domenica 30 maggio 2010

"UNA MONETINA A TE, UNA A ME, UN'ALTRA MONETINA PURE A TE COSì FANNO TRE"


 








"Pozzo dei desideri, mille monete se indovini i miei pensieri"...cantava il buon Daniele Silvestri. Il problema di fondo è che io, fortunatamente, sono arrivata tardi a scoprire la psicologia del gratta e vinci. Non è per fare della pubblicità, ma mi vengono in mente un po' di considerazioni da fare in merito. Il fatto è che uno la mattina entra in tabaccheria e compra i soliti 4 pacchetti di sigarette. Mentre è lì che aspetta il suo turno, nota la distesa dei gratta e vinci sul banco e viene attirato da quelle cartoline colorate e invitanti. "5 €...infondo, spendo tanti soldi in cazzate, che 5 € li posso anche investire in fortuna", pensa. E allora, oltre ai 4 pacchetti di winston blu, aggiunge anche il gratta e vinci "turista per sempre". L'idea di poter vincere 200 mila euro subito, 6 mila euro al mese per 20 anni e 100 mila euro alla fine, lo gonfia di speranza. Al giorno d'oggi o hai fortuna o i tuoi sogni non li realizzi. Anche perchè i soldi non faranno la felicità, e su questo siamo tutti d'accordo, ma, almeno a parer mio, un pochino ti aiutano. Mica che devi andare a viaggiare e basta, a fare il turista per sempre, come dice il titolo del gioco, mica ti controlla la snai se vai in marocco per 6 mesi o se ti ci compri una casa con quei soldi lì! Ad ogni modo, uno compra il gratta e vinci, prende una monetina da un centesimo (che è l'unica che gli è rimasta) e inizia a grattare. Vince 20 euro. Che già vincere 20 euro è una cosa buona. Allora torna in tabaccheria, 10 euro se li fa dare e gli altri 10 li reinveste in altre 2 cartoline per tentare la fortuna. Per giorni e giorni continua la stessa storia. Vince ogni volta, 5/10 euro e ogni volta compra altre cartolina. Nella sua testolina non ci perde niente, anche perchè in effetti non ci perde niente, ma non calcola che sta comprando altri biglietti allo stato...che se uno pensasse già ai soldi che da allo stato di solito, non si avvicinerebbe neanche ai gratta e vinci, al win for life o al superenalotto. Ma il nostro non ci pensa. Non ci pensa perchè la speranza di trovare i due "turista per sempre" è troppo grande. Capita a tanti, perchè non può capitare a me!? A me devono sempre capitare le sfighe e una botta di culo, per mandare a quel paese tutto, a me mai?!...Già, a te mai...perchè finalmente compra le ultime due schedine dove non c'è niente. Basta, finito, chiusa lì la storia del gratta e vinci. E' stato bello per un po' sperarci, lo so...eppure non è successo niente. Continuerà la sua vita di sempre, a cercare il bello, il buono e la felicità anche senza soldi. A farsi un mazzo al lavoro, a ingoiar rospi e andare avanti, come faceva prima di iniziare a grattare. E poi chissà, un giorno si ritroverà 5 euro in più in tasca e ritenterà  di nuovo...nella vita non si sa mai. 


venerdì 21 maggio 2010



 



