sabato 9 maggio 2009

QUALCHE VOLTA è SOLO UNA QUESTIONE DI VOCI

foto dal web


A volte basta un niente a smuovere quello che abbiamo dentro, le sensazioni assopite, il groviglio di emozioni che teniamo ben legato sopra al diaframma. Ci sono giorni che siamo così tristi da diventare apatici, giorni che l'unica cosa da fare sarebbe piangere per poter sciogliere quel groviglio. Ma non ci riesce. Siamo attraversati da un senso di staticità, siamo sommersi in una bolla di simil-cinismo. Crediamo di essere diventati forti, crediamo che la nostra corazza si sia adeguatamente indurita, quasi calcificata. E quasi quasi ne andiamo fieri. E poi basta un niente. Una cosa semplicissima. Basta la voce di una creatura minuscola, aggrappata alla mano del nonno, una creatura che non abbiamo mai visto, mai incontrato prima, che ci incrocia mentre camminiamo sul marciapiede, una vocina incomprensibile ma comunque chiara. Quella voce ci guarda negli occhi e dice "Dada". E in quel momento capiamo un bel po' di cose, si aprono le porte e le risposte alle domande di ogni giorno, in quell'istante, appaiono così nitide! Salutiamo la voce, con una voce che non ha dentro altrettanta innocenza, con quella voce in falsetto che si usa, erronamente e stupidamente, per comunicare quando si parla con delle voci piccole come quella che ci sta davanti. E la voce minuscola passa. Noi passiamo e le diamo le spalle. Poi, per curiosità, ci voltiamo indietro e vediamo che la creatura ci segue con lo sguardo. Monitorizza ogni nostro movimento, ogni passo. "Chissà a cosa pensa. In questo preciso momento io sono entrata nella sua vita e lei nella mia." Le sorridiamo. Ci sorride a sua volta. Chiama ancora "Dada", ma ormai quella voce è lontana, inafferrabile quasi. Saliamo in macchina. Le mani a coprire tutta la faccia...e cominciamo, finalmente, a piangere.

3 commenti:

  1. e quel pianto spero sia stato liberatorio micia..

    il solito affettuosissimo abbraccio

    ti voglio bene

    Fra

    RispondiElimina
  2. Quello è l'effetto che fa a noi adulti, poi diventiamo ridicoli cercando di imitare la sua naturale vocina e allora ecco che ci guarda esprimendo con il viso quasi una domanda che, a volte, ci può anche commuovere.

    aldo il monticiano.

    RispondiElimina
  3. fra: temporaneamente liberatorio, ahimè..però almeno ha sciolto un attimo il nodo. grazie, tigrotta...grazie mille. anche solo un abbraccio a distanza mi fa stare meglio. anche io ti voglio bene, cucciola :)



    aldo: già. sai, a me vedere i bambini fa pensare alla loro innocenza e ho una gran paura per loro, per quando diventeranno grandi, per quando si renderanno conto di quello che li aspetta. quando vedo un bimbo mi viene da invidiarlo..tornerei a quello stato, anche solo per 5 miseri minuti di incoscenza...ecco perchè mi commuovo...mi commuovo per la purezza di pensieri che un bimbo può avere. un bimbo che ti chiama "dada" e manco ti conosce...mi piacerebbe vivere in un mondo fatto così...

    ti abbraccio

    RispondiElimina