Di quelle dita
così nodose e sottili
dove la vera balla
e si sfila da sè.
Di quel viso stanco
del sorriso accennato appena,
sottile, stentato.
Della tua voce
che non è più la tua voce.
Di quegli occhi
adesso vuoti
adesso assenti
che non sono più i tuoi occhi.
Io non voglio ricordare.
Tacitamente prometto,
ogni momento in cui ti guardo
ogni momento che temo sia l'ultimo.
Quando succederà
di te serberò solo il buono.
Di ogni cosa che hai fatto
per me.
Delle tue mani
a impastare pasta fresca.
Dei tuoi occhi
ora attenti
ora luminosi e arguti.
Di come ridi
di ciò che racconti
di tutto quello che dici.
Ecco
tutto questo
è quello che terrò.
Tutto il resto,
giuro,
sarà dimenticato.
Ma è la tua??????
RispondiEliminaVa beh che io son di lacrima facile e avevo già gli occhi umidi...adesso proprio mi viene da piangere tanto...ma che bella cosa hai scritto. Il concetto è bellissimo...sarebbe bello riuscirci, ancora più bello sarebbe non sentire di essere sempre in qualche modo ad orologeria...io spero che il tuo, di orologio, si arresti ad una certa ora che dici tu e non si smuova più dal di lì...
Vale
la tua nonna non lo saprà mai che ci sono parole bellissime che parlano di lei...io adesso sono stanchissimo e non so cosa dire per dire che diventi sempre più sottile coi versi; questa è una cosa bella, molto bella. anzi bellissima.
RispondiEliminaBrava!
RispondiEliminaVale: si, come già detto in altra sede, la poesia è la mia..non di qualche poeta serio :). io non volevo attentare alla tua già marcata fragilità...anche a me piace tanto questa poesia...purtroppo l'orologio si muove e non ci si può far niente. bisogna accettarlo e basta...
RispondiEliminakaba: no, mia nonna non la leggerà questa poesia...però mi basterebbe che sentisse quello che sento.
io ti ringrazio perchè dici che sono diventata sottile...e che questa cosa è bella...anche per me questa cosa di essere diventata sottile. :)
loop: grazie!:)