebbe cambiare per una questione economica ma non ha le palle per farlo. Quella che fa due lavori perché se no non riesce ad andare avanti. E passare da un argomento all’altro perché le cose da dire sono tante. C’è quella che non va d’accordo con la sorella che in casa non fa niente, e allora bisogna cercare di fare un respiro profondo e cercare di non farsi prendere dall’impulso intrattenibile della pulizia e vedere se quell’altra fa qualcosa (questa sono io. Mi sono ripromessa che questa settimana non toccherò nulla, che mia sorella si deve sgagiare e questa è la settimana del suo turno. Non so quanto potrò resistere dal prendere la scopa e lo straccio in mano…è istintivo, vitale, quasi!). E parlare di baci che non si dovrebbero dare, di scopate che non si dovrebbero fare, di lealtà, di fedeltà, delle cose che sarebbe stato meglio non sapere, o sapere a tempo debito, delle cose che sarebbe stato meglio non dire, ma che si sono dette causando marasmi nel rapporto di coppia, sensi di colpa e momenti di mutismo. Di chi perdona, di chi ci passa sopra e di chi guarda avanti e continua. Di chi dice che ce la farà a passarci sopra e che si sta impegnando per farlo.


Le serate amiche, così sporadiche, così sempre piene di novità e di cose da raccontarsi, tra un risotto alla zucca che non era neanche un granché e verdure crude da sgranocchiare e sigarette. Mi serviva…mi servirebbe più spesso. Alla fine le amo tutte quelle donne li…sono il mio unico legame rimasto con il passato, con la mia adolescenza, con i giorni di scuola e con quello che viviamo nel presente. Sono il mio futuro, e spero di non perdere anche loro durante il tragitto.

mercoledì 26 novembre 2008

RUBRICA: LE CANZONI CHE ASCOLTAVO QUANDO ERO ADOLESCENTE

Che se adesso mi metto a riascoltarla mi viene un po' da ridere...che se devo ascoltare gli Articolo 31 adesso piuttosto mi taglio una mano...però all'epoca mi era presa la spiga con questa canzone qui, perchè mi piaceva davvero, eh. L'avevo imparata a memoria e la scrivevo su tutti i diari che mi capitavano sotto mano.  E poi io ero una ragazzina rapper nell'anima e i rapper mi facevano un gran sangue. Insomma, tanto per dire qualcosa, quando ho scoperto questa canzone insieme a Rachele, era il 1997, avevo 15 anni e mi vestivo di pantaloni con la loffa nel culo e felpe con le maniche lunghissime.


Questi sono gli Artiolo 31, "Solo per te" tratta dall'album "Strade di città" 1993


 


martedì 25 novembre 2008

COME SVEGLIARSI AL MATTINO E TROVARE LA NEVE



Che la neve per me è una questione di ricordi. Non c’è cosa più bella dello svegliarsi la mattina, alzare la serranda e vedere che nevica. Mi sono svegliata e ho buttato un occhio tra i buchi delle tapparelle…era buio e dentro di me ho detto “Adesso apro  e nevica”. E sono corsa ad aprire la finestra. E entusiasta come una bambina, ho cominciato a fare strilletti. Sono corsa in cucina e ho detto a mia sorella “Elli, nevica!!”…Lei “Cazzo dici??...”….”Si, guarda, nevica!!!”…”Ma che due palle”…Io invece sono contenta, sono carica…che a me la neve piace davvero un sacco. E mi ricorda quelle mattine, quando abitavo ancora in campagna. Mia mamma ci svegliava e diceva “bimbe, venite a vedere…nevica!!”…E con i nostri pigiamini colorati, con le pantofole a forma di cane e di gatto, correvamo in terrazzo a vedere. Ed era uno spettacolo indescrivibile. I campi innevati, il vetro freddo che si appannava quando avvicinavamo le facce e lo toccavamo col naso. La neve…che sta ancora scendendo mentre sono qui in ufficio, che mi volto a guardare di tanto in tanto. Un po’ perché la parte razionale di me spera che smetta se voglio tornare a casa stasera, e un po’ perché la parte infantile di me spera che non smetta se voglio continuare a sentirmi serena come quando avevo 8 anni.

domenica 23 novembre 2008

QUALCUNO MI SPIEGHI...

