domenica 30 novembre 2008

BUON COMPLEANNO


Io ho una sorella che delle volte mi viene da dire perchè non sono figlia unica. Ho una sorella che se non fosse così tosta mi verrebbe da prendere a schiaffi delle volte. Questa sorella, quando era piccola piccola, veniva a giocare con i miei giochi e me li rompeva tutti. Quando poi era solo piccola, voleva stare sempre con me quando c'erano le mie amiche e io non la sopportavo. E allora la mandavo via e lei andava da mia mamma a dire che non la volevo e l'avevo mandata via. Io ho una sorella che mi sono sempre presa le sue colpe, perchè lei era quella nata dopo, quella che le bugie, le marachelle qualcuno gliel'aveva insegnate, e quella che gliele aveva insegnate ero io, per forza. E allora io mi prendevo tutte le sue colpe. Io ho una sorella che è nata sotto il segno del sagittario, un segno di fuoco, eh, un segno che non è mica facile averci a che fare. Che un segno d'aria come l'acquario delle volte la prende bene, ma delle volte le cose le prende anche male, che i segni d'aria sarebbero pacifici se non fossero stuzzicati. Ma lei è un segno di fuoco, e le piace pungolare da sotto. E allora con questa sorella che ho non è sempre facile andare d'accordo. Perchè poi è una sorella che è peggio di sua sorella, che poi sarei io, a sbalzi d'umore. Dipende da come si sveglia. Se si sveglia bene sei fortunato e allora ci si può parlare. Ma se si sveglia male, è un casino da gestire. Perchè qualunque cosa le si dica, poi, è una discussione da principio. Io ho una sorella che non le va mai bene niente di quello che faccio, che ha quasi 5 anni meno di me e pensa di potermi insegnare a vivere. Ho una sorella che mi chiede di andare a ballare con lei, che le mie amiche adesso sono anche le sue amiche, e le mie amiche vanno al suo compleanno in discoteca e io no, perchè io in discoteca non ci vado volentieri. Ho una sorella che in questi ultimi anni è anche la mia coinquilina, che dire le cose a una sorella che è anche una coinquilina non è facile, perchè poi rischi di perdere un po' di tranquillità. E così si combatte con la voglia di scannarsi e con la consapevolezza di non poterlo fare per non andare in galera, che io le mani non me le voglio sporcare e la galera non mi piace...e allora non la posso strozzare. Io ho una sorella che se avessi scritto questo post qualche giorno fa avrei scritto solo delle cose brutte su di lei. Però sono un paio di giorni che è nella fase buona, perchè è il suo compleanno oggi, e allora fa quella che vuole bene a tutti e non litiga con nessuno, un po' come si fa nel giorno di Natale. E allora, visto che io e questa sorella ultimamente abbiamo ricominciato a parlarci come se niente fosse successo, abbiamo trovato dei punti d'incontro, fino a quando dureranno, gli auguri mi sento di farglieli in pubblico. Che anche se ho una sorella che il mio blog non lo legge perchè non gliene frega niente del fatto che io scriva, una sorella che ha tanti interessi che con i miei non ci azzeccano proprio niente, una sorella così diversa da me che non sembriamo mica figlie degli stessi genitori, è pur sempre mia sorella...e a volte le voglio bene e a volte la odio. Ma l'odio è passeggero e il bene è incondizionato...e allora di base le voglio bene...e allora, Elliot, sperando che questi 22 anni ti siano di aiuto a maturare un po' di più, i miei migliori auguri per un felice compleanno.

