mercoledì 25 febbraio 2009

DEI CERCHI CHE SI CHIUDONO


foto dal web


Credo che prima o poi nella vita sia capitato a tutti di soffrire per amore. Credo che ci siano storie che finiscono anche quando non si vorrebbe finissero. Solo che finiscono, per volere dell'altra persona, per esempio. E allora succede che si sta male, malissimo, che si vorrebbe morire piuttosto che stare così male. E passano i giorni, passano i mesi, e piano piano si smette di piangere, si piange sempre un po' meno, un po' di meno, fino a non piangere più. Poi a quella persona che ci ha fatto star male si pensa un po' meno, poi un po' di meno ancora fino a quando non la si pensa più. E così, sono passati gli anni, siamo invecchiati, ci guardiamo indietro, ci vediamo come eravamo allora, ci confrontiamo e capiamo che siamo cresciuti. E dopo il tempo trascorso a pensare che quello che ci dicevano quando non ne volevamo sapere di alzarci da terra, cose tipo "è successo a tutti. piano piano passerà", non fosse vero, adesso prendiamo coscienza e capiamo che avevano ragione loro e che tutto finisce. Come le storie stesse, anche il dolore che hanno lasciato dietro di loro finisce. Poi succede che la persona che ci aveva causato tanto dolore torni a ripiombare nella nostra vita...e quello che proviamo è solo una bella, rilassante, menefreghista indifferenza. E c'è qualcosa che solletica lo stomaco, una specie di soddisfazione personale...tu sei qui...che vuoi? perchè ti viene da dirglielo...che cosa vuoi? perchè io senza di te sto bene. Ma tu che vuoi? Che ti metti a scrivermi su facebook come se niente fosse successo, come se tutto fosse stato cancellato? Che vuoi? Perchè io sto bene anche senza saperlo...poi guardi ad ora. Guardi com'è quella persona adesso...ti volti indietro e guardi com'era allora...e ti rendi conto che non è cresciuto di una virgola nonostante il passare degli anni...e se c'è una cosa che ti fa stare veramente bene è capire che non ti sei persa proprio niente...e se c'è una cosa che ti fa stare veramente male è capire che in realtà ti sei persa un paio di anni della tua vita ricordando qualcuno come qualcuno che non era mai stato. "Il ricordo si sa trasfigura la realtà"...lo dicono i Baustelle...ed è vero...cazzo se è vero. Solo che ce ne rendiamo conto solo quando il tempo perso l'abbiamo perso già.

giovedì 19 febbraio 2009

3 DI BLOG, 27 DI LEANNE

Il bello di compiere gli anni lo stesso giorno in cui li compie il proprio blog, è quello di non dover spremere tanto le meningi per scrivere due post diversi. Quindi un post unico per due compleanni...due piccioni con una fava, insomma. Partirei col fare gli auguri al blog, intanto. Il blog se li merita tutti i miei auguri...è ancora in vita dopo 3 anni, vista la mia proverbiale incostanza...e questo non può che fargli onore! come ogni anno, ringrazio anche i blogger che sono passati da qui nell'ultimo anno. Quelli che si sono aggiunti, che sono entrati con passo felpato. Tutti quelli che hanno letto almeno un post e chi lo ha commentato e chi neanche si è sprecato. Ma questo non importa. Il mio blog è ancora vivo e sta crescendo, con picchi di euforia a volte, con picchi di depressione altre. Ma che importa? E' ancora qui. E questo è quello che conta. Molto migliorato, a parer mio, rispetto a 3 anni fa. Se rileggo i vecchissimi post mi viene quasi da ridere a vedere cosa e come scrivevo. Ma crescere fa parte anche di questo. E crescere porta inevitabilmente ai miei 27 anni. Puttanassa vaccassa, direbbe Nori...siamo ormai giunti alla soglia dei 30. Spaventa un po'..ma per il momento cerco di non pensarci. Si cresce. E quando si cresce ci sono tante cose, tanti pensieri, tanti tormenti che si buttan su. E tante, tantissime paure...come quella del futuro. Io ho una gran paura del futuro. E' l'unica cosa su cui non ho certezze...e mi spaventa davvero non aver certezze. Ma cerchiamo di non pensarci. Voglio cercare di chiudere questo giorno serenamente, senza tante paturnie esistenziali. Non mi sembra il caso. Non quest'anno..visto che l'anno scorso è stato il mio peggior compleanno. Questa sera ho trovato i miei nonni al ritorno dal lavoro, ho trovato una torta al tiramisu, un mazzo di fiori di campo bellissimi. Ho trovato la Colombina! Il minipimer (della serie, donna, lavora!)...che mi servivano, eh...li avevo chiesti io! Ho trovato un sacco di auguri. Gli auguri dei miei amici, degli amici acquisiti su face book (cazzo, quando è il proprio compleanno su fb non si vive!). Ho trovato calore. Solo una cosa mi è mancata...l'unica cosa per cui ho aspettato tanto questo giorno. Eppure quella cosa non c'è stata. A volte basterebbe così poco per far felice una persona...niente regali, niente cose concrete. Solo una cosa...una cosa sola era il mio più grande desiderio...ma quella cosa non è stata esaudita. Va bene così...vorrà dire che va bene così.

