
"Eccolo li sul muro il ritratto del vecchio proprietario: piccolo, barbuto, con un caschetto bianco di capelli da fratacchione. settant'anni ma ne dimostra trecento, come alcuni dei suoi volumi. Leggendarie le sue manie e bambinaggini: ad alcuni clienti non voleva vendere, ad altri parlava in latino, ad altri ancora metteva in mano i libri per vedere (così diceva) se si creava tra loro una "corrente di simpatia". Molti libri li conservava addirittura nascosti in scansie segrete. Spesso, per simpatia, vendeva libri rari a prezzi irrisori. Molti li spediva, dentro pacchettini di maniacale precisione, a università giapponesi e americane. E portando questi pacchi alla posta, l'andatura ciondolante, a capo scoperto anche d'inverno, parlava tra sè. Si diceva che spiegasse ai libri quale viaggio stavano per intraprendere, che li consolasse della partenza, che li avvertisse degli usi e dei costumi del paese ove avrebbero vissuto, e degli eventuali pericoli. Al momento di consegnarli in posta, carezzava i pacchetti a uno a uno, e formulava a bassa voce gli auguri di buon viaggio. Talvolta, tra gli sguardi comprensivi degli spedizionieri, si abbandonava al pianto."
Tratto da "L'ultima lacrima" - Il nuovo libraio (Stefano benni)
Nessun commento:
Posta un commento