sabato 29 novembre 2008

PER VOI


Foto di Leanne


Se solo potessi, sapete bene, che vi metterei nel vostro trasportino, vi caricherei in macchina e vi porterei là, in una casa tra i boschi. Una di quelle case con i mattoni a vista, a due piani, con tante scale da correrci su e giù. Lo sapete, vero, che vi regalerei la terra, buche da scavare, alberi da farsi le unghie, uccellini da inseguire con lo sguardo, prede da acchiappare. E topolini in cantina da rincorrere, topolini veri, però, non quellli a molla con cui giocate di solito. Se potessi vi regalerei aria buona, fresca, pulita, da respirare. Vi regalerei lo spazio per saltare, per sentirvi liberi. E metterei una sedia accanto alla stufa, una di quelle stufe vecchie, avete presente? Di quelle stufe che in inverno fanno un gran caldo. Vi immagino acciambellati, assopiti, dopo aver dato sfogo al vostro istinto naturale, mentre prendo in mano un libro e vi leggo favole per farvi addormentare.  Se solo potessi, vi regalerei un posto migliore, non solo parole. Se solo potessi, vi regalerei il senso di pace e di libertà che vi meritate tanto.


venerdì 28 novembre 2008

MI PRENDO E MI PORTO VIA



O meglio, mi prenderei e mi porterei via se solo ne avessi l’opportunità. Io non ce la faccio più, non posso continuare a sopportare tutta la merda che mi stanno tirando addosso, non posso continuare a sopportare di essere presa sempre per quella che non sono, di non essere capita, di non essere sostenuta e di essere sempre presa per il culo. Uscirei da quella casa anche adesso, se solo potessi. Ho dato un’occhiata agli affitti vicino al mio ufficio e per il più piccolo monolocale che ci sia (38mq)  chiedono 450 €. Mi prendo e mi porto via il cazzo! Primo perché con i restanti 450 € dovrei campare tra cibo, bollette e tutti quegli imprevisti che ti capitano durante l’anno. Secondo perché i miei gatti in 38 mq non saprei come tenerli. Terzo perché adesso che ci penso io ho tutti i diritti di mia sorella di rimanere in quella casa…e non vedo perché debba andare via io, visto che quella che rompe i coglioni è lei. Hanno sempre dato tutti per scontato che io potessi arrangiarmi, tutti hanno sempre pensato che io fossi quella forte, tenace capace di mandare affanculo il mondo. Il fatto è che è anche vero…l’ho fatto a suo tempo e se potessi lo rifarei di nuovo. Ma la soddisfazione no, di andare via di li non gliela do. Facciamo a chi si stanca prima. Che io non ho voglia di tirare la cinghia adesso che ancora non ho figli e non ho una famiglia, che nella vita non si sa mai quello che ti può capitare. Che tanto anche se mangio tutti i giorni patate non riesco mica a campare con 450 euro. E sto li, a guardare i numeri del superenalotto e a sperare che per una volta nella vita mi capiti qualcosa di buono. Sperare di vincerli e dire “Tho, mamma. 500 mila euro per sistemare la tua cazzo di schiena e le tue cazzo di gambe. Vai da uno bravo e fatti curare”. Poi prendere su e sparire…e ringraziare se qualcuno farà sapere loro quando crepo! Io non voglio arrivare al limite, sempre all’estremo, alla voglia matta che ho di mandare tutti a quel paese e di iniziare davvero a fregarmene. E’ brutto da dire, di famiglia ce n’è una sola, di momenti di tranquillità ce ne sono anche…ma visto che sono io quella che non è in grado di vivere con gli altri, che sono io che non scendo a compromessi, che sono io la malata di mente, quella che ha bisogno dello psicologo (che, detto tra parentesi, almeno la metà dei soldi che ho speso li ho sprecati per parlare della mia famiglia!), la pecora nera, la figlia strana, se mi si permette, dopo 26 anni che mi sento ripetere le stesse cose ne ho anche un po’ le palle piene! Quando stavo con mia mamma era perché non facevo un cazzo io in casa, perché su ogni cosa si doveva sempre discutere, allora prendevo su e stavo da mio babbo. Adesso che sto con mia sorella è perché io pretendo troppo e lei non fa un cazzo in casa! Uhè, allora mi viene da dire che qui i conti non tornino! E ripicche, e giochetti, e dispetti…minchia, ma non abbiamo più 6 anni!! Io così non ce la faccio…ma voglio resistere. Cercherò di essere accondiscendente, di stare zitta…ma non mi sta bene!! E a me quando le cose non stanno bene faccio fatica proprio a tacerle! E allora era da un bel po’ che non mi sentivo così sola…con tutti che mi danno contro come se le colpe fossero tutte mie…con io che vengo sempre dipinta come egoista e come approfittatrice. E basta!! BASTA!!!! Non ne posso più!