martedì 17 febbraio 2009

LA SCATOLA DELLA MEMORIA


Foto dal web


L'altra sera ho aperto una scatola. Una di quelle scatole in cartone, con i manici e il coperchio. E' verde e sopra c'è stampata una rosa rossa. Quando ho comprato quella scatola, all'inizio, mi serviva per tenerci dentro i maglioni quando ero andata a vivere da sola. Avevo un armadio troppo piccolo e i miei vestiti non ci stavano tutti. Poi, quando sono tornata a casa mia, per molto tempo, è rimasta chiusa in garage. Finchè un giorno, vedendola lì, abbadonata in un angolo, vicino all'alberto di Natale e alle statuine del presepe, ho pensato che fosse un peccato non usarla più. Così l'ho portata in casa, l'ho spolverata e ho riflettuto qualche minuto su come impiegarla. La rispostata non ha tardato ad arrivare. Quella scatola aveva tutta l'aria e tutte le carte in regola per essere adibita a scatola dei ricordi. Così, l'altra sera, le ho infilato dentro l'agenda del 2008 e un quaderno ad anelli pieno di sms copiati, follemente, a mano. Solo che era troppo piena e l'ho posata sul letto, con non poca fatica, per riordinarla un po'. Lì dentro ci sono i miei ultimi 15 anni di vita. I diari adolescenziali, con tutti i nomi dei miei filarini. Apro una pagina a caso. "oggi io e Marco ci siamo baciati" Febbraio 1995. Ne apro un'altra. "oggi Dido mi ha lasciato un biglietto sotto la porta della camera". Luglio 1994. E non lo nascondo, ma un po' mi viene da piangere. L'agenda, poi. La prima, quella da cui ho cominciato a scrivere ogni giorno della mia vita, del 1998. Leggo una pagina a caso "Oggi, all' NRG, ci sono andata con un certo Mirko". Marzo 1998. Ne leggo un'altra. "Oggi, riapertura NRG, Mirko stava limonando con una. Sto malissimo". Settembre 1998. Sposto un po' di cose e trovo quaderni, agendine, strapieni di poesie mie e non mie. Patetiche alcune, piene di dolore altre. Foglietti sparsi con titoli di libri, testi di canzoni, lettere o frasi tratte da libri che leggevo in quel periodo. Foto. Qualche fotografia di amori passati, qualche foto di me bionda, qualche foto di me bambina. Storie dattiloscritte (scrivo male anche adesso, ma all'epoca ero proprio un disastro a scrivere!). Lì c'è tutta la mia vita. Quello che sono stata. Mentre risollevo la pesante scatola valutando di procurarmene una più grande per riporla sul fondo dell'armandio,  penso che se adesso, ogni tanto,  mi chiedo perchè ancora mi piaccia tenere segnato tutto, una risposta riesco a darmela. Riaprire quella scatola e sapere che quello che sono adesso, fra altri 15 anni, non sarà andato perduto. Non sarò andata perduta.