Primo: che cosa c'è di così esaltante nel festeggiare i complenni...che io questa cosa del festeggiamento non l'ho mai concepita fino in fondo. Insomma, l'ho sempre detto, non vedo cosa ci sia da festeggiare considerando che si invecchia di un anno...mah, le cose proprio non mi sembrano logiche


Secondo: come mai per festeggiare un compleanno bisogna andare a mangiare una pizza la domenica sera a più di 30km da casa. Che di pizzerie ce ne sono anche nel circondario, eh, ma no, per il compleanno si va nella pizzeria più in culo al mondo che esista. Che anche questa non mi sembra molto logica come mossa.


Il fatto è che io in inverno, semplicemente, se potessi, andrei in letargo. Di uscire col freddo non ne ho proprio voglia. Non è mica una questione di crisi di panico o di depressione...no no, è che proprio non mi va. Solo che poi in casa mia si misura il regredire o il progredire della mia "malattia" in base alle volte che esco e alle cose che faccio. A nessuno è mai venuto in mente di pensare che io, semplicemente, non abbia voglia di immischiarmi in certe situazioni, di stare in mezzo alla gente e al casino. No! Io sono più o meno depressa se non esco o esco. Ma andate a cagare! Oh, ce l'ho fatta, l'ho detto! Sono solo una donna stanca, sono solo una donna che ha i suoi punti fermi e le sue cose da fare. Ha la sua casa, i suoi libri da leggere, il suo divano, i suoi gatti...i posti in cui sta bene e i posti in cui sta meno bene. E allora i posti in cui sto bene sono qui, in santa pace, sono il mio ufficio quando non c'è gente, sono il mio monte dove ogni tanto mi sposto con la mente, sono le sue braccia e le sue spalle quando mi ci appoggio con la testa. E se adesso penso che tra poco dovrò uscire, con questo buio, con gli occhi che mi bruciano per la stanchezza, non mi viene mica tanta voglia!! Io sto bene qui...lasciatemi qui! con la mia coperta sulle ginocchia, come i vecchi, si...che non me ne frega niente se di norma una ragazza di 26 anni non sta chiusa in casa! io in casa ci sto bene...lo volete capire?! Solo che poi passi per pazza, per malata di mente, per depressa...e allora mi faccio il bagno, mi lavo i capelli, mi nerolizzo (ovvero mi cospargo di talcocrema al neroli), mi vesto, mi trucco e mi spruzzo un po' di essenza all'ambra, che mi fa sentire al sicuro. E poi vado...cosa devo fare? Mi tocca, questa volta ormai mi tocca. Farmi km per andare a mangiare una pizza...e poi la pazza sono io!! Incredibile sul serio...Senza contare  che il prossimo venerdì la sorella festeggia il suo di compleanno...50 invitati! No, adesso ditemi cosa se ne farà di 50 invitati!! Che io 50 invitati non li rimedierei neanche per il mio matrimonio se mai mi dovessi sposare...e questa li rimedia per un compleanno. Che poi c'è anche il pranzo in famiglia domenica prossima, eh...che mica si ferma li la solfa! Io, al mio ultimo compleanno, ho radunato l'Ev, l'Ely e la Vale e siamo andate a mangiare una pizza a santarcangelo, per dire. Che già è stato tanto...che il periodo non era dei più allegri. E a casa mia quel giorno a nessuno è venuto in mente di farmi neanche una crostatina del mulino bianco con una candela sopra (sempre per evidenziare le differenze!). Ma basta con tutte ste puttanate...io mi chiamo fuori da queste convenzioni...io mi chiamo fuori! Io sono diversa...non malata, non pazza, non strana (come mia mamma sta continuando a ripetermi da un bel po'), ma diversa. Diversa si, orgogliosa di essere diversa da tutta sta massa che con me non ha niente a che fare! Oh, e adesso vado a mettermi le scarpe...ma è l'ultima volta che mi faccio coinvolgere da gli obblighi social-famigliari



"Perciò ti amo, insieme di tutti i nostri amori,


dal primo bacio che la mia bocca scambiò con la tua.


La mia anima non potrà mai esprimere,


per tutta l'eternità,


questo bisogno insaziabile di amarti"



