giovedì 31 luglio 2008



SCRIVENDO


 


Allora è capitato che io e lui si discutesse sul fatto di scrivere libri. Che a me è sempre rimasta in testa questa cosa che mi piacerebbe pubblicare un libro. Solo che io non so scrivere che qualche poesia, neanche tanto bene, tra l’altro.


Forse potrei impegnarmi in una raccolta di racconti, che ogni tanto me ne vengono in mente…ma non credo di aver talento. Io non ho una tecnica, non ho uno stile, metto i puntini di sospensione quando non so cosa dire. Lui, invece, per esempio, solo per scrivere un post si fa gli schemi, si scrive i punti da trattare e riflette, e me lo immagino mentre sposta le parole, i punti e le virgole. Io no. Io scrivo d’istinto e quello che viene fuori, la maggior parte delle volte, è solo un mucchietto di pensieri, per di più neanche troppo profondi.


Figuriamoci scrivere un libro. Un libro ha dei capitoli, tante pagine, per un libro servono molte cose da dire, ricerche da fare, anima e corpo. Non è che una mattina ti svegli e dici “Oh, oggi inizio a scrivere il mio libro” (che io ho fatto una cosa così l’anno scorso e avevo cominciato a scrivere sui miei primi 25 anni di vita. Che poi ho pensato che a nessuno sarebbe interessato leggere i primi 25 anni di vita di un’emerita sconosciuta! E allora ho lasciato perdere finendo giusto l’introduzione, tanto per togliermi lo sfizio). Ci vuole tecnica, ci vuole metodo, ci vogliono cose da dire. E io non lo so fare. E allora mi rassegno a questa cosa che io non farò mai…e leggerò il suo di libro che, già posso dirlo, anche se ancora non l’ha scritto, sarà bellissimo. Perché lui è uno che quando scrive è anche capace di farti piangere, porca miseria, ti arriva al cuore con la giusta combinazione anche solo di due parole, per dire. E io non lo invidio perché lui lo sa fare e io no…anzi, se è possibile, lo stimo ancora di più. E se avrà bisogno di un sostegno durante questa sua impresa, bè, di questo son certa, io ci sarò.

mercoledì 30 luglio 2008


 


CUORI IMPAVIDI


Credo che al mondo ci siano persone estremamente coraggiose. A volte capita di sentire storie, aneddoti che come protagonista hanno un personaggio del quale la prima cosa che viene da dire è "questo si che ha le palle!". Ma non sto parlando di supereroi pronti a salvare l'universo. Sto parlando di persone comuni che, nonostante il dolore che provano, riescono a tenere la testa alta anche nelle situazioni peggiori. E allora mi è capitato di sentire la storia di un ragazzo come tanti, un ragazzo che però deve aver una sensibilità superiore rispetto a quei tanti. E' la storia, quella che vado a raccontare, di un ragazzo che non ho mai conosciuto e che forse non conoscerò mai, ma al quale, così, d'istinto, mi verrebbe da stare vicino.. Ecco, uno di quei ragazzi che a noi donne piace tanto avere come migliori amici, per intenderci. E' la storia di E. Una storia breve perchè non so i particolari, una storia che però mi ha colpita. E' la storia di questo ragazzo sulla trentina che incomincia a lavorare in un'azienda e in questa azienda incontra una ragazza. Io so solo che si sono incontrati, ma mi piace immaginare il suo cuore che batteva ogni volta che lei si spostava i capelli dietro alle orecchie, ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, ogni volta che lei gli parlava. Una cosa nuova che nasce, insomma, come tante storie classiche, come tutte le storie d'amore. Si, perchè lui si innamora perdutamente di lei mentre questa amicizia progredisce. E forse lei se ne è anche accorta. Ma lei non lo ama. Lei ama un altro...ama il classico ragazzo col quale ci si mette insieme al liceo. E questo ragazzo qua, io me lo immagino a leggere i versi del giovane Werter tipo questo : "Talvolta non capisco come mai un altro possa, e osi aver diritto di amarla, mentre io solo l'amo così profondamente, così totalmente, e nulla conosco, né so, né posseggo, all'infuori di lei".


E poi il tempo passa, poi lui con lei non ci lavora più, anche se comunque rimangono in contatto. E passano i mesi e forse anche qualche anno. E un giorno lui ritira la posta dalla buchetta delle lettere e c'è una busta color carta da zucchero e lui sa che dentro c'è qualcosa che non gli farà bene. Però la apre lo stesso, con calma, estraendo lentamente la pergamena all'interno, con gli occhi socchiusi, come quando si guarda un film dell'orrore...come quando non si vuole vedere ma si deve vedere. E legge il nome di lei...e  un nome accanto che non è il suo. "Dopo la cerimonia, saranno lieti di salutare amici e parenti presso il ristorante....". Lo stomaco si blocca, sente un tonfo sordo, forse è il cuore che si sbriciola. Lascia passare qualche giorno, la chiama, la ringrazia e conferma la sua presenza. Che coraggio...si, questo uomo qui ha proprio un cuore impavido. Perchè io, anche se non l'ho mai visto, non fatico ad immaginarmelo nelle notti precedenti il matrimonio, mentre si arrotola tra le lenzuola senza riuscire a dormire...perchè lui sa cosa vuole dire soffrire...e nonostante tutto entra nella fossa dei leoni. Quel giorno arriva. E lui ha un vestito buono, le scarpe buone. Lui si è messo il gel nei capelli invece della spumina e si è fatto la barba. E me lo immagino li, seduto sulla panca dell'ultima fila, con il capo un po' inclinato e gli occhi lucidi, l'espressione triste. Me lo immagino mentre si trattiene dall'alzare la mano mentre il sacerdote dice "Chi ha qualcosa da dire, parli ora o taccia per sempre". E lui tace. Per sempre. Non dichiarerà mai il suo amore a questa donna che, a parer mio, non sa cosa si è persa. Lui tace davanti a chi gli chiede come sta. Secondo me non riesce a parlarne neanche con se stesso. 


Ma io, da perfetta sognatrice romantica quale sono, per loro mi sono immaginata un altro finale. Tipo lei, che al momento di dire "si", invece, dice "No, non lo voglio". E corre scendendo le scale, arriva alla panca dell'ultima fila, lo prende per mano e insieme scappano per vivere lontano da tutti il loro amore. Quello che mi preoccupa di più è che anche lui abbia sperato che ciò potesse accadere davvero.

 

Ho numero tre post da scrivere. Li ho segnati su un foglietto giallo per ricordarmi gli argomenti che voglio trattare. Ne ho tre. Uno già scritto su un pezzo di carta mentre ero da mia mamma ieri sera e due che ancora gironzolano in testa e deve venirmi l'ispirazione...e, sopratutto, devo trovare il tempo. perchè la sera io mi ritrovo sempre con pochissimo tempo e durante il lavoro non è che possa stare sempre a cazzeggiare che non sta mica bene. E allora aspetto di avere tempo...anche se quel poco tempo che ho lo dedico volentieri ad ascoltare una voce per circa un paio d'ore, ogni sera, mangiando Liuk e ridendo e commovendomi e parlando...e allora quando puoi godere di due ore così ogni sera non è che hai tanta voglia di avere altro da fare...ma li scrivo, eh...giuro che li scrivo. col tempo.

