domenica 3 maggio 2009

VIVIAMO DI POESIE...ALMENO, IO ORMAI VIVO SOLO DI QUESTO E POC'ALTRO


Io lo so che ormai i pochi lettori rimasti di questo blog si saranno stancati di tutte queste poesie che posto. Che poi, fortunatamente, non siano tutte mie, magari è un bene. Ma capisco anche che la poesia annoi...soprattutto quando si è abituati a leggere pezzi di vita vissuta di una persona...una persona che in questo caso sarei io. Non che io non abbia niente da raccontare, c'è una cosa, una cosa che mi fa talmente piangere in questo momento che non ce la faccio a raccontarvela, una cosa che mi fa un gran male e allora tappo i buchi con altre cose. Con queste poesie che a volte sono mie e altre volte no. Tappo i buchi con quelle parole che a me piacciono, che mi fanno ricordare che esiste anche un piacere di vivere. E la poesia è uno dei piaceri per cui vivo. Leggerle, scriverle...fa poca differenza.


E allora ecco, io questa sera ricopio qua sopra, su questo spazio bianco, una delle poesie a cui tengo di più, che ho scoperto poi da poco, ma mi è arrivata dritta dritta al cuore. Capisco che una poesia diventa mia nel momento in cui mi fa pizzicare il naso e lacrimare gli occhi. Capisco che una poesia diventa mia quando la mattina mi sveglio e non posso fare a meno di ripeterne alcuni versi. Questa anche se non l'ho scritta io, è mia. E' sempre del solito Pedretti, perchè adesso sto leggendo la sua raccolta. A dire il vero la raccolta ho già finito di leggerla, ma la tengo lì, in prima fila sugli scaffali della libreria, per andarla a sbirciare, di tanto in tanto, e rileggerne qualche pezzetto.



E' MOND L'è UNA PALìNA CH'LA S'INCRéPA


Nu fé cumè in America ch'i dà e' blètt mi mòrt


parché ch'i faza fighéura te salòt


un gatìn ch'e'mòr sla spònda d'un fòs


l'è la féin d'una stèla.


Un viaz in chèva a e' mònd


l'è gnént paragòun de paralétich


ch'e' va da e' lèt a la scaràna.


Tnémma dacòunt al razi di péss


tnémma dacòunt al mulaighi dla véita.


E' mònd l'è delichèd,


e' mònd l'è una palìna ch'la s'incrépa.


Tnémmal lizìr,


tnémmal sla péunta dal dèidi,


néun ch'a sém quéi


ch'u s tòcca muréi



(Per i non romagnoli)


IL MONDO è UNA PALLINA CHE SI INCREPA


Non fate come in America che danno il balletto ai morti


perchè facciano figura nel salotto


un gattino che muore sulla sponda di un fosso


è la fine di una stella.


Un viaggio in capo al mondo


è niente paragonato al paralitico


che va dal letto alla sedia.


Teniamo acconto le razze dei pesci


teniamo accoto le molliche della vita.


Il mondo è delicato,


il mondo è una pallina che si increpa.


Teniamolo leggero,


teniamolo con la punta delle dita,


noi che siamo quelli


che dobbiamo morire.



Foto dal web

6 commenti:

  1. Per gustarmi questa poesia così delicata, soave, ho usato un altro sistema. Ho letto prima la versione naturale in romagnolo e la sua versione in italiano. Non ho resistito, sono tornato indietro, come ammaliàto, per rileggerla ancora in dialetto romagnolo.

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  2. Ciao cara, forse è meglio che aggiunga questo... per i miei nonni materni ho pianto. Per mia zia anchella anziana ho pianto. Persone a cui volevo bene e che hanno sofferto tanto.

    Per il mio nonno paterno... non abbiamo MAI parlato. Ho passato un'ora alla camera ardente, io e lui. Continuavo a guardarlo e non mi veniva in mente niente, a parte quando veniva a prendere me e mio fratello all'uscita di scuola alle elementari.

    Non posso piangere quello che non ho perduto. Mia nonna gli ha chiesto "Renato, ti fa male qualcosa?" "No" ha risposto. e ha chiuso gli occhi. io, personalmente, lo invidio. e sono contenta per lui. Di più non posso fare.

    Poi la morte mia, per me, non ha nulla a che fare col carma. Solo col riposo.



    Domenica non ci sono! Capperi :(

    Poi lo sai che pioverebbe vero??? =_=

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  3. PS. è da un po che non passo, ma quelle dannate spighe......



    Ps. 2 ho visto che hai romagna incantata. della stessa collana hai letto quello sulle streghe? com'è???

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  4. aldo: sono contenta che le poesie in dialetto che posto ti piacciano...e che tu ne raccolga il senso, soprattutto non sapendo il dialetto romagnolo! :) mi piacerebbe leggertene una, per farti sentire la pronuncia. ho visto che mi hai mandato una mail con del romanesco. appena mi ritrovo un po' di tempo e di santa pace ascolto! :) intanto ti ringrazio..e ti abbraccio



    vale: capisco tutto, allora. io devo farmi una gran forza, invece, in questo periodo...avevo bisogno di energia dei boschi anche per questo motivo..vedrò di ripiegare su un parco! :) e poi come dici tu, di sicuro avrebbe piovuto! :) faremo un'altra domenica..però lo facciamo, vero?!

    PS: ho provato a toglierle le spighe..ma non so come si faccia!! mi aveva aiutata una mia amica programmatrice a metterle...e adesso non mi racapezzo più! :( mi dispiace! riproverò...

    ps2: si, romagna incantata lo sto leggendo adesso..mi sembra molto più carino rispetto a "le streghe in romagna"...sinceramente pensavo di trovarvi qualcosa di più specifico e più magico..in realtà, se lo guardi dal punti di vista fiabesco, riporta molti richiami a storie con streghe, anche in dialetto..ma dal punto di vista "stregonesco", anche a livello informativo/storico non c'è nulla. mi ha delusa molto..pensavo fosse tutto un altro libro. non so se tu l'hai letto. se non ce l'hai e lo vuoi te lo presto volentieri..ah, c'è una cosa che dice, parla di "un luogo dove, secondo la tradizione avvenivano gli incontri notturni fra le streghe e satana. a faenza, in strada santa lucia, una volta sorgeva il palazzaccio"...che sia il caso di farvi visita?! :)

    un beso

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  5. uh...tesorino..non sono abituata a "sentirti" così :( uff...

    la poesia è bella,si,ma in questo momento penso alla Vale,e vorrei abbracciarla un po'

    e spero passi tutto in fretta

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  6. fra: tesoro, non mi fare piangere! :) sei carinissima, davvero...neanche io sono abituata a sentirmi così..però sopravvivo...ci sono cose che fanno parte della vita e devo farmene una ragione..solo che è difficile farsela. però me la farò e lo so. solo che adesso preferisco non scriverne direttamente, non parlarne, perchè non mi viene da parlarne. ma sono sicura che quando sarà il momento giusto, il momento più brutto, ne parlerò. e il tuo abbraccio virtuale io me lo prendo tutto. ti voglio bene

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