domenica 15 febbraio 2009

ALBUM DI FAMIGLIA


Foto dal web


C'è una foto nell'album di famiglia. Una foto di mia mamma giovanissima, con i capelli corti. Sorride. Ha un costume violetto ed è sdraiata sulla sabbia. Guarda l'obbiettivo o forse  mio padre e si tiene una mano sulla pancia, a proteggerla. Quella è la mia prima foto. Dentro a quella pancia ci sono io, piccolissima, quasi invisibile. E' una pancia ancora piatta e sfiderei chiunque ad intuire una piccola Valentina lì dentro. Però ci sono io. Ogni volta che mia mamma vede quella foto, mi dice sempre che aveva saputo da poco della mia esistenza. E il sole le fa socchiudere gli occhi luminosi e scintillano i denti bianchi. Così penso che un tempo, almeno, deve essere stata felice. Che da come guarda nella macchina, forse i miei genitori, una volta, si sono amati davvero.  

giovedì 12 febbraio 2009

SO NOSTALGIC

Oggi pomeriggio c'era un cielo limpido da queste parti che io mi sentivo bene, ma bene proprio. Un sole che anche se era freddo mi scaldava dentro, mi faceva sentire viva. Oggi era uno di quei giorni in cui proprio mi sarebbe dispiaciuto morire. Non che per il resto dei giorni io ci farei la firma, ma oggi se fossi morta mi sarebbe scocciato parecchio. Di solito all'idea della morte rimango abbastanza indifferente. Oggi no. Oggi proprio non era un buon giorno per morire. Sono uscita dall'ufficio e sono andata in tabaccheria a prendere i francobolli. E mentre camminavo, masticando la mia goleador alla liquirizia, assaporando ogni passo, sentendo il profumo del mare che mi lasciavo alle spalle, l'odore del pesce che saliva dal canale, guardavo i bambini in bicicletta e i raggi del sole che stava tramontando dietro le case. Case di mare. Che a me il mare non piace in estate, ma oggi mi sarei allungata verso la spiaggia, passeggiando tra le cabine deserte, mi serei seduta sulla sabbia fredda e avrei lasciato che le onde mi sfiorassero le punte degli stivali. E mentre tornavo, pensavo anche alla mia montagna, ai miei boschi, tanto per cambiare, e mi girava in testa una canzone di Amy Mcdonald che ha fatto da colonna sonora alla mia estate passata. La canticchiavo mentre mi tornavano in mente le sere passate in terrazzo, con l'umidità che mi si attaccava ai capelli e faceva sudare le cuffie di skype. Alle notti che cominciavano a diventare fresche, e a quando facevo le due parlando con lui. A quando andavo a letto con la bocca amara, che sapeva di fumo per le tante sigarette fumate durante le lunghe conversazioni. E ho pensato che mi manca, mi manca tantissimo quel periodo. E credo che sia assurdo provare nostalgia per qualcosa che si ha ancora e, non solo si ha ancora, ma è qualcosa che è diventato più solido e forte col passare del tempo. Eppure sentivo questa cosa che non c'era più, che non ci sarà più, che ha lasciato spazio ad altro, è vero, a qualcosa di più bello. Ma quell'inizio, quel aspettare sera, quell'aspettare un'icona arancione sulla barra degli strumenti e il rumorino tipico di chi ti manda un messaggio...tipo "ci sei? :)" oggi mi mancava più del solito. Io lo dico sempre alla mia psicologa...dovrei vivere di inizi. Dovrei vivere di cose che cominciano, e poi cominciano e cominciano ancora. Io negli inizi ci sto sempre bene. Non che stia male dopo, anzi...ma gli inizi ti confondono le viscere, ti fanno perdere il senno e spesse volte il sonno. E lei mi dice che sono nostalgica, che è nella mia indole il gene della nostalgia. Che io davanti proprio non riesco a guardare. Che il presente me lo godo sempre poco. E' vero. Vivo di ricordi. Sono l'impronta dei ricordi. Sono quello che il passato mi ha fatto diventare. Come si fa a non guardare indietro? Quello che so con certezza, poi, alla fine di tutto, è che oggi, con questa canzone qui che mi suonava in testa, di certo, non mi sarebbe piaciuto morire.