domenica 27 luglio 2008



RESOCONTO DA RIENTRO


Di questo week end ci sarebbero un sacco di cose da dire, di pensieri di cui parlare, di spunti su spunti per poter scrivere tanti di quei post che io stessa non sarei in grado di contare. Però dico solo che mi sono resa conto che, nonostante la mia Canon sempre al collo, ci sono cose che non si possono fotografare...cose che neanche il miglior obbiettivo potrebbe immortalare rendendole alla perfezione. Come la brezza delle 6 del mattino, mentre fumo una sigaretta nell'attesa di poter riprendere la mia naturale regolarità (avete notato come sono diventata raffinata, per dire?!), come ascoltare l'mp3 stesa al sole in attesa, come lui che mi arriva alle spalle e si siede vicino a me, come il sapore di quei baci, come leggere Benni all'ombra di un faggio, come guardare film anni 30 alle 2 di notte e poi decidere di essere abbastanza svegli per guardarne un altro. Come svegliarsi, lavarsi con l'acqua fredda della doccia, vestirsi e bussare alla sua porta per andare a fare colazione. O come passeggiare per una strada assolata in discesa e rendersi conto che poi, al ritorno, sarà da fare in salita. Come fermarsi a sedere sulle panchine in curva e accorgersi che lì dietro c'è un fiume che scorre, metterci le mani dentro e sentire l'acqua gelida e avere voglia di berla...anche se forse non è il caso. Ci sono cose che non si possono imprimere su pellicola...come il suo sorriso, perchè per quanto ci si sforzi, ogni volta che la macchina fotografica lo punta, lui si oscura. Cose come i suoi occhi che mi guardano mentre mi dice cose e io gli dico cose, cose che col cazzo dico anche a voi (va bene essere poco riservati, eh...ma dopo è tanto anche per me!!)...ci sono cose come il tenergli la mano mentre mangiamo, allungargli un bacio sulla fronte di sfuggita, ridere con lui, ridere di lui, di me, di noi...farsi prendere in giro, prendere in giro...parlare a bassa voce e ogni tanto chiedere "cos'hai detto?!" e capire che, o siamo entrambi sordi come campane o parliamo veramente troppo piano. Ci sono cose come il bagnoschiuma dattero/yuta/grano, come l'olio della nivea, come il bagnoschiuma al muschio bianco, come il mio gel all'aloe...profumi, odori, sensazioni al tatto e all'olfatto. Ci sono cose come il mio mento tutto irritato, come addormentarsi sulla sua spalla e dormire beata per tre ore di fila...e svegliarmi e beccarlo che mi guarda con occhio torvo (che  mi sono pure spavantata un po'). Ci sono cose come l'ultimo pranzo, l'ultima giornata sul prato, come l'ultimo bacio e l'ultimo abbraccio. Come le ultime parole dette, come l'ultimo sguardo dato. Che noi sappiamo che non sono le ultime per sempre, ma è che non sappiamo quando saranno le prossime. Ci sono cose che non ho potuto fotografare perchè non mi potevo fermare. Come la casa bellissima che ho visto 4 volte e tutte le volte ho detto "la fotografo la prossima volta", come le distese delle balle di fieno, sui campi dorati, che non c'è mai una cavolo di piazzola dove fermarsi, come il sole che mi punta in faccia e mi fa lacrimare gli occhi, come la tentata corsa verso casa perchè ormai non tengo più la pipì e, guarda caso, ho pure un imbecille davanti che fa i 40. Come i ricordi che scorrono davanti agli occhi mentre dal finestrino sfilano monti e casupole di mattoni e tra gli alberi e le rocce mi sembra pure di scorgere un po' di folletti, ma forse è solo l'effetto che fa trattenere la pipì. E pensare che domani si ricomincia, pensare che domani è un altro giorno, che di giorni così non ce ne saranno per un po'. E pensare che sono stata felice, contenta, che non ho conosciuto ansie...e che appena scesa a valle il mal di stomaco è tornato e mi sono bevuta mezza boccetta di fiori australiani. Ci sono cose che non si possono fotografare...ma scrivere si...e allora le ho scritte.

venerdì 25 luglio 2008

ALLORA NIENTE...IO ANDREI


Valigia pronta. Zaino pronto. Sacchetto delle luverie pronto (eh si...questa volta mi porto pure la scorta di grassi e calorie che serve sempre. perchè questa volta voglio camminare un po', mica solo arrivare alla sorgente!). Mp3 nella borsa. PC da scollegare e mettere nella sua sacca. "il favoloso mondo di Amelie" preso. "Saltatempo" preso. Macchina fotografica carica.  Devo solo pulire la cassetta dei gatti e farmi un bagno, mangiare qualcosa e poi partire. Ecco, ho mal di testa. Spero che sia solo stanchezza. Che se questo è un principio di influenza mi viene da piangere. Medicine?!...Aspettate che guardo se ho qualche aulin/moment nella borsa. Che io odio prendere le medicine, però quando vado via mi porto sempre dietro una farmacia...un po' come Verdone in "Maledetto il giorno che ti ho incontrato" che si portava dietro tanti di quegli psicofarmaci che avrebbero ucciso un branco di elefanti. Ho voglia di rivedere quel film...mi rivedo pure un po' in Billa. Ma questa è un'altra storia. La storia di oggi è diversa. Prendo il mio borsone, prendo i miei libri, la mia macchina...e vado. E quello che sarà lo deciderà il destino. Vi saluto ancora, bloggerini cari. E ancora tornerò.

giovedì 24 luglio 2008

IO DICO CHE NON CI SIAMO…


 


Non è per dire, eh, ma ci sono persone veramente strane a questo mondo. Io non è che poi possa parlare tanto, che normale normale non lo sono mai stata e comunque non è che ci tenga tanto ad esserlo. Solo che delle volte mi viene da dire che certa gente ha proprio una faccia come un portone.


Tipo, oggi è venuto qui un cliente a fare un preventivo per una polizza. E allora questo qui io lo so che è un po’ strano…che poi la gente strana io ci metto anche un attimo a riconoscerla. Era li che giocava con tutti i miei gingillini che ho sulla scrivania e, ad un certo punto, prende in mano il blocchetto dei post it (non quelli microscopici, ma proprio quello grande, con i foglietti rettangolare che, se mi impegno e scrivo piccolo, riesco anche a scriverci il primo canto della Divina commedia, per dire). Mi guarda e mi fa: “ Posso prenderlo che mi serve?”…Io avevo capito che intendeva tutto il blocchetto, ma non ci potevo credere. E allora, gli ho detto: “ Se ti serve un foglio, prendilo pure”…”No, mi serve tutto” dice lui. “No, ma, veramente, non è che noi siamo una cartoleria. Poi di, vedi te” dico io. “Ah. Bè, grazie, allora” dice lui, intescandosi il blocchetto che, tra l’altro, era quasi nuovo!. Io non lo so…davvero, non posso credere che ci sia gente così accattona.


Come quella volta che un nostro cliente è venuto qui, apposta, per farsi fare delle fotocopie che non centravano un benemerito cazzo con noi. Io non ho parole….non ho davvero parole. Senza contare tutte le penne che, magicamente, mi spariscono. Tipo che non faccio in tempo a metterne due sulla scrivania che se le è già fottute qualcuno. Ma ditemi voi!


mercoledì 23 luglio 2008


SI, VA BENE, PERO' ADESSO BASTA


Rileggendo il blog delle ultime due settimane, mi rendo conto di aver dato schifosamente sfogo alla mia vena romantico/smielosa...è che a volte si ha voglia di esternare certi pensieri. E poi, uffi, io sono una donna e oltre ad essere donna sono pure poco riservata. Quindi a me ste cose viene spontaneo scriverle. Solo che, rileggendo, a parte riprovando le stesse emozioni provate mentre le scrivevo, mi viene anche da dire che mi si cariano i denti da sola...e poi io sono sempre stata una che i valori del diabete li ha sempre avuti nella norma e non vorrei sballare proprio adesso. Quindi, mettendomi pure nei vostri panni, cercherò di essere un po' meno picipici e farò tornare la Leanne di sempre...magari meno depressa, ecco. Che poi ho anche notato che ultimamente scrivevo dei post decisamente lunghi, pallosi da leggere pure per me. Ecco, insomma, tutto questo per dire che venerdì parto ancora, sempre nel mio angolino...nella mia stanza singola...nei miei boschi...ma vi saluto prima di andare via sul serio...Non vedo l'ora...non ne posso più in questi giorni, decisamente.