Immagine: Edward Hopper-"Automat"

giovedì 27 novembre 2008

SERATA AMICHE

Non c’è niente di meglio di una serata amiche per ricaricarsi, per farsi passare il mal di testa che tormenta da inizio settimana, per alleviare di tanto in tanto il fastidioso dolore di pancia causa ovulazionesenzapillola. Non c’è niente di meglio che cucinare per loro. Andare dalla Vale, portare la mia pentola, tutti gli ingredienti e mettermi a tagliare zucca e patate. E’ che a casa mia ci sono i gatti e l’Ev ha qualche problema. Non c’è niente di meglio che ascoltarle parlare. Quella che cerca lavoro da un anno e ha avuto tante di quelle disavventure professionali, di due di picche che, secondo me, se ci scrivesse un libro potrebbe guadagnarci qualcosa e continuare a campare. Quella che invece le proposte di lavoro le piovono sopra come chicchi di grandine in luglio…tutti la vogliono, tutti la stimano, tutti la cercano…Sarà…mi viene da dire che a questo mondo non esistono le mezze misure. Quella che sta bene dov’è, che l’ambiente le piace, che prende poco e vorrebbe cambiare per una questione economica ma non ha le palle per farlo. Quella che fa due lavori perché se no non riesce ad andare avanti. E passare da un argomento all’altro perché le cose da dire sono tante. C’è quella che non va d’accordo con la sorella che in casa non fa niente, e allora bisogna cercare di fare un respiro profondo e cercare di non farsi prendere dall’impulso intrattenibile della pulizia e vedere se quell’altra fa qualcosa (questa sono io. Mi sono ripromessa che questa settimana non toccherò nulla, che mia sorella si deve sgagiare e questa è la settimana del suo turno. Non so quanto potrò resistere dal prendere la scopa e lo straccio in mano…è istintivo, vitale, quasi!). E parlare di baci che non si dovrebbero dare, di scopate che non si dovrebbero fare, di lealtà, di fedeltà, delle cose che sarebbe stato meglio non sapere, o sapere a tempo debito, delle cose che sarebbe stato meglio non dire, ma che si sono dette causando marasmi nel rapporto di coppia, sensi di colpa e momenti di mutismo. Di chi perdona, di chi ci passa sopra e di chi guarda avanti e continua. Di chi dice che ce la farà a passarci sopra e che si sta impegnando per farlo.


Le serate amiche, così sporadiche, così sempre piene di novità e di cose da raccontarsi, tra un risotto alla zucca che non era neanche un granché e verdure crude da sgranocchiare e sigarette. Mi serviva…mi servirebbe più spesso. Alla fine le amo tutte quelle donne li…sono il mio unico legame rimasto con il passato, con la mia adolescenza, con i giorni di scuola e con quello che viviamo nel presente. Sono il mio futuro, e spero di non perdere anche loro durante il tragitto.

mercoledì 26 novembre 2008

RUBRICA: LE CANZONI CHE ASCOLTAVO QUANDO ERO ADOLESCENTE

Che se adesso mi metto a riascoltarla mi viene un po' da ridere...che se devo ascoltare gli Articolo 31 adesso piuttosto mi taglio una mano...però all'epoca mi era presa la spiga con questa canzone qui, perchè mi piaceva davvero, eh. L'avevo imparata a memoria e la scrivevo su tutti i diari che mi capitavano sotto mano.  E poi io ero una ragazzina rapper nell'anima e i rapper mi facevano un gran sangue. Insomma, tanto per dire qualcosa, quando ho scoperto questa canzone insieme a Rachele, era il 1997, avevo 15 anni e mi vestivo di pantaloni con la loffa nel culo e felpe con le maniche lunghissime.


