Sono le 3 di notte e sono sveglia. Ho un sonno che gli occhi non riescono a stare aperti, ma sono sveglia. Lui mi dorme accanto e io non posso dormire. Da quanto tempo non stavo più così? Il mal di stomaco mi fa venire ansia. Mi ricorda uno dei peggiori periodi della mia vita. Senza mai dormire, aspettando che mi passasse la nausea e la voglia di vomitare anche fino alle 4 o alle 5 di mattina. Mi fa venire ansia. Un po' come quando da piccola non riuscivo a prendere sonno e in casa mia tutti dormivano. Le luci spente nella stanza dei miei genitori, i rantolii di mia sorella con le adeonoidi ad indicare che era caduta in un sonno profondo. E guardavo l'ora segnata di rosso della radiosveglia e mi mettevo a piangere. Non riuscivo a dormire mentre tutti gli atri dormivano. Mi innervosivo tantissimo ritardando sempre di più il momento della tranquillità del sonno. Stanotte mi sono sentita così. Odio sentirmi così. Con le palpebre pesanti, la testa ciondola e non riuscire ad addormentarmi. Mi sono alzata dal letto, mi sono seduta sul bordo della vasca da bagno e con specchietto e pinzette ho iniziato a farmi le sopracciglia. Sembrerà strano, ma è un metodo che mi rilassa. E intanto aspettavo che venisse il momento buono per vomitare. ma non è venuto. Odio vomitare. E mentre sono li, che cavo i peletti con cura, uno a uno, mi chiedo cosa c'è che non va. Perchè tutta questo male, questa inquitudine? Cosa non mi fa dormire? Cosa mi pesa sullo stomaco come un macigno? Cosa mi fa dire che non sono felice? Ci sono volte che dico che amo la vita, che vedo il mondo a colori, che apprezzo le cose che mi stanno intorno, le piccole cose. Ci sono volte che non riesco a vedere oltre il mio male, oltre a questa sensazione di abbandono che mi sento sulle spalle. Eppure non sono sola, eppure ho persone che mi capiscono, che mi tengono la testa sulla loro spalla. Eppure se mi si chiedesse "cosa vorresti, adesso, per star bene?"...io non lo saprei dire. In quel momento non sento niente che potrebbe rilassarmi, che potrebbe tirarmi su il morale, che potrebbe farmi passare questo fastidio persistente allo stomaco. In quel momento penso solo che vorrei chiudere gli occhi e non svegliarmi più. Perchè se c'è una frase che continua a girarmi in testa è "perchè non c'è un giorno in cui io possa dire di essere stata bene?". E allora mi chiedo quanto ancora dovrò andare avanti così, quanti giorni, mesi, anni, dovrò passare con questa sensazione?! Quanti?!. Non sono una persona che si toglierebbe la vita di sua spontanea volontà. Almeno, non credo. Non ora. Resisto. Però credo che non farei niente per combattere se un giorno questa dovesse iniziare a venire a meno. E' bruttissimo da dire. E' bruttissimo perchè sono consapevole che intorno a me e neanche troppo lontano, c'è chi sta peggio, c'è chi pagherebbe qualunque cosa per stare come me, per avere quello che ho io, per non sentirsi solo. Ma sola io mi ci sento. Mi ci sento adesso, che questa casa è silenziosa e vuota. Adesso che i gatti si sono appisolati sul divano. Lui mi dice che ho lo splin. Io lo splin ce l'ho sempre avuto. E se c'è una cosa che mi scoccia in tutto questo è coinvolgere anche lui nel mio splin. Vorrei tanto mia mamma in questo momento. E' assurdo che una come me, che predica l'indipendenza, a volte non possa ancora fare a meno della figura materna. Eppure avrei bisogno di lei. Di dirle che sto male, che faccio fatica a fare un passo senza avere paura. Senza avere paura poi di cosa? Io non lo so di cosa ho paura. Vorrei che adesso lei fosse qui e mi dicesse di smettere di piangere e mi prendesse la testa tra le dita massaggiandomi le tempie per farmi calmare. La verità è che non posso. Non posso aggiungere altri pensieri a quelli che già ha. Non posso dirle che sto male quando lei stessa sta male. Non posso dirle di prendersi cura di me quando lei stessa ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei. Non posso. Allora mi limito a dirle che ho mal di stomaco e che non vado a pranzo. Non è giusto che io mi faccia vedere così. Non è giusto che capisca che sto male. Non adesso. In altri casi lo avrei fatto. Adesso no. Adesso scrivo e mi sfogo qui. Piango da sola che tanto è come piangere sulla spalla di qualcuno. Aspetto che passi come ho sempre fatto. Aspetto che passi e basta.