"Voglio te, solo te!

Lascia che il mio cuore

lo ripeta senza fine.

Tutti i desideri che mi distraggono

di giorno e di notte

in sostanza sono fasulli e vani.

Come la notte tiene nascosta nel buio

l’ansia di luce

così nel profondo del mio cuore

senza ch’io me ne renda conto

un grido risuona:

Voglio te, solo te!



Come la tempesta cerca la quiete

mentre ancora lotta contro la quiete

con tutte le sue forze

così io mi ribello e lotto

contro il tuo amore

ma grido che voglio te, solo te."


 


Rabindranath Tagore

martedì 22 luglio 2008

"Voglio le cose dove dentro ci sei tu"


No, dico, qualcuno vi ha mai detto/scritto/faxato una frase del genere? Perchè, detto tra noi, è vero che le parole magari non sono importanti come i fatti. Eppure le parole a volte servono a strappare un sorriso quando ti senti un po' giù e quando un po' sei scocciata. A volte, certe parole, ti fanno venire un brividino infondo alla pancia...e un po' ti verrebbe di aver voglia che chi ti scrive questa cosa fosse li...tanto per dirgli che, si, anche tu vorresti tutte queste cose, guardandolo negli occhi.



"Ti invito al viaggio

in quel paese che ti somiglia tanto.

I soli languidi dei suoi cieli annebbiati

hanno per il mio spirito l'incanto

dei tuoi occhi quando brillano offuscati.

Laggiù tutto é ordine e bellezza,

calma e voluttà.

Il mondo s'addormenta in una calda luce

di giacinto e d'oro.

Dormono pigramente i vascelli vagabondi

arrivati da ogni confine

per soddisfare i tuoi desideri."



Baudelaire


lunedì 21 luglio 2008

DI TUTTO UN PO’


 


Questo è un post meltingpot, gli mettiamo un po’ di tutto in questo post. Perché di scrivere un post per ogni argomento di cui vorrei parlare non ho tempo e nemmeno voglia. E allora, da dove comincio. Comincio da sabato mattina. Perché la cosa bellissima che dovevo fare l’ho fatta…ed è stata ancora più bella di quello che pensavo. Il mio maggiolone, strade di collina, e caldo, e ombra di un gazebo e foto con l’autoscatto e una casa coi portici immersa nell’erba alta. E il mio profumo al Tiarè, e le mie mani…e le sue mani. E i miei occhi…nei suoi occhi. E parole…e sguardi…e tante altre cose che in un post non si possono scrivere e basta. E farfalle nello stomaco, quelle sempre.


Non dormo più. Sono talmente stanca che non riesco a dormire. Tipo anche il sabato o la domenica mattina non è che riesca a stare a letto tanto…alle 8 ero vigile e sveglia. Sveglia da non riuscire più a prendere sonno, ma non abbastanza sveglia per affrontare la giornata. E oggi non sono da meno. Mi ingozzo di alga spirulina, ma non è che faccia un gran effetto.


Chiacchierare con un amico depresso, che mi scrive e mi dice che ha dei problemi economici e mi chiede di dargli dei consigli per risparmiare. Io non è che sia una gran risparmiatrice…ma magari, visto che si sta facendo la casa, sarebbe utile iniziare a capire che certi vizi andrebbero accantonati per un po’. Io non risparmio…io scelgo le mie priorità. Tipo le superpadellestrafiche o la macchina fotografica…e siccome quest anno è ufficialmente l’anno delle spese folli, ho deciso che penso anche che proverò a comprare una bici decente. Che magari, se ho una bella bici, che funziona bene, ho anche più voglia di usarla. Tanto lo dico tutti gli anni e non lo faccio mai.


Fumo troppo. In questo periodo fumo davvero tanto. E lo so che non va bene. Ma io fumo lo stesso. Tanto che mi è venuta anche un po’ di tosse e mi si è abbassata la voce…che se la sera qualcuno mi telefona, per caso, sembra quasi un’hot line. Per dire. Che io lo so che potrebbe essere l’occasione giusta per smettere. Ma io, poi, so che c’è un motivo solo per il quale, eventualmente, potrei prendere in considerazione di passare da fumatrice a non fumatrice…ed è quella di un bimbo…quindi mai.


Festa di laurea in un ristorante bellissimo questo week end. E io non sono mica stata male…ero all’aria aperta, con tutte le mie belle vie di fuga…riprendere in mano queste cose mi da un gran coraggio. Poi dipende sempre come vengo presa, eh…che l’ansia non si controlla mica sempre.


Aspetto trepidante il 25…il mio secondo week end di ritiro…mancano 4 giorni…4 lunghissimi giorni, due dei quali sarò sola al lavoro…


Ascoltare un’amica sui suoi problemi sentimentali, dispensare consigli utili per il percorso che sta affrontando…e lei che mi dice: “grazie…era quello che volevo sentirmi dire…sei una psicologa” non ha prezzo!!!...Non ce l’ha davvero. Perché mi piace aiutare, se possibile. E lei sa bene che io sono qui per ogni evenienza…tranne nel mio week end, eh…che anche la mia testolina ogni tanto ha bisogno di riposo.


E poi avevo un sacco di cose da dire quando ho iniziato a scrivere questo post, tipo che sono andata avanti tutto il week end dicendo che dovevo pulire casa, ma rimandavo sempre…e  alla fine ho fatto tutto ieri sera. E che mia sorella di 20 anni (un po’ come quella della pubblicità della carta di credito) non ha fatto un cazzo neanche lei tutto il giorno, è tornata dal mare e mi ha sporcato tutto con la sabbia…si, tanto ci penso io! Mica ci si prende le proprie responsabilità.


E adesso mi sa basta…ecco, credo di aver finito…credo…poi ci sarebbe una cosa che vorrei urlare al mondo intero…ma ancora non è tempo, ancora non è ora…eppure il grido è li…che preme contro la gola…ho voglia di dirlo, ho voglia di farlo sapere a tutti…ma ancora no…basta che lo sappia io!


 


 







 

domenica 20 luglio 2008



FIDANDOSI


Io, purtroppo, sono una persona che, tendenzialmente, si fida di tutti. Già da quando ero piccolina mica mettevo in conto che le persone potessero avere cattive intenzioni. No...per i primi due anni di vita ho praticamente vissuto in stazione perchè il nonno lavorava come Capostazione e io ero sempre dai nonni quando ero piccola. E allora, spesso e volentieri, mi si lasciava libera di correre davanti ai binari (devo avere avuto dei genitori e dei parenti in generale abbastanza inconscienti..così...per dire)...e allora io andavo dai pendolari che stavano aspettando il loro treno, tiravo l'angolo della loro giacca e cominciavo a fare domande del tipo: "Dove vai?! Ce li hai dei bimbi te?"...e cose del genere. Che a me le persone non mi facevano paura perchè per me erano tutti buoni e basta. Per fortuna non mi ha mai rapito nessuno...o buttata sotto al treno perchè gli scassavo un po' i maroni. Ad ogni modo, anche crescendo, ho mantenuto questa fiducia nella gente. Perchè io vivo in questo mondo incantato, un po' di fantasia, dove comunque sono convinta che, almeno almeno, una persona non può essere cattiva del tutto. Del buono, anche se bisogna scavare affondo, ce ne deve per forza essere. Eppure mi sono trovata a fare i conti anche con la realtà, eh, spesso e volentieri...e allora da li ho iniziato a pensare che, si, le persone dietro alle loro belle maniere, alle loro buone azioni possono sempre volere qualcosa di rimando, possano sempre cercare di farti del male intenzionalmente. Allora da un po' di tempo a questa parte, ho cominciato a darmi una doppia opzione. Questo può essere sincero...ma mi aspetto pure l'inculata, per dire. Che poi mi viene da chiedermi...che gusto c'è a fare del male gratuito ad una persona?! Perchè? Me lo merito in qualche modo?!. Ma non è questo il succo del post. Il vero succo è che, nonostante questa mia presa di coscienza, ultimamente mi è capitato di fidarmi ciecamente di una persona, senza neanche prendere in considerazione la possibilità che questa persona possa volermi nuocere in qualche maniera. E mi sono chiesta perchè. E' una persona molto brava a recitare?! (si..è una persona molto brava a recitare...ve lo dico io, che lo so che recita bene...ma non con me, dice!). O, più semplicemente, è una persona vera e basta?! O recita anche con me e io sono talmente stupida e fiduciosa che neanche me ne rendo conto? Ma esistono per davvero le persone vere?! Io sono vera, lo avete capito anche voi. Su questo blog ci sono io, con uno pseudonimo, ma anche con il mio vero nome. Perchè io sono Leanne come sono Valentina. Perchè io non mi devo nascondere da nessuno e da niente. Perchè io sono due persone in una, sono il negativo e il positivo e mostro enrambe le facce, mostro le mie debolezze senza remore e mostro le mie forze senza superbia. Perchè sono così e basta. Ma, gli altri, in generale, sono davvero quello che fanno vedere di essere? Odio essere diffidente, ma a volte, per sopravvivere, bisogna diventarlo.

