SCRIVENDO
Allora è capitato che io e lui si discutesse sul fatto di scrivere libri. Che a me è sempre rimasta in testa questa cosa che mi piacerebbe pubblicare un libro. Solo che io non so scrivere che qualche poesia, neanche tanto bene, tra l’altro.
Forse potrei impegnarmi in una raccolta di racconti, che ogni tanto me ne vengono in mente…ma non credo di aver talento. Io non ho una tecnica, non ho uno stile, metto i puntini di sospensione quando non so cosa dire. Lui, invece, per esempio, solo per scrivere un post si fa gli schemi, si scrive i punti da trattare e riflette, e me lo immagino mentre sposta le parole, i punti e le virgole. Io no. Io scrivo d’istinto e quello che viene fuori, la maggior parte delle volte, è solo un mucchietto di pensieri, per di più neanche troppo profondi.
Figuriamoci scrivere un libro. Un libro ha dei capitoli, tante pagine, per un libro servono molte cose da dire, ricerche da fare, anima e corpo. Non è che una mattina ti svegli e dici “Oh, oggi inizio a scrivere il mio libro” (che io ho fatto una cosa così l’anno scorso e avevo cominciato a scrivere sui miei primi 25 anni di vita. Che poi ho pensato che a nessuno sarebbe interessato leggere i primi 25 anni di vita di un’emerita sconosciuta! E allora ho lasciato perdere finendo giusto l’introduzione, tanto per togliermi lo sfizio). Ci vuole tecnica, ci vuole metodo, ci vogliono cose da dire. E io non lo so fare. E allora mi rassegno a questa cosa che io non farò mai…e leggerò il suo di libro che, già posso dirlo, anche se ancora non l’ha scritto, sarà bellissimo. Perché lui è uno che quando scrive è anche capace di farti piangere, porca miseria, ti arriva al cuore con la giusta combinazione anche solo di due parole, per dire. E io non lo invidio perché lui lo sa fare e io no…anzi, se è possibile, lo stimo ancora di più. E se avrà bisogno di un sostegno durante questa sua impresa, bè, di questo son certa, io ci sarò.