sabato 27 dicembre 2008

NEVICA


Foto dal web


Nevica in controluce. Nevica sul tetto nero dello stabilimento di fronte. Sulla piazza pare piova solo, ma nell'alone di luce dei lampioni, chiari pallini bianchi stanno scendendo a raffica. Nevica, anche se non attacca. E mi viene in mente un anno di tanto tempo fa, quando aveva fatto tanta di quella neve che le scuole erano chiuse e facevi fatica ad uscire di casa. Ricordo che bardata bene, con la salopette, i doposci e la giaccavento, ero riuscita a convincere mia mamma a farmi andare fuori a giocare con Matteo. Così, correndo a fatica, mi sono spostata verso il cancello e sono sprofondata con mezza gamba, spaventandomi anche un po'. Quella sera, io e i miei, Matteo e i suoi, siamo andati a fare una passeggiata. E c'era un cielo di un blu intenso, limpido, gelato. E una luna grandissima, piena, che sembrava disegnata, finta,  che rifletteva il suo chiarore sul manto di neve che ricopriva le strade, gli alberi, i fossi. E non si sentivano rumori, solo i nostri passi che scricchiolavano e nuvolette di fumo che ci uscivano di bocca. Quella notte, per tornare a casa, non avevamo avuto bisogno di torce. Tutto era delineato, chiaro anche se addormentato sotto una coperta bianca e freddissima. Ma il bello era quello...sapere dove ci si trovava anche se non si vedeva.

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