Foto dal web
ciao, Valentina, sono pau. mi dispiace che tu stia tanto male. quello che scrivi mi sembra noia, eppure non sembri una che si lascia passare la vita sopra. sembri una che la vita la cavalca come si fa con un giovane avelliniese, che devi tirare forte per farlo fermare. non so cosa potrei dirti per farti stare meglio, non credo che potrei, non so perché sono qui a scriverti. vorrei dirti che forse se tu parlassi con tua mamma e se le dessi un po' del tuo dolore lei pure starebbe meglio perché sentirebbe di essere ancora necessaria per te e il pensiero di te la distrarrebbe dal suo, di dolore. e se invece dell'indipendenza cercassi per un po' l'abbandono alla necessità di un altro, forse anche tu staresti meglio, se abbassassi le armi contro quella istintiva voglia di stare con altri, di dipendere da altri, di averne bisogno. vorrei essere li, vorrei esserti amica, e prenderti io la testa tra le dita e asciugare le tue lacrime e piangere con te, perché tu lo sappia che nessuno è davvero solo. nessuno è mai davvero indipendente. ma non posso. perché io nemmeno ti conosco.
RispondiEliminama non te la togliere, questa piccola vita che hai. mettila a frutto, coltivala come un orto che ti hanno dato in prestito, abbine cura come un gatto che ti hanno affidato. perché poi la rivorranno indietro, (e magari in quel momento ti accorgerai di essertici affezionata) e dovrai dimostrare che non l'hai dimenticata, che ne ha fatto buon uso. abbi cura di te, fai le cose che io tuo io piccolino ti sussurra maliziosamente di fare, birbantemente. fai le cose che fanno bene agli altri. ama senza freni. ridi forte. fai la pazza, che è la sola cosa che ti da libertà.
ciao Valentina.
RispondiEliminaSono sicuro che starai meglio..
Pietro
io allora sto qui a far cosa? perchè mi lasci dormire la notte quando avresti bisogno di me?..io che sono un esperto di quei dolori lì poi; ognuno ha il suo dolore speciale, diverso dagli altri. i dolori sono pieni di silenzio perchè si crede sempre che gli altri non possano aiutarci, non possano capirci...allora, adesso, anzichè star qui a scrivere ti chiamo così facciamo anche prima.
RispondiEliminami pare di sentire come un grido d'aiuto, anche se è silenzioso e tu sola lo senti dentro. Credo che da tutto ciò che hai voluto dire il desidero di vedere e di parlare con la tua mamma è comprensibile. Metti da parte l'orgoglio o il timore di creare altri problemi a tua madre.
RispondiEliminaPenso che lei sarebbe contenta di sapere che hai ancora bisogno del suo aiuto.
il monticiano
pau: che bello averti anche sul blog! :) bè, direi che tutto quello che ci dovevamo dire, ce lo siamo dette già...e che mi hai commossa te l'ho detto già..e che sto meglio lo sai...e che ti ringrazio per tutto, per le parole e per il conforto lo sai...quindi ecco...non ho molto da dire se non ancora grazie! :)
RispondiEliminapietro: grazie anche a te..si, va meglio..e andrà sempre meglio..lo so.
kaba: io ti lascio dormire la notte perchè almeno su due è giusto che uno dorma..ti lascio dormire perchè non ti svegli neanche con le cannonate, per dire!! :) in realtà ti lascio dormire perchè vederti dormire è l'unica cosa che mi fa stare tranquilla.
aldo: non so se è un grido di aiuto...vorrei solo potermi sfogare un po' con lei..ma non è l'orgoglio a bloccarmi. tante volte mi sono sfogata con lei e lei mi è stata vicina..adesso non è proprio il caso di andarle ad aggiungere altri pensieri e altre grane. ne ha già una e credo che per un po' le basterà quella...anche quando tutto sarà finito, anzi, soprattutto quando tutto sarà finito...e lì dovrò farmi ancora più forza per affrontare questo senza lei perchè di certo non ne avrà da spendere per me!
grazie aldo..grazie anche a te