(J.Dravet a V.Hugo)

venerdì 21 novembre 2008

QUESTA, VALE, NON E' LA TUA TERRA


No, decisamente no. La mia terra è fatta di boschi e foglie da calpestare, di fronde che filtrano il sole a sprazzi. E cerchietti di luce sui volti. La mia terra ha l'odore dei faggi, del fango sotto le suole delle scarpe, l'acqua pura della sorgente del Tevere. La mia terra in estate è fresca e se la tocco con le mani mi fa respirare. La mia è una terra che si insinua sotto le unghie, che ti entra dentro e ti salda le viscere. La mia terra mi guarisce da ogni male. E d'inverno, quella terra li, è di un freddo che si fa fatica a starci. E allora mi manca. Ma me la immagino coperta dalla neve, mentre dorme e sembra morta. Ma sotto la coltre cova ancora il calore su cui ho camminato, su cui mi sono stesa, su cui ho pianto, riflettuto, su cui mi sono innamorata.  No, questa dove sono adesso, fatta di sabbia e traffico, e palazzi alti, non è la mia terra. La mia terra è altrove. Oggi più altrove di altri giorni. Oggi che sono vestita di verde e marrone, come il colore dei suoi alberi, oggi che avrei solo voglia di stendermi sopra lei a guardare le nuvole dalle strane forme che coprono il sole.

giovedì 20 novembre 2008

LA DEGNA FIGLIA DI MIO PADRE

Il problema è che si semina ciò che si raccoglie. Io non ho mai avuto una gran stima di mio padre e, chi legge questo blog, ormai lo sa bene. Solo che a volte penso di essere davvero una figlia pessima. Ok, diciamo pure che lui non è stato molto presente, diciamo che se ne è sempre abbastanza fregato, diciamo che se non lo chiamiamo io e mia sorella lui è raro che si faccia vivo, diciamo anche che delle volte è meglio che non si faccia vivo perché sentirlo anche solo per telefono con quella cazzo di voce impastata mi fa venire un magone e un nervoso che non si possono descrivere. Diciamo, però, che è comunque mio padre. Diciamo che mi fa anche un po’ pena per la sua ignoranza ma, soprattutto, per la sua fragilità. E penso che ormai sta invecchiando e che avrebbe sempre più bisogno di noi. Solo che come si fa a stare dietro a uno che ti spara una cazzata dietro l’altra sotto il quasi costante effetto alcolico?! Non si può, non si riesce, non è così semplice. Una volta mi vergognavo anche di lui…adesso ormai ha smesso pure di essere un problema. Ci vediamo talmente poco. Che se lui fosse un po’ più serio, un po’ più sobrio, la cosa sarebbe già più facile da gestire. Venerdì scorso l’ho accompagnato in ospedale. Doveva fare uno dei suoi soliti controlli alla prostata. Io non ho ancora capito se ha qualcosa o no. Lui non si esprime più di tanto. L’ho accompagnato io perché da un po’ di tempo a questa parte ha dei problemi con la vista. Da un occhio non ci vede praticamente più…E così ha detto che ha preso appuntamento per una visita il 22 di dicembre. L’altro giorno mia sorella lo ha chiamato a casa e lui non c’era. Mio zio ha detto che era via dal giorno prima e non lo aveva più visto. Un po’ di patema ci è venuto, perché per quanto ne sapevamo poteva essere ovunque. Allora mia sorella ha chiamato mia zia…e così abbiamo scoperto che lo era andato a prendere e lo aveva portato a casa sua. Così sta da lei. E lei gli ha preso un appuntamento per fare una visita prima del 22 dicembre perché la cosa sembra abbastanza grave. Ed è per questo che io dico che sono una pessima figlia…perché non ci sono arrivata io? Perché  non me ne sono preoccupata? Perché non ho pensato che la cosa fosse così grave?! Ecco, allora penso che come figlia io non valgo proprio niente. Che non mi preoccupo per lui, che non mi prendo a cuore i suoi problemi. Diciamo pure che non mi sbatto per lui. Che anche se lui un gran padre non è stato e non sarà mai, dovrebbe essere normale aiutarlo in caso di bisogno. E invece ci pensa sua sorella…mica io. Io me ne sono sbattuta, io ho sottovalutato la cosa. Io sono una figlia che fa proprio schifo.

domenica 16 novembre 2008

SULLA SOLITUDINE

 