sabato 19 luglio 2008



Ferma il tempo


fermiamolo insieme.


Lanciamo gli orologi


e le loro lancette che corrono,


là, dove non si vede il fondo.


Fermiamo quest attimo


e rimaniamo qui, per sempre


con la mia testa appoggiata al tuo petto


con le tue mani tra le mie mani.


Voglio rimanere qui


oggi, domani, una vita.


Voglio che la terra smetta di girare.


Ferma il tempo, adesso


con me.

venerdì 18 luglio 2008



Ci sono cose che succedono e basta


E' il destino...


E' scritto...


Noi dobbiamo solo leggere.


C'HO SONNO!!!




Credo di aver bisogno di dormire.  Eh si…perché in questi giorni non è che io mi riposi molto. Dormo una media di 5 ore a notte e a volte neanche quelle. Ho la vita un po’ scombussolata e quindi non dormo neanche molto serena. Ho bisogno di riposo e, tendenzialmente, questo sarebbe il week end giusto per dormire. E invece no. Perché oggi pomeriggio non lavoro, però alle 13.30 ho la psicologa (che tra l’altro ho un po’ di cose da raccontarle e, come mi capita spesso nell’ultimo periodo, arriverò li dicendole “ho combinato un casino” . Che lei è contenta e ormai le sembra di guardare la soap opera della mia vita. Che io debba pagare 57 euro per farla divertire è il colmo, comunque!). Uscita da li devo fermarmi all’Iper per cercare un regalo di laurea…ma, secondo voi, si può regalare un bel quadro ad una dottoressa?! Perché a me st’idea del quadro piace parecchio, eh. Poi passerò a fare un po’ di spesa perché in casa non ho più niente. Visto che ci sono, passerei anche a prendere una cosa in erboristeria…tipo un profumo buonissimo che ho sentito in un campioncino che mi ha dato l’ultima volta…quello al tè bianco. Anche se sono un po’ combattuta con quello all’assenzio. Ma adesso vedo. E poi potrei andare a casa, mettermi sul divano e farmi un pisolo di almeno 3 ore. E invece no. Perché ho bisogno di pulire un po’ casa che ormai fa schifo anche ai gatti, per dire. E quindi saltano altre 3 ore di sonno. Poi preparò qualcosa da mangiare. Questa sera si poteva andare ad una festa in spiaggia per fare un po’ contenta la sorella che con sta storia mi stressa da secoli…ma spero, in cuor mio, che piova…così potrò evitarla senza dare tante spiegazioni. E allora ecco, forse solo allora, potrei spalmarmi sul divano con un buon libro e aspettare che Morfeo venga a prendermi. Ma non è così scontato…in una serata possono capitare tante cose e, se tanto mi da tanto, potrei andare a letto tardissimo anche oggi.


Domani…ecco, anche domani. Insomma, la mattina avrei una bellissima cosa da fare e mi sveglierei presto anche volentieri, però alla fine non lo so se lo farò e quindi potrei dormire nel caso non lo facessi. Il pomeriggio lo vorrei dedicare al completamento dei lavori casalinghi e al regalo di laurea definitivo. E la sera…cena di laurea. Ecco…io non è che ne abbia molta voglia, eh…però cosa posso fare!? Ci si va e basta. E quindi ci sarà domenica che dovrò preparare il pranzo per il compleanno di mio babbo. E forse, ma forse, eh, domenica pomeriggio dormirò. Si..devo solo arrivare a domenica pomeriggio. E poi passerà un’altra settimana…ma questa volta vi frego tutti…il 25 torno nel mio posto…e già conto le ore a ritroso! Non vedo l’ora!

giovedì 17 luglio 2008

 



OSSERVANDO


A volte mi capita di osservare. Nel senso, io guardo sempre...ma tra guardare e osservare c'è una bella differenza. Perchè posso guardare un albero e poi mettermi ad osservarlo, in seguito. Notando i nodi sul suo tronco, le macchie della corteccia. Ecco, non mi basta guardare, a volte. Preferisco osservare. Che detta così, visto quello che vi sto per raccontare, potrebbe anche suonare brutto. Diciamo che per osservare, in questo caso, intendo cercare di capire quello che provano le persone...quello che si dicono, quello che sentono. Di fatto, succede questo. L'altro giorno, nel mio week end di ritiro spirituale, mi trovavo nei pressi della sorgente del Tevere. Ero li, che guardavo quest'acqua che scendeva, così, senza sosta, come se non dovesse finire mai, e osservavo l'intercedere costante dei flutti che continuavano ad uscire dalla roccia. E mentre ero li che riflettevo sulla straordinarietà della natura, ho spostato lo sguardo, di poco. E nel mio campo visivo è entrata una coppia che stava seduta su una panchina. Visto che non avevo niente da fare, tranne il godermi il fresco e il mangiarmi il panino al prosciutto che l'omino dell'albergo mi aveva preparato (io a quest'uomo qui gli faccio un monumento, tra l'altro) ho incominciato ad osservare...e ad immaginare quello che i due giovani si stessero dicendo. E' che di giovani in sto posto qua non è che ce ne siano parecchi, e allora è inevitabile che attirino l'attenzione. Dicevamo...ero li, seduta a mia volta su una panchina, con il blocchetto degli appunti sotto mano per poter imprimere i pensieri, e a quel punto ho smesso di pensare e mi sono fatta distrarre da loro. E' che sembravano una coppia a tutti gli effetti...stavano li, parlavano, ridevano...scattavano foto (e in quel momento mi sono chiesta se per caso avessero preso anche me in quelle foto, perchè ogni tanto me lo chiedo. Chissà quante persone avranno immortalato la mia immagine senza che io lo sapessi, come se fossi parte di un quadro senza esserne il soggetto). Ma non si baciavano mai. Lei gli appoggiava la testa al petto mentre rideva e rideva così tanto che quasi mi pareva di sentire a mia volta le formiche che ballavano il chachacha nella sua pancia. E lui le prendeva le mani, le accarezzava e di punto in bianco gliele lasciava. Ad un certo punto, credo anche di aver sentito un lieve accenno di “Romagna mia”..E non capivo...non potevo capire. Ho pensato che potessero essere solo amici. Perchè comunque avevano quell'aria di conoscersi da sempre, di sapere cosa poteva far star bene l'altro e cosa poteva infastidirlo. Avevano quel non so chè di complicità e intimità. E poi, ad un certo punto, gli sguardi si sono fatti seri, lei ha preso un libro ed ha incominciato a leggere. Poi, mentre discutevano (probabilmente sul contenuto del testo), lei ha chiuso il libro. Lo ha guardo dritto negli occhi...ha distolto lo sguardo un nano secondo (o forse a me è sembrato...visto che non è che fossi vicinissima alla scena) e, all'improvviso, lo ha baciato. In un impeto di follia, forse, in uno scatto che io per prima non mi sarei aspettata. Immagino che lui si sia sorpreso più di me però...perchè dalla mia postazione mi è parso di notare che lui tremasse pure un po'. E da li in poi è stato tutto un bacio..e io ho capito che quello ero il loro primo bacio. Non so da quanto tempo si frequentassero, da come parlavano sembrava davvero lo facessero da sempre...eppure nessuno dei due sapeva quale fosse il sapore dell'altro. E li guardavo, mentre condividevano il piacere di stare insieme, dandosi baci che forse si possono dare solo nei boschi. Lui le baciava la testa, la stringeva..e ogni tanto si fermavano per guardarsi...avevano smesso di parlare, perchè gli occhi dicono molte più cose di quello che possano fare le labbra. Le labbra erano intente a fare altro. E io sono andata via, lasciandoli li, lasciando che tutto quello che avevo osservato andasse ad incamerarsi nella mia memoria per poterci scrivere un post. Chissà com'è andata a finire...chissà come sono rimasti. Ho solo immaginato i loro cuori che potevano battere insieme, solo immaginato che entrambi possano aver avuto uno stravolgimento interiore non indifferente. Solo immaginato. La verità, poi, sono solo loro a saperla.