 


martedì 10 febbraio 2009

FACCIAMOCI I CONTI



Allora, nella lista dei buoni propositi per il 2009 che quest'anno NON ho fatto, c'era anche quello di segnarmi, giorno per giorno, ogni singolo euro che cacciavo fuori di tasca, per vedere, a fine esperimento, dove andasse a finire il mio stipendio. Mica che io sia un'avara o una che tenga particolarmente ai soldi, però ogni mese mi stupisco di quanto il mio stipendio sia a malapena sufficiente e non riesca a mettere via che qualche spicciolo. Di sto passo, il castello sul Trasimeno non riusciremo mai a comprarcelo! Così mi sono travestita da perfetta casalinga contabile, ho preso la mia agendina e ho iniziato a tirare giù, voce per voce, tutto quello che avevo speso a gennaio. Cominciamo:


BOLLETTE            70,00  €


SPESA                  207,00 € (qua ci sarebbero da dire un po' di cose. Spesa   intato è genirico come termine. Diciamo che qui c'è il cibo del week end, ci sono i prodotti per la casa, qualcosina per i gatti e diciamo pure che ci sono 7 euro di candela profumata che non ho potuto fare a meno di comprare.)


PSICOLOGA         114,00 €


SIGARETTE           72,00 €


GATTI                    19, 20 €


BENZINA                85,00 €


VARIE                   342,50 € (anche qua ci sarebbe da dire che tra le varie ci sono due cappotti e tre maglie alla modica cifra di 320 euro...mi servivano, mica li spendo ogni mese 300 euro in vestiti!)


Allora, fatti i conti, io avrei speso in un mese 910 euro più o meno. se il mio stipendio è di, poniamo il caso, 940 euro, io non ho molto da stare allegra. è pur vero che ho dato fondo al regalo di Natale del nonno, a dei soldi che mi doveva mia sorella e a 32 euro di buoni pasto spesi al Conad e non ho toccato il conto corrente questo mese. Però è anche vero che non mi sono praticamente permessa niente di non indispensabile (non provate a dire che le sigarette sono superflue!). E neanche i cappotti e le maglie lo sono...ed erano pure in saldo. Se togliamo quei 300 euro in vestiti possiamo dire che ho speso 600 euro..e allora non c'è male. E' anche vero che ci saranno mesi in cui quei 300 euro verranno spesi per altre necessità. Tipo l'assicurazione, il tagliando della macchina e tutte quelle menate li. quindi, bene o male, il mio tenore di vita, senza uscire (ci sono giusto 12 euro di cinema nelle varie!), senza concedersi frizzi e lazzi, è a malapena sufficiente per campare. Se poi ci vogliamo mettere che non ho figli da mantenere e non ho un mutuo da pagare (quello del castello sul Trasimeno sarebbe abbastanza importante dal punto di vista di incisione economica) potrei anche rallegrarmi. Ma mi rallegro ben poco...bisogna sperar sempre di star bene e di non avere mai necessità extra...niente visite specialistiche, niente macchina che ti abbandona per sempre e ne devi comprare un'altra, niente lavatrice che ti si rompe o caldaia che ti scoppia. Non invidio chi ha una famiglia da portare avanti. Io devo anche dire che sono fortunata, mangio spesso da miei, e quando sono sola vado a verdure. Non compro mai niente per sfizio... e adesso come adesso ringrazio sentitamente i miei genitori per avermi cresciuta senza vizi (non azzardatevi a dire che il fumo è un vizio!)


