venerdì 15 settembre 2006

PSICOLOGO SI...PSICOLOGO NO...


Giro e rigiro il biglietto da visita da cinque minuti...chiamo, non chiamo, chiamo, non chiamo...non chiamo, almeno per ora...non sono convinta, non sono sicura. Non che io ritenga inutili gli psicologi, sia chiaro, anzi, penso che tutti dovremmo fare una capatina da loro per farci dare una revisionata...ma c'è qualcosa che mi blocca, una paura che non voglio neanche approfondire. Credo che sia la paura di guardarmi dentro, di capirmi e, soprattutto, di mettermi a nudo con un'altra persona. E poi mi chiedo: come farà a capirmi questa qui che non mi capisco neanche io...! Bè, è il suo lavoro... Ma la mia manina non arriva a comporre il numero al telefono, la mia testa non arriva a concepire un solo motivo per cui dovrei andarci...(anche se, riflettendo, ne avrei davvero tanti!). Uff, scelta difficile...Mia mamma mi ha già chiamata in ufficio 8 volte per sapere se avevo preso appuntamento...le ho detto che non avevo ancora avuto tempo. Lascio passare il week end, forse qualche giorno della prossima settimana, qualche consiglio di voi, lettori del blog, e poi deciderò il da farsi....


Aspetto sostegno...!

7 commenti:

  1. che bello questo tuo messaggio...proprio oggi...perchè proprio oggi pensavo alla famosa capatina che dovremmo farci tutti.

    Premetto che per storie di persone a me molto vicine ( amiche e parenti ) e anche per motivi lavorativi ( sono tra le categorie con cui ho più a che fare :) credo che in linea generale non ci sia niente di male in un certo momento della vita a "prendere" aiuto da una persona qualificata ed esterna. Può essere una chiaccherata di una volta, piò essere una terapia. Può essere per un motivo "grosso" ( lo metto tra virgolette perchè per me se uno ha bisogno di un confronto con qlc di esterno non necessariamente deve essere perchè sta vivendo un lutto o un altro evento quotiano...c'è tutta una psicopatologia della vita quotidiana da scoprire ;) o semplicemente per un momento in cui c'è molta nebbia o semplicemente perchè ci muoviamo in un territorio interiore o esteriore nuovo e necessitiamo di conferme. QUindi si, ben vengono gli psicologi, e anche il ricorrerci. Credo che ci voglia un grosso coraggioe un grande desiderio di mettersi in gioco per affrontare un'esperienza simile, e ciò prende tutta la mia stima. Altresì però, per esperienza, credo all'incontro. Ossia. Credo che debba scattare tra paziente e dottore un rapporto in cui il paziente permanga cmq consapevole e autonomo, e che ci debba essere cmq del feeling. Questo è già meno facile, perchè esistono tante personalità e tante scuole di psicologia. Accanto alla consapevolezza occorre anche la lealtà verso se stessi. Ma ritengo che sia un profondo atto d'amore nei confronti di sè. Ti conosco poco, ma ti leggo sempre...:) Ti sento come una ragazza a cui non manca certo la capacità di comprendere se sia il momento per mettersi in gioco in questo tipo di esperienza nè semmai di poterla poi finire. E non sto parlando di "capacità celebrale" ma di qualcosa di più profondo. Sei una ragazza in contatto col suo io profondo...non ti resta che seguirlo, perchè lui sa ciò di cui hai bisogno.

    Ti abbraccio davvero forte,

    erika :)

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  2. dimenticavo.

    C' è sempre una guerra in corso contro cui combattere. E' vero che troppo facilmente si ricorre allo psicologo per ogni cosa, ma è altresì vero che ancor oggi si pensa che dallo psicologo ci vanno i "non normali" ( che parola brutta )...quando invece bisogno essere molto intelligenti ( emotivamente e cognitivamente ) per sentire il bisogno di andarci :)

    Erika

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  3. ciao erika...

    già, la prima cosa che mi preoccupa è il rapporto paziente-medico...insomma, potrei anche non trovarmi bene, ma è anche vero che non ho sposato nessuno..quindi potrei lasciarlo per andare in cerca di qualcuno migliore.

    Prendo atto del fatto che una terapia mi serva...anche solo per capire da dove vengon certi problemi...le crisi di panico, il mal di stomaco...se c'è un qualcosa sotto...insomma, è utile e producente, lo so. La forza di guardarmi dentro...ce l'ho, o meglio, ci guardo tutti i giorni...ma fatico a vederci bene...quindi mi serve una mano per farlo! si, ci voglio andare, ci devo andare...non posso continuare a stare male...voglio arrivare a 25 anni con un po' più voglia di vivere di quella che ho adesso...

    grazie per il tuo intervento! mi fa bene sentire certe cose!

    un bacione

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  4. sostengo a spada tratta lo psicologo, e ti aggiungo anche che per me è giusto e normale farsi aiutare. Indispensabile un buon rapporto di fiducia, quello sì.

    Ti racconterò, se vuoi, della mia mamma che andò dalla psicologa per farsi aiutare a gestire i conflitti tra tre caratteri forti (mio padre, mio fratello ed io... ) perchè mio fratello, il più piccolo, non venisse schiacciato... :-)



    un cammino simile a quello che ti può far fare lo psicologo viene dalla guida spirituale (per esperienza diretta): ma tu non cerchi quello ora. In bocca al lupo, avrai tutto il sostegno che ti serve da me! :-)



    ps... le uscite continuano ;-)

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  5. x monica:

    risposta al ps, intanto...e brava monica! poi mi racconterai in privato come procede la cosa, se vorrai, naturalmente...!

    per quanto riguarda lo psicologo, ringrazio anche te per il sostegno...e per eventuali informazioni in merito...l'esperienza diretta è sempre la migliore. anche la guida spirituale, forse, non mi dispiacerebbe...solo che prima mi devo mettere a posto..e poi avrò bisogno di qualcuno che non mi faccia ritornare a quello che sono ora...

    piuttosto, la guida spirituale dove la trovo? posso affidarmi a te?!

    un beso

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  6. certo che sì... volentieri... quando ci vediamo facciamo una mega session di informazioni varie :-)

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  7. per esperienza personale...iniziare un percorso di riscoperta dei propri blocchi (e quindi del nostro inconscio più profondo ed intimo) non è cosa da qualche seduta. Davvero non bastano poche sedute nemmeno per scaricarsi un po' l'animo e raccontar due cose allo studioso che ci sta difronte. E' inutile per noi, è tempo sprecato per lo psicologo (quelli onesti via) la psiche è cosa complicata da capire. Se decidi di andare, per il tuo bene, devi continuare fino a che i blocchi che riemergono, non vengono del tutto compresi e metabolizzati e superati! Non fare il mio errore. Portarli a galla e poi pensare di esser in grado di cavarsela da sole...sbagliatissimo.

    E' anche vero che a volte si decide di andare dallo psicologo per lutti, stress, ansie, quei sentimenti diciamo "superficiali" (xke non saprei come spiegarli in altro modo, ma importanti) e poi invece si apre il vaso di pandora e pensi "diamine se mi tenevo quel po' di ansia e stress che ormai han tutti"!



    In sostanza io penso questo: la paura è inattività, cioè il restare fermi. la non azione è come essere morti. fermi.

    molto meglio crescere, soffrire conoscersi e amarsi. è comunque un movimento, nel movimento vedo sempre la crescita.

    questo il mio pensiero. buona giornata.

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