mercoledì 16 luglio 2008

VITA VISSUTA


 


1939


 


Sto giocando con Pietro. Ci rincorriamo lungo i campi di terra, in un giorno di aprile che sembra quasi giugno. Lui mi spinge per farmi un dispetto, perché io ho vinto la corsa. Cado sul filo spinato e mi graffio un dito. Anzi no, non me lo graffio solo. Ho uno sbrego enorme che gronda sangue. Corro dal barbiere presso cui faccio il garzone di bottega. Mi disinfetta e mi medica. E siccome ho dieci anni, sopporto il dolore e stringo i denti. Mi da una pacca sulla spalla e mi dice che per oggi non ha più bisogno di me e che posso tornare a casa. Apro la porta e c’è mia mamma che sta cucinando qualcosa che dall’odore potrebbero sembrare patate. Mi guarda e nota il dito fasciato e gonfio. Mi chiede cos’è successo. Glielo racconto. Mi chiede se ho patito male. Le dico che si, dai, non è che mi abbia fatto molto piacere, ecco. Mi guarda con occhi dolci perché vede i miei occhi ancora lucidi per il male che mica mi è passato. Si toglie il grembiule, si avvicina piano alla scatoletta di latta dove teniamo i risparmi per le emergenze. Toglie qualche spicciolo e mi dice di aspettare, di non muovermi…e di badare ai miei fratelli che intanto sono in giardino che giocano. Esce di casa e se ne va. Torno dopo circa una mezzora. Con un pacchettino di carta giallognola in mano, bello, perfettamente rettangolare legato da un filo di spago. Lo apre, dicendo di avvicinarmi. E’ una stecca di cioccolato  amaro. Lo taglia a metà. Una la da a me e l’altra mi dice che la farà dividere ai miei fratelli. Io la guardo sorridendo e penso che ricorderò questo giorno come uno dei più belli e porterò sempre con me il momento in cui lei mi ha guardato con quegli occhi teneri. Sto uscendo perché oggi, col fatto del dito, è giorno di riposo dal lavoro e posso godermi il sole primaverile e un po’ di tranquillità. Ma lei mi richiama, mentre sto scendendo le scale, e mi avvicina le labbra all’orecchio dicendomi, in dialetto: “Stai attento a non farti vedere mangiare la cioccolata dai figli dei Righi, che lo sai che sono poveri e loro non possono permettersele queste cose”.


Nascondo il pezzo di cioccolato in tasca, nel dubbio. Me lo mangio quando rientro in casa.


 


 


Nota: quello che ti insegnano gli anziani. Basta che attacchi un po’ bottone e ti raccontano delle cose che non ci si può credere. Se penso che adesso tutti fanno di tutto per far vedere che possono permettersi i lussi e le mondanità…quando una volta, invece, l’umiltà superava di gran lunga la superbia. Ecco…dal mio ritiro ho imparato anche questo. Mi sono portata a casa davvero un sacco di cose.

martedì 15 luglio 2008



















"No te amo como si fueras rosa de sal, topacio



o flecha de claveles que propagan el fuego:



te amo como se aman ciertas cosas oscuras,



secretamente, entre la sombra y el alma.







Te amo como la planta que no florece y lleva



dentro de sí, escondida, la luz de aquellas flores,



y gracias a tu amor vive oscuro en mi cuerpo



el apretado aroma que ascendió de la tierra.







Te amo sin saber cómo, ni cuándo, ni de dónde,



te amo directamente sin problemas ni orgullo:



así te amo porque no sé amar de otra manera,



sino así de este modo en que no soy ni eres,



tan cerca que tu mano sobre mi pecho es mía,



tan cerca que se cierran tus ojos con mi sueño"


Pablo Neruda

lunedì 14 luglio 2008


Ho preso una botta. La botta. Una di quelle botte che uno aspetta una vita prima di prenderle. Quelle botte che molti per me sono morti senza sapere cosa fossero. Ho preso una botta. Di quelle che la notte fai proprio fatica ad addormentarti e la mattina ti svegli che hai un gran bisogno di scrivere che hai preso una botta. Prendere una botta è una cosa belissima. Perchè uno se la immagina da quando è piccolo cosa possa provocare una botta così. Ma per quanta fantasia si possa avere, non lo si può sapere abbastanza fino a quando non si prende. Perchè la botta è qualcosa che ti gira l'anima come un calzino, che scopre una parte di te che quasi non conoscevi. Ti fa un casino dentro che sembra passato un ciclone. Ma è quel casino che ti viene voglia di dire che non hai voglia di mettere a posto subito subito...perchè quel disordine interiore ti piace. Prendere una botta ti cambia la vita...intanto ti porta indietro di almeno 10 anni e un po' ti stupisci. Perchè non credevi di essere capace di prendere ancora botte del genere e forse non ne hai mica mai prese di così intense! E poi...è questo sussultare continuo di pensieri e di immagini che arrivano al cervello come scariche elettriche e ti distraggono da qualunque cosa tu stia facendo. E lo stomaco sussulta...e trema pure un po'. Prendere una botta è bello. Punto. Anche se sai che può solo essere una botta e basta, anche se poi rimane il livido. Ma va bene. Teniamocelo sto livido. Perchè ogni tipo di emozione va vissuta per quello che è...e se questa può essere chiamata felicità nonostante le difficoltà e gli ostacoli...ecco..allora chiamiamola pure felicità.

