Solo dieci anni fa, saremmo state sedute alla stessa tavola, magari davanti alle stesse tre pizze e ai tre bicchieri di coca cola.
Solo dieci anni fa, ci saremmo ritrovate in una sera di primavera, magari accompagnate dei nostri genitori con l'avviso: “Alle 11 torno a prenderti, vedi di farti trovare pronta”.
Dieci anni fa soltanto, possiamo dire che ci saremmo trovate a discutere di una rosa discretamente ampia di argomenti.
Probabilmente avremmo parlato di ragazzi, di folli amori adolescenziali, e magari saremmo state tutte il tempo con il telefonino in mano sussultando ad ogni squillo sperando che fosse il tanto sospirato messaggio.
Solo dieci anni fa, mangiando quelle pizze, le avremmo lasciate raffreddare per il tanto parlare. Ci saremmo chieste come fosse andato l'ultimo compito di storia e ci sarebbe venuta l'ansia per “quel 4 in algebra che quando lo viene a sapere mia mamma mi incula a secco”.
Sedute a quel tavolo, dieci anni fa, avremmo fatto progetti. E il nostro primo problema sarebbe stato come vestirci e dove andare il prossimo sabato sera. Avremmo parlato di quello che avremmo fatto l'estate. Chi sarebbe andata a lavorare in fabbrica per pagarsi la vacanza studio di settembre, chi a fare la barista al solito camping e chi a badare bambini come l'anno prima.
Forse, solo dieci anni fa, in quel preciso istante, ci sarebbe venuto un bel magone se una di noi avesse detto che poi sarebbe stato l'ultimo anno. E solo alla parola “esame di maturità” ci si sarebbe chiuso lo stomaco.
Sono certa, però, che solo dieci anni fa, guardandoci da fuori, una di noi abbia pensato a come saremmo state tra dieci anni. E magari non si sarebbe neanche immaginata che in dieci anni le cose non cambiano poi così tanto come può sembrare.
E infatti eccoci qua, dieci anni dopo, davanti a tre pizze e a tre coca cola. A tirare le somme delle nostre vite. A parlare non più di ragazzi e di amori folli, ma di uomini e amori stabili. A fare considerazioni sul mondo del lavoro, sul come sia difficile poter fare quello che ci piace. A parlare del tempo, il tempo che non basta mai per poterlo dedicare anche un po' a noi e agli interessi che vorremmo coltivare. Eccoci lì sedute, a parlare di case e mutui e doppi lavori, di soldi che, a pari del tempo, non sono mai abbastanza. Eccoci a pensare che sarebbe bello farsi una famiglia e qualcuna dice anche la parola “figlio”. E così sale un po' di tensione. un figlio! Noi, che siamo poi ancora quelle di dieci anni fa, solo con i problemi di dieci anni dopo, in un contesto sociale che già è quello che è e non è già quello di dieci anni fa. Un figlio, e come lo cresciamo un figlio, che per quanti sacrifici si facciano, qua non si riesce a campare neanche in due!?
Così, come dieci anni prima, mi fermo e ci guardo. E penso a come saremo tra altri dieci anni. Se ci sarà ancora un tavolo per noi con tre pizze e tre bicchieri di coca cola. Se saremo ancora quelle di questa sera, se saremo riuscite a fare e ad avere almeno un quarto di quello che vorremmo.
E in quel momento mi si forma un nodo in gola e in testa rimbombano le parole costanti di mia madre, donna di grande saggezza e positività, le stesse parole che mi sentivo dire dieci anni fa: “Goditela finché puoi, che più si va avanti e peggio è!”
Potrei piangere per questo. Ultimamente potrei piangere per tutto.
RispondiEliminaSembra la mia vita. Ma forse lo è.
E' la mia è la tua, è la vita di tutti quelli che continuamente si confrontano col tempo che passa e con quelle piccole solide certezze che a esso resistono.
E' sempre emozionante leggerti.
Danila
dani, non ti voglio certo far piangere, che qua a forza di piangere ormai finisce che non ci rimangono più le lacrime. ma quello che dici è vero, purtroppo dobbiamo fare i conti col passato....il problema è che il passato è l'unica cosa certa che sappiamo. il futuro è un'incognita e in quanto tale spaventa. il presente è la realtà...e il problema viene quando il presente non è quel futuro che ci aspettavamo. :)
RispondiEliminaun bacio e grazie...sapere che emoziono qualcuno quando scrivo mi rende il presente meno pesante :)
Il presente non è mai il futuro che ci saremmo aspettati, proprio perchè è futuro e incerto e su di questo non possiamo avere aspettative.
RispondiEliminaIl passato andrebbe solo ricordato e non rimpianto perchè concentrarsi troppo sui ricordi fa si che non viviamo il presente. E lo stesso vale se si è troppo proiettati ad immaginare il futuro.
Non rimane che viverlo questo presente, che spaventa tanto perchè è ciò che accade ora: l'aspettativa di ieri e il ricordo di oggi.