BENEVOLMENTE MULTIMEDIALE
Questa notte, mentre mi aggrovigliavo tra le lenzuola per cercare l’angolo del letto più fresco per poter dormire, senza trovarlo, oltre tutto, pensavo un po’ a questa mia seconda vita. Io ho due vite. Si, quella reale, concreta, fatta di abbracci e persone fisicamente presenti e quella multimediale. Fatta di parole parole parole, confronti, conforti, amicizie astratte e senza volto. Mi sono resa pure conto di avere quasi più amici di blog che amici in carne ed ossa. Chissà. Forse perché vivere con me tutti i giorni e avermi a portata di mano non deve essere così semplice come contattarmi ogni tanto su msn o parlarmi su skype. Tant’è. Pensavo a Psy e Angela (senza che nessuno se ne abbia a male), al bel rapporto che si è instaurato. A quello di cui si parla quando la sera, magari, ci incontriamo in chat, alle battute e alle risate che ci facciamo. Alle riflessioni…e ai crolli di autostima. Al sostegno che cerchiamo di darci, ai consigli…e anche alle approvazioni sulle nostre scelte. Pensavo che a volte si sente di conoscere bene certe persone…perché forse, tramite uno schermo o tramite una cuffietta con un microfono è molto più facile mettere a nudo se stessi. O è forse più facile nascondere. Io sono convinta che sia più probabile trovare persone vere in rete che in una discoteca. Poi non so voi. Magari mi sbaglio, vivo in questo limbo di incoscienza e ingenuità…magari un giorno qualcuno mi troverà strangolata in un fosso. E’ anche vero che di solito vado ad istinto, se conosco qualcuno. Insomma, ci sono le persone a cui do corda perché mi sembrano vere e persone da cui mi allontano perché non mi ispirano fiducia. Ecco, ho perso il succo di questo discorso, non mi ricordo già più cosa volevo scrivere. E’ che ci sono persone alle quali ti leghi per forza, perché ti viene naturale, spontaneo. A volte perché capisci la loro anima come se fosse la tua, e poi ci pensi, e ti accorgi che tra la tua e la loro anima non passa molta differenza. Ci si assomiglia per esperienze di vita, per ideali, per percezioni delle emozioni, per interessi…eccetera eccetera eccetera. Forse, se ci fossimo incontrate una sera ad una cena, non ci saremmo neanche rivolte la parola. E invece qui, dove tutto è lecito, dove anche se sei una persona timida ti viene da aprirti, libera da ogni convenzione e da ogni etica, dai spazio al tuo essere più vero. E ti apri al mondo…un mondo che non avrà una concretezza, ma che ti aiuta a risalire, che ti da una spinta, che ti sostiene…che ti vuole pure bene. E io riflettevo su questa cosa del voler bene, no, per dire. Io sono una persona che si affezione anche ai Dj di radio 105, quindi non è che faccia molta fatica a voler bene a qualcuno. Ma come faccio a dire di voler bene a qualcuno che non posso neanche toccare o guardare in faccia quando mi parla?! Eppure più di una volta ho voluto dire a psy, ad angela come tanti altri di voi che scrivono qui, che magari passano di rado, che vi voglio bene. Un bene astratto, ma sempre bene. Un bene che forse va al di là delle parole e dello spazio. Un bene che non ha chilometri, né tempo. Perché è così. Lo sento e basta. Perché riconosco una persona che si merita il mio bene da una che non se lo merita. E non è uno sperpero di sentimenti, beninteso, uno spreco di bene che potrei dare a qualcuno che magari è qui vicino a me…no…il bene non finisce mai. Ce n’è sempre abbastanza per tutti.