 


C'è un posto, ad un'ora e un quarto da casa mia (due ore se per strada incontri il camion con le balle di fieno). C'è un posto dove l'aria ha un odore diverso, un profumo fresco, di erba e alberi. E' uno di quei posti dove i vecchietti si siedono davanti alla porta della loro casa di mattoni e quando sentono una macchina passare si ridestano dal loro assopimento. Questo posto è un posto magico. Dove sembra che tutto possa succedere, dove hai sempre la sensazione che tra gli alberi ci sia qualche creatura boschiva a spiarti. Ma la cosa non ti turba, ti rassicura. Perchè in posti così non ci si sente mai soli. Si sta in solitudine, si, ma si avverte sempre la presenza costante di qualcosa di soprannaturale. Forse è solo il rumore che fa il vento sbattendo tra le fronde, o sono i daini che si nascondo per non farsi vedere. O forse sono le fate, gli gnomi, i folletti. Perchè siamo sempre convinti che tutto questo sia finzione, leggenda...ma a volte penso che le favole prendano spunto da eventi reali. E qualcuno, che una mattina si è svegliato e ha dato forma e volti a queste creature, secondo me, ha davvero avuto la possibilità di vederli. Ma in questo posto, c'è gente vera che le magie le sa fare solo con un sorriso. Gente che ti tratta come se ti avessero sempre conosciuta. Questa gente qua ha un cuore enorme, una straordinaria bontà d'animo. E non è qualcosa che hanno appreso col tempo...no no...ci sono nati così. E lo sai, lo senti, perchè le persone buone si riconoscono subito. E' la gente semplice, che non sa cosa sia la superbia, che conosce solo l'umiltà, la voglia di condividere, di stare insieme, di fare del bene. E con gente così non puoi certo sentirti sola o triste. E allora trovi il tuo posto nel mondo. Capisci che è qui che vorresti stare. Sai che non potrai perchè hai una vita ancora più concreta di questa, giù, dove l'aria si fa più afosa e densa, dove il sole non ti riscalda solo, ma ti fa sudare. Sai che li ci devi tornare, per forza o per amore, e ti rassegni a questo destino. Ma ti prometti che tornerai, forse non tutti i fine settimana, forse non ogni anno...ma qua ci torni. Perchè qui non ti servono gli ansiolitici, perchè tutto è ansiolitico. Non esiste il rumore delle macchine, non esistono i clacson e la frenesia. Qua suona la sveglia presto per godere della giornata che ti si presenta davanti. E dormi bene, con due maglie e la coperta pesante tirata fino al mento. Qua, in questo posto dove tutto sembra eterno e dove pare che non esista fine, dove sembra che esistano solo natura e pace, trovi qualcosa che non ti immaginavi. Trovi la riflessione, la serenità. E dentro si smuove una strana voglia di respirare e vivere e senti che la sensazione ha solo un nome con cui poterla chiamare: libertà. Libertà di essere chi sei davvero, di non nascondere la tua natura, di immergerti in mezzo a quello che ti rappresenta. La terra...il tuo elemento, da toccare con mano, da calpestare...da sentire con lo scricchiolio delle foglie di quercia e dei rami secchi sotto i piedi. Ecco...sei tu. Ti sei ritrovata, ancora una volta. E quando avrai l'impressione di stare per perderti di nuovo, sai cosa devi fare. Ormai la strada la conosci. Prendi il tuo tempo e torni. Perchè questo, da oggi e per tutti gli anni a venire, altro non sarà che il tuo posto.

domenica 13 luglio 2008

 


"Fui già qui un tempo,


ma quando e come non so;


conosco quell'erba oltre la soglia,


la fragranza che penetra dolce,


il sospirato suono, il luccichio alla riva.


Mi sei appartenuta già -


quanto tempo fa, non so;


ma, quando la rondine s'alzò,


si volse il tuo collo al punto


ch'un velo cadde, - che sempre lo seppi."





Dante Gabriele Rossetti


RITORNO


Torno a casa. E lascio le valige sul pavimento. Lo zaino con i libri, i quaderni degli appunti, la mia agenda. Attacco la macchina fotografica all'angolo della scrivania. Metto il pc sul tavolo...ma non lo accendo. Perchè voglio assaporare un po' i pensieri prima di riconnettermi al mondo reale. Mi metto sul divano e accarezzo i gatti. Poi mi decido e apro il borsone. Appena sgancio la cerniera sento profumo di abete e aria fresca. Avevo chiuso tutto li. E penso agli odori, a questi due giorni dove ho cercato di darmi delle risposte. Ero arrivata con un sacco di domande...e mentre ero qui me ne sono venute delle altre, alle quali solo il tempo, però, potrà rispondere. Perchè la vita è fatta di giorni che passano, di eventi e di novità. E andiamo sempre cercando la felicità...senza avere ben chiaro che cosa sia. Ma questa è un'altra storia...materiale per un altro post, insomma.


Tolgo i vestiti dalla valigia...la mia felpa col cappuccio che mi ha protetto le orecchie dal vento mentre ero in riflessione e che mi fa sembrare un folletto. I miei jeans, che si sono seduti con me sull'erba e probabilmente pure su qualche insetto che purtroppo deve essere rimasto schiacciato. Il mio maglione colorato...che ho messo solo una sera che faceva freddo sul serio. La sciarpa...che odora di lana e di buono...che mi teneva coperta la gola quando al mattino presto la temperatura non era delle più tenui. Il mio beauty case. Con tutti i campioncini di bagnoschiuma che mi ero portata dietro. Questo week end fatto di odori e sapori, di profumi svariati e dolci. E allora mi chiedo quale sarà il profumo che mi farà ricordare più di tutti questi giorni. L'assenzio. Come la crema per il corpo che mi si sono spalmata sabato mattina, dopo la doccia. Si, indubbiamente...l'assenzio.


E svuoto tutto. Mi immergo nella mia vasca calda. Mi lavo i capelli, mi metto i vestiti cittadini. E torno nei miei panni di sempre. Nella mia vita di sempre. E penso che se c'è una cosa giusta che ho fatto in vita mia, è stata quella di fare questi due giorni in solitudine. Perchè non c'è modo migliore per guardarsi dentro. Dovrei farlo più spesso.

venerdì 11 luglio 2008

ENTONCES...YO ME VOY


Bene, è giunta l'ora. Ecco, non è che poi sia tutta sta gran cosa eclatante andarmene da sola. c'è gente che si fa viaggi di settimane in completa solitudine. Ma non è tanto il viaggio quanto la meta...non è tanto il tempo che passerò li, quanto i pensieri e le riflessioni...quanto il fatto che so di essere anche nel posto che non è altro che la porta di accesso al mondo magico...e cercare di trovare quel mondo, più dentro me che fuori. E immergermi e viverlo quel mondo. Ecco, non molto. Io vado perchè sento che quel posto mi chiama, perchè ne ho bisogno. Poi saprò dire se due giorni sono stati troppi o sono stati pochi. Devo ancora fare il borsone e mangiare. Magari è meglio che mi dia una mossa..perchè adesso è ora di andare.


Per quanto riguarda noi, ci rivediamo domenica sera. Fate i bravi in mia assenza, eh...che la Leanne vede e sente tutto.


Vi abbraccio, bloggerini

giovedì 10 luglio 2008


 


"Se verde è la tua sciarpa, verde ti amo


cambia l'amore, muta il tuo destino


corri tra le mie braccia se ti chiamo.


Mia amata vieni, anche un solo minuto


al nostro primo appuntamento.


Vieni verde, color del mutamento..


Vieni velata, che nessun sussurri


e per invidia affatturi l'amore


vieni notturna, su fiacre spento


e baci mille dieci dammi cento.


I primi baci son come cascate


fresche golose di labbra assetate


come le note magiche del piano-


forte sfiorato da fragile mano."


Fabio Dainotti

 


E così,


ogni volta che vai via


la luna si eclissa.


Mi lasci un pezzo di te,


ogni volta che te ne vai.


un ricordo


una risata


una lacrima.


Così,


ogni volta che vai via


rimane un'emozione,


un sorriso.


Quando te ne vai,


ogni volta,


 sento che mi manchi di più.

mercoledì 9 luglio 2008

SCONTATAMENTE


Volevo scrivere un post sui miei gatti oggi. perchè questa mattina ne hanno combinata un'altra delle loro, e mia sorella si è incazzata tantissimo, tanto da arrivare a dire che se questo week end faranno altri disastri me li porterà via.


Volevo scrivere un post sulla serata di ieri sera, del fascino del cinema all'aperto. Di guardare "Amarcord" in piazza. Di tutte le volte che ho visto quel film, delle battute che so a memoria, dei suoi personaggi, così romagnoli, così simili a me. Volevo dire che ogni volta è come vederlo la prima volta, ma ieri è stata la più bella, perchè c'è una particolare atmosfera quando si ride insieme ad altre persone.


