Torno da dove sono venuta, a volte. Prendo la macchina e guido giusto per cinque chilometri, la distanza esatta dal luogo in cui sono cresciuta. Non ci torno spesso e, adesso che ci penso, era davvero da un bel po' di tempo che non salivo per queste strade con le curve a gomito. Eppure, sono solo cinque minuti di macchina! Ma oggi il rumore della città soffocante mi innervosiva. Così ho preso la mia agenda e me ne sono andata cercando riposo. C'è qualcosa di mistico nella campagna assolata e taciturna. Qualcosa di così irreale che sembra di entrare in un mondo parallelo, in una vita che nella realtà non esiste.
Il rumore dei trattori in lontananza si mischia al frinire delle cicale. E il silenzio nella stradina di ghiaia sembra intenso e dolce. Pace. Qui c'è la pace. E mentre apro il cancello, rivedo me bambina, sdraiata sul dondolo con la testa appoggiata sulle ginocchia di mia nonna. Contavamo formiche e lei mi cantava canzoni partigiane raccontandomi di quando qui erano venuti i tedeschi. Se solo oggi fosse ancora viva, con la coscienza di me donna adulta e non con l'ingenuità della bimba che ero, le farei domande su domande e prenderei appunti.
Da un angolo di ombra arriva il suono di una fisarmonica. E rivedo mio nonno, chino, impegnato a pigiare i tasti bianchi e neri, a battere il tempo e a riempire di malinconia i nostri pomeriggi estivi. Se solo oggi fosse ancora vivo, gli chiederei di suonare quelle note tristi ancora e ancora.
Ma la casa è vuota adesso. E nonostante questo, entro in silenzio, chiudendo piano le porte dietro me, come se non volessi disturbare i ricordi. C'è qualcosa di poetico che mi accompagna mentre salgo le scale, una musica di passato, di voci e di volti, una melodia di vite e anni vissuti tra quei muri.
Apro il frigorifero di mio padre. Acqua, birra e pesche. Birra. Con questo caldo una birra fresca è quello che ci vuole. E mentre bevo a piccoli sorsi dalla bottiglia, la campana della chiesa che suona, l'abbaiare dei cani e il cinguettio di piccoli uccelletti accalorati mi fanno compagnia.
E sono serena. Mentre il vento caldo mi sposta i capelli dagli occhi, sono serena. La mia sigaretta si consuma piano, apro gli occhi e guardo l'immensità che ho davanti...e spero che nessuno venga a stanarmi.
mi sembra di leggere un passo di un qualche romanzo , saga familiare della allende...e per un attimo mi è parso di percorrere con te quelle curve a gomito , e di andare su per quelle scalep.s. la natura,che sia mare o campagna o che so io, ha un potere miracolosoappena può anche mù fugge :)
RispondiEliminamu: la cosa bella è che spesso mi dicono che mi ispiro a qualche scrittore...che io non ho mai letto!...questo è molto strano!! :) mi piace coinvolgervi nel mio mondo e nei miei pensieri...mi piace farvi passeggeri della mia macchina e compagni dei miei viaggi (in tutti i sensi!! :))fuggi, tessssoro...fuggi e riprenditi. la vale ti abbraccia! :)
RispondiEliminaBella descrizione del luogo della tua anima. Ciao, Leanne!
RispondiEliminagrazie, loop...sempre un piacere leggere questi complimenti! :)
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