Questi sono gli Artiolo 31, "Solo per te" tratta dall'album "Strade di città" 1993


 


martedì 25 novembre 2008

COME SVEGLIARSI AL MATTINO E TROVARE LA NEVE



Che la neve per me è una questione di ricordi. Non c’è cosa più bella dello svegliarsi la mattina, alzare la serranda e vedere che nevica. Mi sono svegliata e ho buttato un occhio tra i buchi delle tapparelle…era buio e dentro di me ho detto “Adesso apro  e nevica”. E sono corsa ad aprire la finestra. E entusiasta come una bambina, ho cominciato a fare strilletti. Sono corsa in cucina e ho detto a mia sorella “Elli, nevica!!”…Lei “Cazzo dici??...”….”Si, guarda, nevica!!!”…”Ma che due palle”…Io invece sono contenta, sono carica…che a me la neve piace davvero un sacco. E mi ricorda quelle mattine, quando abitavo ancora in campagna. Mia mamma ci svegliava e diceva “bimbe, venite a vedere…nevica!!”…E con i nostri pigiamini colorati, con le pantofole a forma di cane e di gatto, correvamo in terrazzo a vedere. Ed era uno spettacolo indescrivibile. I campi innevati, il vetro freddo che si appannava quando avvicinavamo le facce e lo toccavamo col naso. La neve…che sta ancora scendendo mentre sono qui in ufficio, che mi volto a guardare di tanto in tanto. Un po’ perché la parte razionale di me spera che smetta se voglio tornare a casa stasera, e un po’ perché la parte infantile di me spera che non smetta se voglio continuare a sentirmi serena come quando avevo 8 anni.

domenica 23 novembre 2008

QUALCUNO MI SPIEGHI...

Primo: che cosa c'è di così esaltante nel festeggiare i complenni...che io questa cosa del festeggiamento non l'ho mai concepita fino in fondo. Insomma, l'ho sempre detto, non vedo cosa ci sia da festeggiare considerando che si invecchia di un anno...mah, le cose proprio non mi sembrano logiche


Secondo: come mai per festeggiare un compleanno bisogna andare a mangiare una pizza la domenica sera a più di 30km da casa. Che di pizzerie ce ne sono anche nel circondario, eh, ma no, per il compleanno si va nella pizzeria più in culo al mondo che esista. Che anche questa non mi sembra molto logica come mossa.