E invece no...non parlo di questo. In questo post parlo delle persone che ti feriscono, che se ne vanno senza lasciarti una spiegazione e che poi, così, dal nulla, con una faccia come un portone, come se nulla fosse successo, hanno il coraggio di rientrare nella tua vita. Come se pretendessero di rimanerci. Parlo del fatto che spesso e volentieri ho accettato questi ritorni, ho perdonato (perchè quando mi passa l'incazzatura, io perdono sempre), ho lasciato perdere, ci sono passata sopra. Adesso però basta. Negli ultimi due giorni, ben tre persone che non sentivo da un po', sono tornate. Per cosa?! Cazzo volete ancora da me?! La Leanne si è rotta le palle di star li, soffrire, prendere biglietti per il Tibet, tornare...e quando sta bene, quando si è ripresa, ha poca voglia di ricominciare di nuovo. E allora basta. Affanculo tutti. Perchè sono convinta che certa gente sia meglio perderla che trovarla. E' che forse la mia mancanza si sente, ho pensato. Perchè quando vado in Tibet non dimentico...però  è come se fossi in Tibet davvero. E allora la Leanne non chiama, non si fa viva...e quando la Leanne va via, mi sa che lasci un vuoto. E quando queste persone si accorgono del vuoto, tornano. Salvo poi ricominciare inevitabilmente a comportarsi di merda come sempre. E allora la Leanne vi dice una bella cosa...rimanete nella vostra insulsa vita, rimanete senza me...fate come se fossi morta...perchè per voi io sono morta...e voi lo siete per me. E non da oggi...ma dall'ultima volta che mi avete ferita. Avete sempre bisogno del mio sostegno, avete sempre bisogno delle mie parole di conforto...sappiate che da adesso in poi dovrete farne a meno...io non ci sono più...ci sono solo per me...e per chi se lo merita. E di certo voi non ve lo meritate. Da adesso in poi, si cambia registro!

martedì 8 luglio 2008


IO ME NE ANDRO'...SIAM NATI PER CORRERE


Albergo prenotato. Cambiato destinazione all'ultimo momento, ma la location della mia gita in solitudine non cambia poi tanto. Alla fine sempre di monti/boschi/frescura si tratta. Sempre non molto lontano da casa. Sempre per ritrovare me stessa. Ecco, ho fatto, ho deciso. Qua è ora che le cose comincino a cambiare e mi rendo conto che senza il mio aiuto non cambiano di certo. Cosi, anche dopo l'ultimo colloquio con la psico, ho decretato che la cosa migliore da fare sia staccare i contatti con il mondo esterno. Dovrò tenere acceso il cellulare per non fare preoccupare i miei, ma per il resto staccherò la spina. tutto è pronto. La lista delle cosa da portarmi dietro, la lista delle riflessioni da fare. Anche una sciarpa, mi devo ricordare di aggiungere. perchè qualcuno mi ha detto che da quelle parti la è freddo la sera. Mi porto dietro il pc per scrivere...e magari anche qualche dvd per addormentarmi. Magari ne approfitto per vedere film che non ho avuto tempo di guardare. Mi porterei anche dietro i mici...ma forse ho bisogno di staccarmi un po' anche dal loro impegno. Mi porto i libri sulla wicca, sulle erbe...e due libri che ho iniziato e sono rimasti a metà perchè mi era passata la voglia di leggere. Ecco...come se dovessi stare via una settimana, ho programmi per una settimana!!! E invece si riduce solo a due miseri giorni, dove conterei anche di stendermi su un prato...e dove vorrei riprendere le forze dormendo...che qua, con sto caldo, non riesco a farmi una dormita come si deve da settimane. Ecco, io vado. Sicuramente prima di partire ci sentiremo ancora...però, così, intanto vi volevo informare!

lunedì 7 luglio 2008

HAI ROTTO I COIJONI!!!!!


E mò adesso basta, però, eh! che io sono paziente e tutto quello che vuoi, ma ad un certo punto, pure la Leanne ha un limite. Ho capito che sei magra, che ti dispiaci tanto perchè vorresti mettere su qualche chiletto...che i pantaloni ti stanno larghi (poverina!!! pensa che c'è gente che muore di fame, stronza!)...che non si può davvero mangiare così tanto e non ingrassare un etto. Mamma mia...che dramma che è la tua vita!!! Ho capito che ti dispiace quando la gente ti dice "sei dimagrita?"...e tu li guardi inorriditi perchè ti da fastidio che te lo dicano...perchè tu vorresti avere un po' più di carne!! Dimmelo una volta...dimmelo due volte...poi basta però...perchè la prossima volta ti mando anche affanculo!!! Visto che c'è anche gente che cerca di starci attenta per non arrivare a diventare obesa (e quella che ti sta parlando è della categoria!!)...basta!!! la prossima volta che mi farai la fatidica domanda:"e te Vale, cosa dici? ma si vede tanto che sono dimagrita?!"...invece di risponderti "mah..io ti vedo tutti i giorni, mica ci faccio caso!" (tiè!!), ti dirò un bel "Dico che mi hai stracciato la minchia con sta storia!!! Hai rotto le palle!!! Strarotto le palle!!!...E, visto che ci siamo, hai perso qualche chilo anche di cervello!!"


Oh...mi sono sfogata, cazzo!

sabato 5 luglio 2008


La verità è che volevo postare un video dei foo fighters di qualche anno fa. La verità è che lo avevo trovato, ma non mi dava il codice. provvederò diversamente, anche se il video meritava molto. Poi mi sono imbattuta in Amelie e in una gran voglia di rivederlo...perchè è uno dei film più belli che abbia visto in vita mia. perchè in Amelie io mi ci rivedo pure un po', anzi parecchio. e allora ho trovato questo...e la canzone più bella della colonna sonora..quella che ascolterei in continuazione. Ecco. Che dire. Niente Foo fighters.. Ho postato Amelie


"Amarti.


Ma il linguaggio è una gabbietta di cornacchie assai rauche.


La più saggia eloquenza


sarà tacerti accanto.


Mio piccolo germoglio che dormi nella neve"


M.Luisa Spaziani

venerdì 4 luglio 2008

ADDORMENTATA LEANNE


 


Oggi ho scoperto che, se anche mi svegliassi 40 minuti dopo l’orario consueto, riuscirei comunque ad arrivare al lavoro in orario…anzi, pure un po’ in anticipo. E’ che stamattina non ha suonato la sveglia, o meglio, ha suonato, parecchio pure, solo che io, forse perché troppo stanca, forse perché ieri sera ho bevuto un liquorino al cioccolato che mi ha un po’ intontita, l’ho bellamente ignorata. Di norma alle 7.05 sono sveglia. Questa mattina, invece, la sorella Elliot si è precipitata nella mia camera urlando “Powky, sono le 7.40!!! MERDA!!!”…Bel risveglio! E io che stavo dormendo ancora molto molto profondamente! Mi alzo di corsa, mi lavo di fretta, mi vesto, do da mangiare ai gatti per tutta la giornata e parto. In 20 minuti ho fatto tutto. O meglio, il letto è rimasto sfatto, la colazione purtroppo è saltata…però sono arrivata a Cesenatico anche in tempo per fermarmi al forno, prendere qualcosa di commestibile per la pausa pranzo e anche due biscottini per non svenire. Che dire. Ho riflettuto sul fatto che, volendo, potrei posticipare l’orario della levata mattutina…però mi è rimasto sto tarlo del letto disfatto…non posso sopportare l’idea che sia come l’ho lasciato. Che nervoso! No, non posso proprio. Devo fare le mie cose con calma, estrema calma. Se no non riesco a carburare. E infatti, non so se avete notato, sto scrivendo cose a caso, ripetitive…ho bisogno di riposo! Tanto riposo!

giovedì 3 luglio 2008

LAMENTOSAMENTE LEANNE


 


 