Se ne parlava giusto venerdì sera, dopo aver incontrato un mio amico al supermercato. Aveva lavorato fino alle 7.30 ed era alla cassa con un sacchetto di carote tritate e una vaschetta di prosciutto crudo. Quella era la sua cena frugale da venerdì sera da single. E allora questa cosa della solitudine mi torna in mente adesso, mentre sono qui con il mio brucioredistomacoautunnale e il mio malditestadadomenicapomeriggio, la tazza di te fumante e i miei biscotti al grano saraceno e zucchero di canna, dopo aver disertato una pizzata in famiglia perchè non ne avevo proprio voglia. La solitudine. Uno dei mali del secolo. Io, per esempio, la solitudine a volte la ricerco proprio. E' un'esigenza, una necessità. La mia casa vuota, con solo il rumore delle fusa dei gatti. Ma la solitudine non è uno stato fisico, è uno stato dell'anima. Spesso e volentieri ci sono stati periodi in cui mi sentivo sola anche se avevo la casa piena di gente, anche se sul divano c'erano i miei che guardavano un film. Ero sola, completamente sola lo stesso. Perchè per solitudine io non intendo il non avere amici, il non avere qualcuno con cui condividere cose, il non avere un compagno. Solitudine è non essere compresi, capiti. Capiti da qualcuno che sa che cosa voglia dire quello che sentiamo dentro e il casino che passa nelle nostre teste. Io adesso sono qui, che scrivo, bevo il mio te in silenzio, con la tv e la radio spente, il profumo dell'incenso che viene dalla sala. Non mi sento sola, non mi sento sola per niente. Come non mi sentivo sola quando, 4 anni fa, ero andata a vivere a Cesenatico. Se la mia coinquilina non c'era io stavo come un papa. Da sola...non vuol dire in solitudine. A volte pesa non avere qualcuno con cui parlare, è vero, a volte pesa non avere qualcuno con cui confidarsi, è vero...eppure, non siamo noi, forse, i miglior consiglieri di noi stessi? Io mi sento più sola quando sono in mezzo a masse di gente, al rumore del chiacchiericcio continuo nelle sale d'aspetto, nei ristoranti, nei paesi in festa. La solitudine è questa per me. E' che a volte, però, è quando cerchiamo di allontanarci dagli altri che abbiamo più bisogno...ecco, io stasera non mi sentirò sola, ma sento che ho fatto male a rimanere a casa. Perchè quando si è soli il problema di fondo è che si pensa troppo...vengono fuori pensieri strani, che non si possono confrontare con nessuno...perchè si è soli, si parla da soli, si discute da soli...ma credo vada bene così. Rimanere soli è sempre un buon modo per guardarsi dentro, cercarsi, scoprirsi, capirsi. Nessuno può insegnarci nulla...siamo padroni delle nostre vite e dei nostri pensieri, sappiamo quello che ci fa star bene e che ci fa star male...a volte può sembrare pesante il silenzio che si sente in una casa vuota, quel silenzio che magari si cerca di riempire accendendo lo stereo, ma bisognerebbe ignorarlo. Il vuoto, il silenzio, la calma e la tranquillità...impagabili. Il pensiero di avere sempre gente in casa e di non avere i miei spazi mi mette ansia...da soli, gli spazi, si trovano di sicuro...



Foto dal web

UNA GITA A...

Santarcangelo...


Uno dei paesi che più adoro. A circa 5 km da casa mia. Che uno pensa che per andare in gita occorra viaggiare chissà quanto. Non ci rendiamo conto di quanti siano i posti magnifici anche a poca distanza da noi. Così ieri pomeriggio, io e Lui, ci siamo armati di macchina fotografica, cappello e voglia di camminare. Ci siamo inoltrati calpestando le pietre di viuzze dai nomi tipo "Vicolo dei nobili" o "Vicolo delle suore". Abbiamo sceso scalinate, visitato un paio di mostre, sotto un cielo cupo che prometteva pioggia. Abbiamo spiato gli angoli di questo paesino che potrebbe fare da scenario ad una favola. E il fumo dei camini ha impregnato i nostri capelli...e mano nella mano, litigandoci le immagini più belle, abbiamo passato un paio d'ore del sabato pomeriggio. Amo Santarcangelo, per le sue case basse e colorate, per le persone che ti sorridono da davanti a gli usci. Volevo che questo paese entrasse anche dentro di Lui...non voglio tenere per me certe meraviglie...è giusto che queste cose vadano condivise. Spero di avergli fatto un bel regalo.



Il monastero



Dall'alto



La Rocca



La "Tavernetta"



In memoria...





Scorci



Museo archeologico




Veduta dal museo archeologico



Museo archeologico




 



Altri scorci



Foto di Kaba



Foto di Kaba



La Leanne in riflessione - Foto di Kaba



Foto di Kaba











Scorci pseudonotturni



Panorama



Kaba con cappello




Leanne sui tetti - Foto di Kaba






Scorci notturni



Il campanone



La rocca in notturna



La rocca in notturna - foto di Kaba



Scorcio col flash...-Foto di Kaba



La "Tavernetta" in notturna







La Pieve di San Michele





Tornando a casa...chiesa di Castelvecchio, Savignano sul Rubicone


Un ringraziamento speciale a Kaba per aver prestato la sua immagine, la sua capacità con l'obbiettivo e la sua pazienza :)