Il fatto è che io in inverno, semplicemente, se potessi, andrei in letargo. Di uscire col freddo non ne ho proprio voglia. Non è mica una questione di crisi di panico o di depressione...no no, è che proprio non mi va. Solo che poi in casa mia si misura il regredire o il progredire della mia "malattia" in base alle volte che esco e alle cose che faccio. A nessuno è mai venuto in mente di pensare che io, semplicemente, non abbia voglia di immischiarmi in certe situazioni, di stare in mezzo alla gente e al casino. No! Io sono più o meno depressa se non esco o esco. Ma andate a cagare! Oh, ce l'ho fatta, l'ho detto! Sono solo una donna stanca, sono solo una donna che ha i suoi punti fermi e le sue cose da fare. Ha la sua casa, i suoi libri da leggere, il suo divano, i suoi gatti...i posti in cui sta bene e i posti in cui sta meno bene. E allora i posti in cui sto bene sono qui, in santa pace, sono il mio ufficio quando non c'è gente, sono il mio monte dove ogni tanto mi sposto con la mente, sono le sue braccia e le sue spalle quando mi ci appoggio con la testa. E se adesso penso che tra poco dovrò uscire, con questo buio, con gli occhi che mi bruciano per la stanchezza, non mi viene mica tanta voglia!! Io sto bene qui...lasciatemi qui! con la mia coperta sulle ginocchia, come i vecchi, si...che non me ne frega niente se di norma una ragazza di 26 anni non sta chiusa in casa! io in casa ci sto bene...lo volete capire?! Solo che poi passi per pazza, per malata di mente, per depressa...e allora mi faccio il bagno, mi lavo i capelli, mi nerolizzo (ovvero mi cospargo di talcocrema al neroli), mi vesto, mi trucco e mi spruzzo un po' di essenza all'ambra, che mi fa sentire al sicuro. E poi vado...cosa devo fare? Mi tocca, questa volta ormai mi tocca. Farmi km per andare a mangiare una pizza...e poi la pazza sono io!! Incredibile sul serio...Senza contare  che il prossimo venerdì la sorella festeggia il suo di compleanno...50 invitati! No, adesso ditemi cosa se ne farà di 50 invitati!! Che io 50 invitati non li rimedierei neanche per il mio matrimonio se mai mi dovessi sposare...e questa li rimedia per un compleanno. Che poi c'è anche il pranzo in famiglia domenica prossima, eh...che mica si ferma li la solfa! Io, al mio ultimo compleanno, ho radunato l'Ev, l'Ely e la Vale e siamo andate a mangiare una pizza a santarcangelo, per dire. Che già è stato tanto...che il periodo non era dei più allegri. E a casa mia quel giorno a nessuno è venuto in mente di farmi neanche una crostatina del mulino bianco con una candela sopra (sempre per evidenziare le differenze!). Ma basta con tutte ste puttanate...io mi chiamo fuori da queste convenzioni...io mi chiamo fuori! Io sono diversa...non malata, non pazza, non strana (come mia mamma sta continuando a ripetermi da un bel po'), ma diversa. Diversa si, orgogliosa di essere diversa da tutta sta massa che con me non ha niente a che fare! Oh, e adesso vado a mettermi le scarpe...ma è l'ultima volta che mi faccio coinvolgere da gli obblighi social-famigliari



"Perciò ti amo, insieme di tutti i nostri amori,


dal primo bacio che la mia bocca scambiò con la tua.


La mia anima non potrà mai esprimere,


per tutta l'eternità,


questo bisogno insaziabile di amarti"



(J.Dravet a V.Hugo)

venerdì 21 novembre 2008

QUESTA, VALE, NON E' LA TUA TERRA


No, decisamente no. La mia terra è fatta di boschi e foglie da calpestare, di fronde che filtrano il sole a sprazzi. E cerchietti di luce sui volti. La mia terra ha l'odore dei faggi, del fango sotto le suole delle scarpe, l'acqua pura della sorgente del Tevere. La mia terra in estate è fresca e se la tocco con le mani mi fa respirare. La mia è una terra che si insinua sotto le unghie, che ti entra dentro e ti salda le viscere. La mia terra mi guarisce da ogni male. E d'inverno, quella terra li, è di un freddo che si fa fatica a starci. E allora mi manca. Ma me la immagino coperta dalla neve, mentre dorme e sembra morta. Ma sotto la coltre cova ancora il calore su cui ho camminato, su cui mi sono stesa, su cui ho pianto, riflettuto, su cui mi sono innamorata.  No, questa dove sono adesso, fatta di sabbia e traffico, e palazzi alti, non è la mia terra. La mia terra è altrove. Oggi più altrove di altri giorni. Oggi che sono vestita di verde e marrone, come il colore dei suoi alberi, oggi che avrei solo voglia di stendermi sopra lei a guardare le nuvole dalle strane forme che coprono il sole.

