Arriva un momento, prima o poi, nella vita, che ti rendi conto di avere oltrepassato la linea. Quella linea che divide l'età adolescenziale da quella adulta. Per molti arriva presto, troppo presto. Per altri arriva tardi, troppo tardi. Ma non è l'età a fare di una persona un adulto. Sono le esperienze, sono i dolori. Ieri ho superato quel confine. Ho visto mio padre steso a terra, come morto, con l'asfalto macchiato da gocce di sangue che gli uscivano da chissà dove. "Babbo, babbo!!! Dì qualcosa, ti prego!!"...ma lui non parlava. Sguardo fisso, assente, corpo immobile e irrigidito. Ho varcato la linea scoprendo davvero la paura. Non capivo più niente. Continuava solo a girarmi in testa una canzoncina che avevo cantato insieme alle mie cuginette fino a pochi minuti prima. Realizzavo che lui era lì, steso, come morto. E tutto quello che riuscivo a sentire era quella fottutissima canzone. E il bruciore, proprio lì, nel mio punto debole, il mio povero e usurato stomaco. Lacero ormai, dopo tanto pensare, dopo tanto patire, quell'organo è ancora capace di svolgere le sue funzioni...eppure non smette mai di dolere. E ieri sì, si è proprio fatto sentire. "Babbo, babbo!!! Mi senti?? Riesci a parlare? Dove ti fa male?!! Babbo!!!"...Si muove, solo un po'. Il sangue esce da un'escoriazione sulla faccia. Non reggo alla tensione, mi alzo da terra e lascio che siano gli altri ad occuparsene. Una cugina mi abbraccia e mi dice che se voglio posso sfogarmi. Ma non riesco a piangere. "Il giro della trottola, il salto del canguro, le ali dell'allodola, le mani contro il muro, il passo del cammello, il gambero che rema, il topo è pazzerello e l'elefante trema"...stramaledettissima canzone! Solo quella. Per il resto è il vuoto. Qualcuno mi parla, sento che hanno chiamato l'ambulanza, mi siedo e fumo una sigaretta. In quel momento non me ne rendo conto, ma sono diventata adulta in un attimo solo. E' bastato solo quel passo falso, quella perdita dei sensi, quel giramento di testa a farmi capire che io non sono più la figlia che viene raccolta se cade in bicicletta, che viene curata se ha un ginocchio sbucciato. Io sono la figlia che curerà il genitore da adesso in poi. Il gioco delle parti, lo scambio di ruoli. Eccolo, il fatidico momento. Eccolo, è proprio qui. E' salito su quell'ambulanza insieme al mio vecchio, insieme alle parole che a malapena riusciva a pronunciare. Eccolo, la piccola Vale se ne è andata così. Sopraffatta dalle responsabilità e dal senso del dovere...e da quello che si fa perchè non si può fare a meno di fare. Come si fa ad ignorare un genitore che soffre? E'' impossibile. E allora, quando me ne sono resa conto, era già troppo tardi. Me ne ero già andata.

