mercoledì 11 marzo 2009

PER ARRIVARE, POI, DOVE?

Io non ci penso mai. O meglio, cerco di non pensarci. Se c'è una cosa che non mi piace fare, è pormi delle domande del tipo "da dove veniamo? dove andiamo? cosa siamo?" e tutte quelle menate li. Il fatto è che però ogni tanto ci penso. Perchè da strega quale sono, da credente nella reincarnazione, la risposta è abbastanza semplice. Stiamo vivendo questa vita per evolverci e viverne un'altra successiva per evolverci ancora di più, fino al raggiungimento di un'evoluzione totale che ci porti a non essere più carne ma solo spirito ed arrivare, finalmente, alla pace eterna. Il problema è che non sono solo una straga. Sono anche una donna realista. E da donna realista, ultimamente, la risposta che mi viene da dare è "Viviamo sostanzialmente per niente". Non mi si prenda per la solita cinica o per la solita pessimista. Io non sono nè cinica nè pessimista. Come ho detto, sono realista. Obbiettiva. In fin dei conti, le uniche prove concrete, sono quelle che abbiamo sotto gli occhi adesso. Poi uno può credere nel paradiso o nell'inferno, uno può credere nella reincarnazione, uno può credere in quello che vuole dopo la morte, in un qualche premio, in una qualche ricompensa. Ma tutto quello che di certo c'è, è che il fine ultimo della vita è la morte. Partendo dal presupposto che sto parlando un po' troppo spesso di morte, però ecco, non so se vedete, lo faccio anche abbastanza serenamente, io non la temo...o meglio, non la temo più, un po' di angoscia spero che mi sia concessa in questo contesto...e forse anche un po' di comprensione da parte di voi lettori. E magari anche un po' di riflessione da parte vostra. Non è che voglia portarvi al suicidio, però, ecco, mi piacerebbe discuterne un po'...perchè poi,  a ben pensarci, uno si fa un mazzo tanto una vita, uno si sveglia alle 7, per 40 anni, tutte le mattine escluse le domeniche e i giorni di ferie, uno si fa un mazzo tanto per riuscire ad arrivare alla fine del mese, per pagare tutte le bollette, per saldare l'affitto, per pagare la rata del mutuo. Uno mette al mondo dei figli, si sposa, uno cerca di avere una casa decente, una vita decente, almeno. Uno si costruisce, piano piano, ogni giorno, un pezzo del suo futuro...per arrivare dove? Lì...sempre lì. Non si scappa, non se ne esce. Per arrivare alla fine. Che a questo punto, ogni tanto, ti viene anche da pensare "speriamo che allora questa fine arrivi presto". E a questo proposito mi viene da pensare ai suicidi. Come fai a biasimarli? Benchè ci si ripeta spesso che la vita è fatta di cose bellissime " ma guarda intorno a te, che doni ti hanno fatto, hanno inventato il mare. "...certo, insomma, è vero, eh. Mica che la vita sia solo una mondezza. Io, per esempio, non disdegno la mia vita. Mi piace, lo rifarei. Per arrivare però dove? Alla fine. Insomma, parliamoci chiaro. Tutto questo arrabbattarsi per sopravvivere, tutto questo sacrificio, o tutte le cattiverie, tutta la smania di avere, di possedere, di arrivare, di realizzarsi...quando poi alla fine non rimarrà niente, se non una bella frase su un necrologio per ricordare quello che siamo stati. Mi si permetta, ma la cosa mi sconforta un pochino. E per quanto si facciano epiche imprese, per quanto si cerchi, in vita, di lasciare qualcosa di nostro anche dopo la nostra dipartita (si pensi ai grandi artisti, ai poeti, ai pittori, ai cantautori, sempre vivi negli anni, nei secoli), rimane sempre il fatto che fiscicamente non rimaniamo noi. Io almeno non rimarrò di sicuro. Non lascerò che qualche ricordo, qualche foglio scritto, qualche poesia che non leggerà nessuno, qualche foto di me. E io? Io, semplicemente, cesserò di essere.


Sia ben chiaro, sono serena, eh...queste sono solo riflessioni. Ma io sono serena.

4 commenti:

  1. Sai, mille volte ho pensato le stesse cose, che in fondo come dicevano i CCCP è "produci, consuma, crepa". Questo è il concreto. E io che non sono un premio Nobel non penso lascerò dietro di me una sfolgorante immagine durevole nei secoli. Sono una specie di Cristiana e voglio credere nel Paradiso, ma in realtà sono più le volte che anche no.

    Io credo che questi pensieri che ti vengono, o che anche vengono a me spesso e volentieri, in parte siano dettati dalla nostra convinzione di non volere figli, perchè siamo comunque il prodotto di una famiglia, di qualche tipo, nel bene o nel mane, e in quanto donne, purtroppo nel nostro DNA c'è qualcosa che ci istiga a quello. Ma se facciamo uso del libero arbitrio e ci chiamiamo fuori da quello che ancestralmente il nostro colpo, nostro malgrado ci indurrebbe a fare, magari vengono meno punti di riferimento e magari ci si sente un po' inutili...

    Per cosa viviamo? Per ogni cosa bella che possiamo sentire con tutti i nostri sensi, per ogni emozione, per ogni lacrima, che non è assolutamente detto da nessuna parte che qua viviamo per essere felici. Per ogni cosa stupida o non che possa far piacere a noi stesse, per ogni volta che si è fatto l'amore e ci si è sentite vive come non mai. Per ogni incazzatura provata di cuore, di testa o di istinto; per ogni persona che ci è vicino e si sa che sentirebbe davvero la nostra mancanza, se noi non ci fossimo più. Non sono solo parole, credo io (o meglio, me ne sto convincendo con opera di immenso impegno dopo avere avuto per lunghi anni un nodo alla gola e la sensazione di soffocare nel pensare alla mia dipartita), poi saremo e finiremo polvere, e rimarrà una lapide, e allora io che non mi voglio fare più venire le crisi d'ansia a pensare a questa cosa qua, se penso alle lapidi, penso a Spoon River, o al Faber che un secolo dopo "Non al denaro, non all'amore, nè al cielo".

    Buonanotte Vale, non ci pensare troppo che non se ne esce da queste elucubrazioni.

    Un abbraccio

    Edmond Dantès :) :) :)

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  2. ci sono le cose con la fregatura dentro e quelle senza fregatura dentro...quelle con la fregatura sono di piu'...e la vita preferisce stare con la maggioranza...io che sono fatto per le minoranze come faccio? muoio? no eh, vivo, ma con la sensazione di non essere mica in sintonia con quello che c'ho intorno

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  3. non è la meta...ma il viaggio!

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  4. vale: ecco, si, a volte ci penso anche io che forse è anche per il fatto di non avere figli..che poi, anche se avessimo dei figli, il concetto di base rimarrebbe comunque...tanta fatica per farli, per tirarli su e poi non ci rimarrebbe niente, alla fine. ma quando dici che si vive per ogni cosa che, nel bene o nel male, ci fa sentire vivi, non posso che darti ragione. ho giusto un post che devo scrivere, perchè ogni tanto mi rendo conto anche di questo e allora sono felice di vivere. no, non ci penso troppo...ogni tanto sono riflessioni che mi vengono così. però adesso è un po' passato lo sconforto. sarà il sole :) ti abbraccio, cara



    kaba: tu hai più sintonia con quello che c'hai intorno più di quello che credi. :)



    animanotturna: intanto benvenuta. e si, sulla meta e sul viaggio ti do un 10 e lode. perchè ieri l'ho capito anche io. e come si va...non dove si arriva. :)

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