giovedì 20 novembre 2008

LA DEGNA FIGLIA DI MIO PADRE

Il problema è che si semina ciò che si raccoglie. Io non ho mai avuto una gran stima di mio padre e, chi legge questo blog, ormai lo sa bene. Solo che a volte penso di essere davvero una figlia pessima. Ok, diciamo pure che lui non è stato molto presente, diciamo che se ne è sempre abbastanza fregato, diciamo che se non lo chiamiamo io e mia sorella lui è raro che si faccia vivo, diciamo anche che delle volte è meglio che non si faccia vivo perché sentirlo anche solo per telefono con quella cazzo di voce impastata mi fa venire un magone e un nervoso che non si possono descrivere. Diciamo, però, che è comunque mio padre. Diciamo che mi fa anche un po’ pena per la sua ignoranza ma, soprattutto, per la sua fragilità. E penso che ormai sta invecchiando e che avrebbe sempre più bisogno di noi. Solo che come si fa a stare dietro a uno che ti spara una cazzata dietro l’altra sotto il quasi costante effetto alcolico?! Non si può, non si riesce, non è così semplice. Una volta mi vergognavo anche di lui…adesso ormai ha smesso pure di essere un problema. Ci vediamo talmente poco. Che se lui fosse un po’ più serio, un po’ più sobrio, la cosa sarebbe già più facile da gestire. Venerdì scorso l’ho accompagnato in ospedale. Doveva fare uno dei suoi soliti controlli alla prostata. Io non ho ancora capito se ha qualcosa o no. Lui non si esprime più di tanto. L’ho accompagnato io perché da un po’ di tempo a questa parte ha dei problemi con la vista. Da un occhio non ci vede praticamente più…E così ha detto che ha preso appuntamento per una visita il 22 di dicembre. L’altro giorno mia sorella lo ha chiamato a casa e lui non c’era. Mio zio ha detto che era via dal giorno prima e non lo aveva più visto. Un po’ di patema ci è venuto, perché per quanto ne sapevamo poteva essere ovunque. Allora mia sorella ha chiamato mia zia…e così abbiamo scoperto che lo era andato a prendere e lo aveva portato a casa sua. Così sta da lei. E lei gli ha preso un appuntamento per fare una visita prima del 22 dicembre perché la cosa sembra abbastanza grave. Ed è per questo che io dico che sono una pessima figlia…perché non ci sono arrivata io? Perché  non me ne sono preoccupata? Perché non ho pensato che la cosa fosse così grave?! Ecco, allora penso che come figlia io non valgo proprio niente. Che non mi preoccupo per lui, che non mi prendo a cuore i suoi problemi. Diciamo pure che non mi sbatto per lui. Che anche se lui un gran padre non è stato e non sarà mai, dovrebbe essere normale aiutarlo in caso di bisogno. E invece ci pensa sua sorella…mica io. Io me ne sono sbattuta, io ho sottovalutato la cosa. Io sono una figlia che fa proprio schifo.

domenica 16 novembre 2008

SULLA SOLITUDINE

 