domenica 22 luglio 2012
growing up
Arriva un momento, prima o poi, nella vita, che ti rendi conto di avere oltrepassato la linea. Quella linea che divide l'età adolescenziale da quella adulta. Per molti arriva presto, troppo presto. Per altri arriva tardi, troppo tardi. Ma non è l'età a fare di una persona un adulto. Sono le esperienze, sono i dolori. Ieri ho superato quel confine. Ho visto mio padre steso a terra, come morto, con l'asfalto macchiato da gocce di sangue che gli uscivano da chissà dove. "Babbo, babbo!!! Dì qualcosa, ti prego!!"...ma lui non parlava. Sguardo fisso, assente, corpo immobile e irrigidito. Ho varcato la linea scoprendo davvero la paura. Non capivo più niente. Continuava solo a girarmi in testa una canzoncina che avevo cantato insieme alle mie cuginette fino a pochi minuti prima. Realizzavo che lui era lì, steso, come morto. E tutto quello che riuscivo a sentire era quella fottutissima canzone. E il bruciore, proprio lì, nel mio punto debole, il mio povero e usurato stomaco. Lacero ormai, dopo tanto pensare, dopo tanto patire, quell'organo è ancora capace di svolgere le sue funzioni...eppure non smette mai di dolere. E ieri sì, si è proprio fatto sentire. "Babbo, babbo!!! Mi senti?? Riesci a parlare? Dove ti fa male?!! Babbo!!!"...Si muove, solo un po'. Il sangue esce da un'escoriazione sulla faccia. Non reggo alla tensione, mi alzo da terra e lascio che siano gli altri ad occuparsene. Una cugina mi abbraccia e mi dice che se voglio posso sfogarmi. Ma non riesco a piangere. "Il giro della trottola, il salto del canguro, le ali dell'allodola, le mani contro il muro, il passo del cammello, il gambero che rema, il topo è pazzerello e l'elefante trema"...stramaledettissima canzone! Solo quella. Per il resto è il vuoto. Qualcuno mi parla, sento che hanno chiamato l'ambulanza, mi siedo e fumo una sigaretta. In quel momento non me ne rendo conto, ma sono diventata adulta in un attimo solo. E' bastato solo quel passo falso, quella perdita dei sensi, quel giramento di testa a farmi capire che io non sono più la figlia che viene raccolta se cade in bicicletta, che viene curata se ha un ginocchio sbucciato. Io sono la figlia che curerà il genitore da adesso in poi. Il gioco delle parti, lo scambio di ruoli. Eccolo, il fatidico momento. Eccolo, è proprio qui. E' salito su quell'ambulanza insieme al mio vecchio, insieme alle parole che a malapena riusciva a pronunciare. Eccolo, la piccola Vale se ne è andata così. Sopraffatta dalle responsabilità e dal senso del dovere...e da quello che si fa perchè non si può fare a meno di fare. Come si fa ad ignorare un genitore che soffre? E'' impossibile. E allora, quando me ne sono resa conto, era già troppo tardi. Me ne ero già andata.
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Cara,
RispondiEliminami dispiace, spero sempre che le persone che mi sono care non vivano quel momento. A volte mi chiedo se sia sufficiente essere lontani, mille miglia reali o mille miglia mentali. Guardo Nicola e mi domando se vivrà mai quell'attimo quando la vita lo metterà alla prova o se oramai è così lontano da tutti e da tutto che nemmeno le grida di sua madre possono più raggiungerlo. Benvenuta nel club dei genitori dei propri genitori.
Un bacio.
P.s. se hai voglia di un libro intenso, appassionato, incestuoso e commuovente ti consiglio "Che tu sia per me il coltello" di David Grossman, se lo conosci già ne ho pronto un altro.
erika..grazie. io so quello che hai passato e che stai passando tu...non è neanche paragonabile al piccolo episodio di mio padre. ma non è tanto quello, è il fatto che ci si rende conto di quello che potrà essere da adesso in poi. basta poco...e si è cresciuti in un attimo. non so se mai capiterà a nicola e come la prenderà. so che, bene o male, in un modo o nell'altro, prima o poi capita a tutti...bisogna solo farsene una ragione e andare avanti.
RispondiEliminaper quanto riguarda il libro, lo prendo in considerazione molto volentieri. tra l'altro il titolo non mi è nuovo. forse me lo avevi già consigliato. grazie infinite, cognata. ti abbraccio
ti lascio un pensiero piccolo. Le cose accadono quando siamo pronti ad affrontarle.
RispondiEliminaProbabilmente era tempo, per te, di diventare adulta.
Ma non ti stupire: quando ti sentirai ben assestata in una girandola di doveri,verrà anche il tempo di ritrovare le risate da bambina e la gioia. Scoprendo che anche da adulti si può essere felici e bambini dentro, senza abdicare alle responsabilità.
Un abbraccio forte