Ecco, oggi ho una necessità assurda di sfogarmi. Non ce la faccio davvero più. Odio, detesto fin nel profondo, il caldo. Più vado avanti, più invecchio, più non riesco a sopportarlo. Insomma, adesso spiegatemi voi, sfegatati dei bagni al mare, delle passeggiate sul bagnasciuga, cosa cazzo ci trovate nell’estate! Perché un qualcosa  che vi attiri ci deve pure essere! Io non posso andare avanti così. La notte non dormo più di 5 ore per volta. Sudo e mi manca il respiro. Mi viene mal di testa, ho sonno, sono fiacca. Mi sento le gambe pesanti e poi, non so se vi capita, ho come la sensazione che il caldo mi gonfi, per una reazione chimica. Ho le dita delle mani come salsicciotti (le mie belle ditina affusolate e lunghe sembrano delle salamelle da sugo!), gli anelli mi stanno stretti, ho i piedi rossi e grossi, fatico ad articolare i movimenti…e, come se non bastasse, ogni tanto il cervello mi va in stand by…così, tanto per gradire. Parlo con la gente e mi si bloccano misteriosamente i pensieri, non mi vengono le parole. La mia capacità di attenzione si è ridotta al minimo indispensabile. E salgo in macchina, e ci sono 45 gradi, non ho l’aria condizionata, ma tanto mi da più fastidio quella che poi mi prende il mal di pancia. E arrivo al lavoro che ho la maglia tutta bagnata che sembra che mi abbiano fatto un gavettone. Senza contare che mi sono lavata prima di partire! Odio l’estate, i vacanzieri che si aggirano in bicicletta in questa bellissima città di mare, che io adoro, per le sue strutture, per il suo canale, per il mare stesso…in inverno! E mi fanno odiare il fatto che ho deciso di lavorare qui, perché mi piace pure l’odorino salmastro che arriva al mio ufficio in questa stagione…quando tira vento. Non sopporto che girino in bicicletta, che passino sulle strisce pedonali senza neanche guardare. Non mi va giù che siano in relax e che a loro questa afa piaccia…e si trovino bene! Sono noiosa, sono stanca, sono sfinita. Ho continuamente voglia di piangere perché questa impotenza mi irrita. Non posso prendermela neanche col governo, per dire! Devo sopravvivere anche quest’anno, come sono sopravvissuta ad altre 25 estati. Pure a quella del 2003, memorabile. Li si che ho creduto che non avrei potuto farcela. Devo stringere i denti, andare avanti, tenere botta. Anche se non so quanto durerò. E ricordarmi di prenotare in quel posto magnifico che vi dicevo. Perché negli ultimi giorni mi era calato un po’ l’entusiasmo (come mi cala sempre dopo uno-due giorni che mi vengono certe idee), ma oggi sono più risoluta di prima. Devo andare via, devo cercare il fresco, devo trovare un posto per respirare, aria fresca, polmoni liberi (si, cioè, se fumassi un po’ meno, respirerei meglio in generale!), odore di pioggia nei paraggi…Devo devo devo!


 



DA LEANNE A MR. X


Caro Mr. X,


Eccomi, sdraiata a letto, aspettando che arrivi il sonno. Ecco. Davanti ad un foglio, con una penna rossa in mano. In attesa che le parole escano, che le cose da dire vengano da sole. Mi è sempre piaciuto scrivere lettere. Forse perchè è più facile parlare senza essere interrotti. Forse perchè non guardando negli occhi la persone con cui si parla, si nascondono le espressioni del viso. O forse solo perchè rimane sempre l'attesa lunga di una risposta. La lettera. Una lettera per te. Eccola, te la sto scrivendo. Anche se non lo saprai mai, perchè rimarrà qui, tra vecchie poesie e ricordi di quando ancora avevo un cuore che sapeva battere. Eccola. La tua lettera. Una lettera lunga, un po' come quelle che si mettono tra le raccolte dei grandi autri. Tipo "Victor Hugo all'amata". Ecco..."Leanne a Mr.X". E mentre scrivo, mi chiedo chi sia questo Mr.X per me. Perchè si fatica sempre ad identificare le persone così, su due piedi. Mr. X per me è un volto riprodotto in qualche foto sfuocata. E' due occhi verde scuro, e un viso che ricorda un po' un bambino irlandese che una volta ho visto in un film. Mr. X è una voce. Una voce calda ed accogliente, spiritosa e dolce. Mr. X è un brivido. Un'emozione che scivola piano lungo la schiena e fa rizzare i peletti del braccio. Mr. X è uno spirito affine. Anche se a volte vorrei sbagliarmi, anche se a volte vorrei che fosse vero. Mr. X è un gesto che non gli ho mai visto fare. Neanche so come gli si illuminino gli occhi quando ride. Però sono convinta di sentire il luccichio della sua voce quando lo fa. Mr. X...che avrei dovuto tener lontano e non affezionarmici d'istinto...perchè a volte credo di essere pazza, perchè non ci si può legare a qualcuno di cui non si conosce la storia. Ma Mr. X è anche un po' la mia storia. E' questa famigliarità di pensieri, di concenzioni. E' questo legame di esperienze. Mr. X sa. Mr. X capisce. E io stessa so. E io capisco. Lui è il battito di cuore che accellera e il formicolio al fondo dello stomaco quando mi manda un bacio. Mr. X è astratto, eppure tangibile. Lo sento quando sono triste, lo sento quando sono allegra. E' li. Sempre. Anche se non è con me e non potrà mai esserlo. Perchè è giusto che sia così. Lui, che mai potrà leggere queste righe, non potrà mai saperlo. Perchè è così che deve essere. A volte penso di aver sbagliato...ma non sono certo io a poterlo dire. Sbaglio sempre. Arrivo tardi, come mia consuetudine. Ma che importa? L'importante è sapere che c'è, che esiste, che vive. Mr. X è questo colore rosso che smuove la mente, il pensiero. Mr. X va ben oltre la distanza e le difficoltà. Lui è più coraggioso e forte di quello che possa pensare. Lui è il fulmine che saetta in cielo...ma non fa paura. Rassicura. Mr. X per me è questo. Tu, per me, sei questo.


Con affetto


Leanne

martedì 1 luglio 2008

Photobucket


 



 


No, per dire...non ci vuol niente che io sabato sera sia la fotografa ufficiale della serata, eh. Visto che se ne sta parlando...insomma, non so...non posso mica mancare io a questo concerto...e se siete nei paraggi, vi dico anche che il bellone nella foto merita davvero tanto. E' un bravo artista, a mio avviso. Oddio, mi tremano le mani...al solo pensiero di poter avere un ruolo abbastanza importante...sarò in grado? perchè io non lo so mica, eh!



A CUALQUIER OTRA PARTE


Dorian



Ver,

que ya no piensas en mi


que ya no crees en la gente

que tomas pastillas rosas


y te has vuelto nihilista


y sueñas con no soñar

entraria en tu luz

con una cancion sencilla

tres notas y una bandera

tan blanca como el corazon

que late en tu cuerpo de niña



estaria tan lejos de ti

que ya no recuerdo el momento

en que te dije por ultima vez

que el cielo se estaba abriendo


y se abre bajo tus pies

y quiero que vengas conmigo

a cualquier otra parte




ver,


que no sabes decir que no

que vivo en pisos oscuros

y tengo dos mil razones

para olvidarme de todo


y no pensar mas que en tu voz

entraria en tu luz

con una cancion sencilla

tres notas y una bandera

tan blanca como el corazon

que late en tu cuerpo de niña



estaria tan lejos de ti

que ya no recuerdo el momento

en que te dije por ultima vez

que el cielo se estaba abriendo


y se abre bajo tus pies

y quiero que vengas conmigo

a cualquier otra parte



Sul guanciale


cristallizzo lacrime notturne.


Diamanti onirici,


puri e lucciacanti.