Se ne parlava giusto venerdì sera, dopo aver incontrato un mio amico al supermercato. Aveva lavorato fino alle 7.30 ed era alla cassa con un sacchetto di carote tritate e una vaschetta di prosciutto crudo. Quella era la sua cena frugale da venerdì sera da single. E allora questa cosa della solitudine mi torna in mente adesso, mentre sono qui con il mio brucioredistomacoautunnale e il mio malditestadadomenicapomeriggio, la tazza di te fumante e i miei biscotti al grano saraceno e zucchero di canna, dopo aver disertato una pizzata in famiglia perchè non ne avevo proprio voglia. La solitudine. Uno dei mali del secolo. Io, per esempio, la solitudine a volte la ricerco proprio. E' un'esigenza, una necessità. La mia casa vuota, con solo il rumore delle fusa dei gatti. Ma la solitudine non è uno stato fisico, è uno stato dell'anima. Spesso e volentieri ci sono stati periodi in cui mi sentivo sola anche se avevo la casa piena di gente, anche se sul divano c'erano i miei che guardavano un film. Ero sola, completamente sola lo stesso. Perchè per solitudine io non intendo il non avere amici, il non avere qualcuno con cui condividere cose, il non avere un compagno. Solitudine è non essere compresi, capiti. Capiti da qualcuno che sa che cosa voglia dire quello che sentiamo dentro e il casino che passa nelle nostre teste. Io adesso sono qui, che scrivo, bevo il mio te in silenzio, con la tv e la radio spente, il profumo dell'incenso che viene dalla sala. Non mi sento sola, non mi sento sola per niente. Come non mi sentivo sola quando, 4 anni fa, ero andata a vivere a Cesenatico. Se la mia coinquilina non c'era io stavo come un papa. Da sola...non vuol dire in solitudine. A volte pesa non avere qualcuno con cui parlare, è vero, a volte pesa non avere qualcuno con cui confidarsi, è vero...eppure, non siamo noi, forse, i miglior consiglieri di noi stessi? Io mi sento più sola quando sono in mezzo a masse di gente, al rumore del chiacchiericcio continuo nelle sale d'aspetto, nei ristoranti, nei paesi in festa. La solitudine è questa per me. E' che a volte, però, è quando cerchiamo di allontanarci dagli altri che abbiamo più bisogno...ecco, io stasera non mi sentirò sola, ma sento che ho fatto male a rimanere a casa. Perchè quando si è soli il problema di fondo è che si pensa troppo...vengono fuori pensieri strani, che non si possono confrontare con nessuno...perchè si è soli, si parla da soli, si discute da soli...ma credo vada bene così. Rimanere soli è sempre un buon modo per guardarsi dentro, cercarsi, scoprirsi, capirsi. Nessuno può insegnarci nulla...siamo padroni delle nostre vite e dei nostri pensieri, sappiamo quello che ci fa star bene e che ci fa star male...a volte può sembrare pesante il silenzio che si sente in una casa vuota, quel silenzio che magari si cerca di riempire accendendo lo stereo, ma bisognerebbe ignorarlo. Il vuoto, il silenzio, la calma e la tranquillità...impagabili. Il pensiero di avere sempre gente in casa e di non avere i miei spazi mi mette ansia...da soli, gli spazi, si trovano di sicuro...



Foto dal web

UNA GITA A...

Santarcangelo...


Uno dei paesi che più adoro. A circa 5 km da casa mia. Che uno pensa che per andare in gita occorra viaggiare chissà quanto. Non ci rendiamo conto di quanti siano i posti magnifici anche a poca distanza da noi. Così ieri pomeriggio, io e Lui, ci siamo armati di macchina fotografica, cappello e voglia di camminare. Ci siamo inoltrati calpestando le pietre di viuzze dai nomi tipo "Vicolo dei nobili" o "Vicolo delle suore". Abbiamo sceso scalinate, visitato un paio di mostre, sotto un cielo cupo che prometteva pioggia. Abbiamo spiato gli angoli di questo paesino che potrebbe fare da scenario ad una favola. E il fumo dei camini ha impregnato i nostri capelli...e mano nella mano, litigandoci le immagini più belle, abbiamo passato un paio d'ore del sabato pomeriggio. Amo Santarcangelo, per le sue case basse e colorate, per le persone che ti sorridono da davanti a gli usci. Volevo che questo paese entrasse anche dentro di Lui...non voglio tenere per me certe meraviglie...è giusto che queste cose vadano condivise. Spero di avergli fatto un bel regalo.



Il monastero



Dall'alto



La Rocca



La "Tavernetta"



In memoria...





Scorci



Museo archeologico




Veduta dal museo archeologico



Museo archeologico




 



Altri scorci



Foto di Kaba



Foto di Kaba



La Leanne in riflessione - Foto di Kaba



Foto di Kaba











Scorci pseudonotturni



Panorama



Kaba con cappello




Leanne sui tetti - Foto di Kaba






Scorci notturni



Il campanone



La rocca in notturna



La rocca in notturna - foto di Kaba



Scorcio col flash...-Foto di Kaba



La "Tavernetta" in notturna







La Pieve di San Michele





Tornando a casa...chiesa di Castelvecchio, Savignano sul Rubicone


Un ringraziamento speciale a Kaba per aver prestato la sua immagine, la sua capacità con l'obbiettivo e la sua pazienza :)