Solo dieci anni fa, saremmo state sedute alla stessa tavola, magari davanti alle stesse tre pizze e ai tre bicchieri di coca cola.
Solo dieci anni fa, ci saremmo ritrovate in una sera di primavera, magari accompagnate dei nostri genitori con l'avviso: “Alle 11 torno a prenderti, vedi di farti trovare pronta”.
Dieci anni fa soltanto, possiamo dire che ci saremmo trovate a discutere di una rosa discretamente ampia di argomenti.
Probabilmente avremmo parlato di ragazzi, di folli amori adolescenziali, e magari saremmo state tutte il tempo con il telefonino in mano sussultando ad ogni squillo sperando che fosse il tanto sospirato messaggio.
Solo dieci anni fa, mangiando quelle pizze, le avremmo lasciate raffreddare per il tanto parlare. Ci saremmo chieste come fosse andato l'ultimo compito di storia e ci sarebbe venuta l'ansia per “quel 4 in algebra che quando lo viene a sapere mia mamma mi incula a secco”.
Sedute a quel tavolo, dieci anni fa, avremmo fatto progetti. E il nostro primo problema sarebbe stato come vestirci e dove andare il prossimo sabato sera. Avremmo parlato di quello che avremmo fatto l'estate. Chi sarebbe andata a lavorare in fabbrica per pagarsi la vacanza studio di settembre, chi a fare la barista al solito camping e chi a badare bambini come l'anno prima.
Forse, solo dieci anni fa, in quel preciso istante, ci sarebbe venuto un bel magone se una di noi avesse detto che poi sarebbe stato l'ultimo anno. E solo alla parola “esame di maturità” ci si sarebbe chiuso lo stomaco.
Sono certa, però, che solo dieci anni fa, guardandoci da fuori, una di noi abbia pensato a come saremmo state tra dieci anni. E magari non si sarebbe neanche immaginata che in dieci anni le cose non cambiano poi così tanto come può sembrare.
E infatti eccoci qua, dieci anni dopo, davanti a tre pizze e a tre coca cola. A tirare le somme delle nostre vite. A parlare non più di ragazzi e di amori folli, ma di uomini e amori stabili. A fare considerazioni sul mondo del lavoro, sul come sia difficile poter fare quello che ci piace. A parlare del tempo, il tempo che non basta mai per poterlo dedicare anche un po' a noi e agli interessi che vorremmo coltivare. Eccoci lì sedute, a parlare di case e mutui e doppi lavori, di soldi che, a pari del tempo, non sono mai abbastanza. Eccoci a pensare che sarebbe bello farsi una famiglia e qualcuna dice anche la parola “figlio”. E così sale un po' di tensione. un figlio! Noi, che siamo poi ancora quelle di dieci anni fa, solo con i problemi di dieci anni dopo, in un contesto sociale che già è quello che è e non è già quello di dieci anni fa. Un figlio, e come lo cresciamo un figlio, che per quanti sacrifici si facciano, qua non si riesce a campare neanche in due!?
Così, come dieci anni prima, mi fermo e ci guardo. E penso a come saremo tra altri dieci anni. Se ci sarà ancora un tavolo per noi con tre pizze e tre bicchieri di coca cola. Se saremo ancora quelle di questa sera, se saremo riuscite a fare e ad avere almeno un quarto di quello che vorremmo.
E in quel momento mi si forma un nodo in gola e in testa rimbombano le parole costanti di mia madre, donna di grande saggezza e positività, le stesse parole che mi sentivo dire dieci anni fa: “Goditela finché puoi, che più si va avanti e peggio è!” 


domenica 2 maggio 2010

































POST VUOTO....STO FACENDO DEGLI ESPERIMENTI...NON VI ALLARMATE!

sabato 1 maggio 2010

A TUTTI GLI EROI



 



A tutti coloro che al mattino si svegliano quando il sole dorme ancora. A quelli che, oltre alla tuta, in macchina caricano anche cartelli e striscioni. A quelli che si spaccano la schiena, che si sporcano le mani di polvere e fango e vivono in bilico su impalcature traballanti. A tutti quelli che anche se lavorano tutto il giorno seduti ad una scrivania, prima o poi creperanno di stress. A coloro che il lavoro renderà anche liberi, ma con uno stipendio di 900 € al mese e due figli da mantenere, puoi fare anche tutti i sacrifici che vuoi, ma poi mi devi spiegare come fai a chiamarla vita. A tutti quelli in cassa integrazione, a tutti quelli in mobilità e a tutti quelli che la loro azienda ha spostato il lavoro in Cina e tanti saluti a tutti. A quei pochi che hanno un lavoro ancora abbastanza sicuro, ma stanno col capo chino e piegati costantemente a 90 perché di 'sti tempi non si sa mai. A chi deve dire si, quando vorrebbe dire no, ma non può. Ai diritti che non ci sono più e a chi ormai ha cambiato il loro significato in "concessioni". A tutti voi, a tutti noi, a tutti quelli che si sono fatti il culo una vita e adesso si ritrovano con una pensione da fame. A me e a quelli come me che già sarà un lusso se arriveremo all'età pensionabile vivi, e se ci arriveremo non ci saranno le pensioni. A tutti quelli che ogni mese si vedono metà dello stipendio fottuto dalle tasse ad uno stato che neanche li tutela. A tutti i lavoratori, a tutti i non lavoratori non per scelta ma per nefaste circostanze. A tutti quelli che la Panda gli deve durare almeno 20 anni, altro che BMW del cazzo! A tutti quelli che la retta dell'asilo è troppo alta, a tutti quelli che la benzina è cresciuta, che l'assicurazione è cresciuta, che il grano al contadino lo pagano una miseria, ma il pane e la pasta costano un occhio della testa. A chi non arriva a fine mese, a chi ci arriva a stento, a chi ci arriva perchè fa altri sei lavori in nero e sottopagati. 
A tutti voi, a tutti noi, buona festa, EROI!