sabato 7 febbraio 2009

DEI VIRUS, DELLE BELLE GIORNATE E DI ALTRE STORIE

Succede che un mercoledì sera tuo padre viene a mangiare da te e ti porta delle pizzette. Succede che sarà lo stress da lavoro, sarà la salsiccia, sarà che già sei abbastanza scarica, quelle pizzette non riesci a mandarle giù. Così succede che passi tutta la notte del mercoledì con la testa infilata dentro al cesso peggio di un alcolizzato a cercare di vomitare, ma non ti riesce. Forse non sei più capace di vomitare dalla paura che hai di farlo. Succede che alle 5 decidi di metterti sul divano e dormi a sprazzi, come i gatti. Alle 7 suona la sveglia ma sei troppo fiacca per alzarti e se ti alzi senti la nausea che ti arriva alle sopracciglia. Così te ne stai a casa e pensi a tutto il casino che avevi da sistemare prima di quei 3 giorni attesissimi di ferie. Ferie che ti godrai ben poco, visto come stai messa. Sul divano, con la tua coperta di lana, i tuoi gatti, sex and the city, la sesta serie che non hai mai visto, "il maestro e margherita" che non riesci a leggere da quanto ti pesa la testa, e sto senso di nausea e non appetito che ti preme contro le tempie. Succede che ti viene da piangere. Perchè se c'è una cosa che odi è ammalarti. E' il sentirti impotente e guardarti allo specchio e vedere delle occhiaie che sembri un panda con l'itterizia!  E per fortuna arriva il giovedì pomeriggio e col giovedì pomeriggio arriva anche lui, munito di fermenti lattici e di tanta pazienza. Che con me, quando sto male, di pazienza ce ne vuole parecchia, perchè sono noiosissima quando sto male. Così mi mette una fettina di limone in bocca contro la nausea e mentre lui si mangia una piada col prosciutto della quale io rifiuto anche di sentire l'odore, mi rassegno all'idea che giù per questo stomaco non ci voglia entrare proprio niente di concreto. Poi guardo fuori dalla finestra, apro il terrazzo che non ho ancora aperto in tutta la giornata perchè di fumare proprio, stranamente, non  mi va e mi accorgo che c'è un'aria primaverile fuori che mi fa rizzare i peletti del braccio. E quasi mi incazzo. Mi incazzo perchè ho aspettato un giorno così da novembre e adesso non posso neanche approfittarne per fare un bel giro in bici o una passeggiata. E poi penso che ci saranno altri giorni così, che non saranno mica gli unici. E piano piano cerco di prendermi un po' di tempo per rimettermi in sesto, anche se la mia faccia continua ad essere verdelimoneandatoamale e non riesco a stare in piedi se non per 5 minuti e cadere quasi svenuta sul divano. Poi provo a pesarmi e constatare di aver perso 2 chili almeno è una soddisfazione. Certo che a non mangiare non si fa mica fatica quando non se ne ha voglia!


E poi ci sono tutte quelle cose che senti per televisione, che di solito non la guardi mai ma quando sei messa così la tele la accendi e così ti arrivano all'orecchio le ultime notizie, tipo quella di Silvio che vuole fare una legge per evitare che si tolgano i nutrimenti ad Eluana. E allora ti incazzi ancora di più. Perchè non ne puoi più di sentire che per questa povera donna si stia facendo così tanto casino. E ti viene da dire che chi sostiene la vita ad oltranza non dovrebbe essere la stessa persona che sostiene i bombardamenti israeliani verso la palestina! Cazzo, mi parli di vita, di salvare una vita, ma non te ne frega un cazzo se altre vite che magari non vorrebbero morire, muoiono per mano degli israeliani?! Insomma! Un po' di coerenza! E poi c'è questa cosa che io non mando giù...il fatto di far di tutto una questione politico-religiosa! Basta! L'ho già detto e lo ridico! Eluana, suo padre...è una cosa che dovrebbero risolvere loro. Perchè tanto scalpore? Chi si schiera dalla parte di coloro che vogliono che Eluana "viva"...chi da quella che Eluana metta fine alla sua "non vita". Il vaticano che ci si mette in mezzo, come sempre, porca puttana, che se non dice la sua non sta bene, silvio che fa le leggi in 5 minuti, napolitano che almeno dice la sua e si incazza...bravo nap, almeno ogni tanto ci ricordi che ci sei anche tu! BASTA! Lasciamola morire in pace! Non sopporto tutto il sostegno mediatico alla vicenda! Ma la mia opinione la do sempre volentieri! La sua, per quanto mi riguarda, non è vita. Se suo padre ha preso una simile decisione un motivo ci sarà! E allora basta! Chi meglio di lui! che leggi volete fare?!


