Volevo andare a dormire presto questa sera. Avevo già il mio libro di Pennac in mano, e tanta buona volontà. L'ultima sigaretta, ho detto, e poi a letto. E invece no. Ho preferito sistemare un paio di cartelle del computer, spostarle per far spazio, guardare se c'era qualcosa che doveva essere cancellato. Di cose da cancellare ce ne sarebbero a milioni...e non solo di cartelle. Avrei diari da bruciare, sapete. Ogni tanto ci penso. Vorrei davvero fare un falò definitivo, lasciare infiammare per l'ultima volta tutto quello che sono stata, le persone che sono entrate e uscite dalla mia vita. Ardere. Per sempre. Ma come faccio? Non ho il coraggio di rinnegare anche solo un momento della mia vita, anche solo una persona, anche solo uno sguardo. Io non sono così. Non dimentico. Non è nel mio dna l'oblio, anche se vorrei tanto ci fosse. Però, dicevo, a volte capita che si sia certi che ci siano cose che non ci sono più. Una mattina ci si sveglia e si ha la consapevolezza non solo di aver smarrito qualcosa, ma di non averla addirittura mai avuta. Poi, una sera, mentre si spostano cartelle di file a destra e a manca, si trova senza cercare quel qualcosa che non si sapeva neanche di avere. E allora, a quel punto, si spende un po' del proprio tempo. Si legge...si leggono quelle parole che si pensava non esistessero più già da un po' e con rammarico si aveva ingoiato l'idea che fosse andato tutto perduto. E invece...e invece ci sono cose che tornato a galla come olio in un bicchiere d'acqua. Come la cipolla della panzanella, come un pesce morto di un fiume. Sono tutte allegorie simpatiche, non trovate?!...Così ho fatto sera, ho fatto notte. Ho fatto che adesso a letto ci vado sul serio e leggo qualche capitolo di libro. Così ho fatto anche un paio di lacrime, che a me piangere un po' fa sempre bene. Così, forse, una volta per tutte, deciderò di cancellare, eclissare, fare sparire quel qualcosa che si è già cancellato, eclissato e fatto sparire da sé. Devo solo ingoiare di nuovo, metabolizzare, accettare.
Psico: "A suo tempo lei ha impiegato molte energie sperando di fare star bene quella persona. Adesso che sta bene, e forse anche per merito suo, quella persona è sparita. Sarà mica questo che la dà fastidio?!".
Io: "Bè, forse anche si"
Metabolizzare e accettare direi proprio di sì, ma cancellare e dimenticare forse sarebbe un peccato..dimenticare quello che, in un modo o nell'altro, ci ha fatto diventare quello che siamo può sempre essere una preziosa lezione di vita o un monito da tenere sempre ben vivo in mente!Tuttavia..a volte, soprattutto ora, vorrei anch'io posseder l'oblio nel mio Dna!!Un abbraccio
RispondiElimina@Assiale: sai? credo di avere la stessa caratteristica in comune con Leanne, non riesco a disfarmi di nessun ricordo. Bisogna tuttavia notare quelli che io (e forse) Leanne adottiamo non sono metodi naturali attraverso cui "metabolizziamo e accettiamo" il nostro vissuto. Piuttosto, direi che conservare con cura diari, foto, biglietti e quant'altro ci lega al passato sia come mettere in atto una strategia di accanimento terapeutico per mantenere in vita tutto, compreso quello che una buona strategia dei nostri meccanismi difensivi interiori avrebbe provveduto saggiamente a rimuovere o a distorcere opportunamente nel ricordo. In questo modo boicottiamo le nostre difese immunitarie psicologiche, danneggiando noi stessi a vantaggio dei pensieri negativi.Un caro saluto
RispondiEliminaciao assiale (anagramma di alessia?! ) benvenuta!!vedo che hai capito perfettamente...da un certo punto di vista, credo che dimenticare sarebbe utile per andare avanti senza farsi domanda...eppure, quello che siamo stati e quello che ci ha fatto male, è quello che siamo oggi...non lo so. io vorrei poter non ricordarmi le cose, almeno non ricordarmi molte cose...e invece ho questo bruttissimo difetto di avere una gran porca memoria!! :) un abbraccio a teloop: in sostanza, sia io che te siamo decisamente da ricovero!! :)....io dovrei imparare a smettere di copiare messaggi, a smettere di scrivere diari...è per quello che ho memoria, mi aiutano a non dimenticare. ma il problema è: perchè non voglio dimenticare?!
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