Se c'è una cosa che ho imparato crescendo, è quella di non aspettarsi mai niente dalla vita, di non programmare mai niente. A volte capitano cose che non ci immaginiamo, a volte succedono imprevisti che ci spiazzano e che sconvolgono tutto quello che avevamo messo in programma. Allora io ho capito, già dall'anno scorso, che non devo più stilare punti delle cose da fare per l'anno a venire. Tipo “Smettere di fumare” (oh, quello non manca mai...eppure è sempre il punto che lascio per ultimo) oppure “Mettermi d'impegno e fare sport e seguire una dieta equilibrata” (ci provo ogni anno..duro una settimana!) “Essere una persona migliore”. Ecco, basta con le liste dei buoni propositi. Non ne faccio più. Perchè è inutile darmi dei punti da seguire quando poi non ne ho voglia. Così ho deciso che vedrò sul momento. Però, una cosa che mi piace fare, invece, è il bilancio di fine anno. Tirare le somme dell'anno trascorso. Un po' malinconico, forse, ma sempre utile a mio avviso. E allora, bè, do una letta veloce alla mia agenda 2008 e ai post che ho scritto negli ultimi 12 mesi. Faccio un respiro profondo e incomincio.
Diciamo che il 2008 non era iniziato proprio alla grande. Credo di aver passato i primi tre mesi in uno stato fisico-emotivo decisamente pessimo. Mia nonna stava male. Ho deciso di chiudere una storia. Ho dovuto farmi forza e rimettermi in piedi. In tutto questo, però, un risvolto positivo c'è stato. Ho scoperto cosa sono e questa parte di me che fino a prima non conoscevo mi ha dato una mano a risalire. Per un certo periodo la mia vita è scorsa tra alti e bassi. Tra momenti di euforia e momenti di depressione. Ho conosciuto persone nuove che sono entrate e uscite dalla mia vita abbastanza in fretta ma che comunque mi hanno lasciato qualcosa. Tutto tranquillo, insomma. Niente aspettative, niente problemi lavorativi, niente intoppi. Solo un senso di vuoto di tanto in tanto. Solo un po' di sconforto. E poi, ad un certo punto, il 2008, ha voluto farmi un regalo. Un regalo che io non so quanto gli sia costato...però è stato un regalo non cercato ma graditissimo. Così, a maggio, è arrivato lui. In punta di piedi. Talmente in punta di piedi che non me ne sono neanche accorta e ho dovuto aspettare giugno per capirlo. Poi è arrivato luglio e io sono stata un po' bene e un po' male, un po' confusa e un po' felice, un po' in bilico e un po' salda. Un po' presente e un po' no. Ma da agosto in poi tutto è stato in discesa, con qualche pezzetto di strada non lastricato, ma sicuramente praticabile con un po' di impegno. E i giorni sono volati, le notti sono passate, scivolando veloci come una biglia lanciata sull'asfalto. Ed eccomi qui, come ogni anno, a dire se questo che è passato è stato un anno positivo o negativo. A dire cosa ho imparato. Ho imparato tanto. Ho imparato che “la mia vera casa” dista ad un'ora di macchina dalla casa in mattoni in cui vivo. Ho imparato a toccare con mano la terra senza aver paura di quello che vi si può trovare sotto. Ho guardato film che mi hanno arricchita, ho letto libri che mi hanno indicato la strada e libri che mi hanno fatto ridere e libri che mi hanno fatto piangere. Ho conosciuto persone straordinarie, ho aggiunto un anno alla mia vita. Ho cambiato il mio modo di vedere alcune cose. Ho preso atto della mia instabilità e me la tengo ben stretta. Ho imparato ad aiutarmi quando non stavo bene e quando non ero in forma. Ho superato prove, anche se a fatica. Ho baciato. Ho pianto. Ho riso. Ho litigato. Ho mangiato. Ho bevuto. Ho dormito. Ho passato notti insonni. Ho vissuto. Meglio di così? Si può chiedere altro?
Felice anno nuovo a tutti!!