E poi succede che la mezzora di stanby per scrivere questo post ti ha succhiato tutte le forze. Così lo posti e torni a sdraiarti sul divano.

martedì 3 febbraio 2009

CHI VA E CHI RESTA

Ci sono cosa a cui cerco di non pensare. Come la morte, per esempio. Che bisognerebbe prenderne atto, ogni tanto. Mica per farsi delle paranoie assurde, è solo che credo dovremmo rendercene conto un po' più spesso. Perchè quando questa cosa arriva all'improvviso, ti spiazza. Tu non te l'aspetti ed ecco che passi davanti al tabellone dei necrologi e vedi che l'ennesimo tuo assicurato è morto. Che quando mi muore un assicurato io ci rimango sempre male. E ancora peggio ci rimango quando proprio non me l'aspettavo. Che se poi ripenso all'ultima volta che l'ho visto, in effetti, non è che stesse proprio bene. Insomma, forse me lo aveva anche detto che non stava attraversando un bel periodo. Ma io non è che mi possa ricordare di tutti. E adesso eccolo li, con il suo sorriso dai denti bianchissimi. Non che avessi una gran confidenza con lui, però era uno di quelli simpatici, che ogni tanto ti faceva un complimento e te gli davi la battuta e lui rideva. Un assicurato discreto. Sempre curato, vestito bene, con una certa elenganza per l'età che aveva. Lo stimavo. Lo conoscevo poco ma lo stimavo. E poi succede che torno a casa, mi chiama mia nonna e mi dice che lo zio di mia mamma è morto. E per lui ci rimango meno male, per assurdo. Perchè me lo aspettavo. Stava male, lo sapevo, eravamo li che facevamo il conto a rovescia. Non che gli fossi mai stata particolarmente attaccata...però lo conoscevo meglio del mio assicurato. Eppure mi ha dato meno tristezza...anzi, gli sono passata accanto quasi indifferente. Che strano...strana questa cosa. Sono sempre persone che se ne vanno, che lasciano dei buchi, dei vuoti. Ma l'assenza di uno fa più effetto dell'assenza dell'altro. Strano. Strano davvero. Strano come il fatto che si chiamassero entrambi con lo stesso nome. Strano come il fatto che senza saperlo, entrambi si trovino nelle parole di questo post.

domenica 1 febbraio 2009

SULLE INUTILI BUROCRAZIE


Ci sono cose che a volte non servono. Non servono anelli, non servono firme, non servono parole pronunciate davanti a sindaci o preti. Non servono banchetti festosi, abiti bianchi e smoking. Non servono promesse. Ci sono persone legate dentro, sposate nell'anima. Io ti ho sposato il primo giorno che ti ho visto, quel giorno che mi hai portato una sciarpa per non farmi prendere freddo. Ti ho sposato con una cimice a farci da testimone, con il coro del vento che faceva muovere le foglie dei faggi. Io ti ho sposato li. E non mi serve altro. E non ci serve altro. Non ci servono approvazioni, non ci servono permessi, non ci servono contratti o le promesse di amarsi per un'intera vita. A noi, a me e a te, basta sapere che lo faremmo, basta sapere che anche se questa unione non verrà mai legalizzata, saremmo felici...forse più felici di chi si è vincolato per sempre. Noi, io e te, siamo vincolati senza niente che ci vincoli. Siamo uniti senza nienta che ci unisca. Cos'è che esiste di meglio? Qualcuno oserebbe chiedere di più? Io ti sposo ogni giorno, ogni mattina, quando ti auguro un buon risveglio. Ti sposo ogni volta che ti bacio, ogni volta che ti guardo dormire, ogni volta che mi abbracci e mi stringi. Tu sei la mia casa. Sei il mio posto sicuro. Sei la vita che mi da vita. Che più?