domenica 22 maggio 2011

A PARLARE SONO CAPACI TUTTI




Fate presto a parlare voi, a riempiervi la bocca con le parole che avete solo letto dai libri. Eh si, si fa presto, vero? A cercare spiegazioni in ogni angolo di una vita, a dare la colpa al rapporto con la madre, col padre, ai genitori separati. Avete la chiave, vero? Ma non avete una minima idea di quello che si provi, dell'inquietudine che aleggia perenne dentro alle nostre anime! No, non ce l'avete, non l'avete mai provata. E allora cosa parlate a fare?! Si fa presto, vero, a dire che tutto si risolverà, che piano piano verremo a capo di questo male e lo sconfiggeremo, a darci consigli, a tagliarci fuori, a darci gli strumenti giusti per farcela da soli! Ma voi lo sapete cosa voglia dire essere veramente soli?! Non è la solutidine che provate voi quando una sera rimanete a casa senza fare nulla, quando i vostri amici vi hanno dato buca o quando il ragazzo vi ha lasciato! No, mi dispiace, non è paragonabile. La nostra solitudine è ben diversa, una solitudine costante, in mezzo a tanta gente, o a poca gente. Non importa, la solitudine che proviamo noi ha un'altra sostanza, un'altra valenza. E' la solitudine di chi non è compreso, di chi si sente dire che non è normale e di chi sa di non essere normale. Abbiamo accettato il fatto di non essere "in regola", lo abbiamo preso anche come un dono, a volte. Ma è pesante. Talmente pesante che a volte ci guardiamo allo specchio e non sappiamo neanche riconoscerci. Lo sapete voi? O lo sapete solo perchè lo avete studiato o sentito da qualche parte? Dove si finisce quando il nodo che ti schiaccia la gola ti soffoca e non stai bene nè dentro nè fuori, nè sdraiato nè in piedi!? Almeno abbiate il coraggio di dirci la vertià...ditecelo una buona volta per tutte che non si guarisce, che magari il male si attenua ma non passerà mai! Ditecelo, cazzo! Non rimanete lì a darci l'illusione che per qualche euro all'ora tutto si sistemerà...perchè lo sapete benissimo che non è vero! E fanno presto anche gli altri, si gli altri, quelli che ti guardano da fuori e sono capaci di giudicarti perchè non ti va mai bene niente...sappiatelo, non augurerei a nessun nemico di stare come sto e come ho visto molta gente stare. Si fa presto a parlare, a dire che bisogna prendere la vita così come viene, che ci sono cose magnifiche che ci circondano, che siamo fortunati perchè abbiamo due gambe, due braccia, vediamo, sentiamo e parliamo! Lo so anche da sola, lo so bene e non pensiate che non mi senta già abbastanza in colpa per questo. Ma si fa presto, dio se si fa presto, e non immaginare neanche lontanamente cosa voglia dire arrivare a credere che l'unica soluzione possibile alla fine di tutto sia la morte. Ma resistiamo, tranquilli, perchè oltretutto siamo anche troppo codardi per passarci una corda al collo e farla finita. E vi sembriamo positivi, vero? Non si direbbe neanche che dentro abbiamo tutto questo grovigilio di schifiezze che ci fa sentire putridi fino al midollo! Ma cosa ne sepete?! Per che cazzo parlate?! Avete mai sentito le gambe che vi tremano anche solo se dovete fare due passi? Avete mai passato una notte insonne perchè non riuscite a smettere di fare lavorare la vostra testa!? Oh si, capita...certo, capita a tutti, una volta, magari, due volte, poi per voi è finita lì e l'episodio si ripeterà fra chissà quanto tempo. Per noi no, per noi è sempre all'erta, sappiatelo. E allora me ne frego di come ci vedete, me ne frego di giudizi spalmati come crema di nocciole su un panino. Me ne frego di voi, del resto del mondo, di chi pensa di avere capito tutto e invece non ha capito niente. Mi dispiace, ma non serve, non servono coccole sulla testa o parole di conforto. Non cambiano la nostra situazione, non cambierà mai niente. A volte andrà meglio e a volte andrà peggio. Lo abbiamo accettato e ce ne siamo fatti una ragione. Accettatelo anche voi e per una buona volta state zitti!


sabato 14 maggio 2011

PER COME LA VEDO IO...






Il mio cuore ha smesso di battere. Così, all'improvviso, senza dare segni di preavviso. Stecchito, senza dirmi niente. E' successo questa notte. Sono andata a dormire che ero viva e mi sono svegliata che ero morta. Come sia, come non sia...chi lo sa. E' successo e basta. Che poi uno certe cose, almeno almeno, dovrebbe saperle. Mica per niente, ma neanche il tempo di salutare, di ringraziare...niente. Ha smesso solo di funzionare e tanti saluti. ma che, si fa così?! Che poi, mi dico, per fortuna, forse. Neanche me ne sono accorta che la morte mi stava venendo a prendere. Nel sonno, mentre dormi, quella signora col cappuccio nero e la falce in mano ti sembra solo la protagonista di un sogno. E chi se ne è reso conto?! Io no di certo. Mi sono solo ritrovata inerme mentre la sveglia suonava e non riuscivo a muovermi, non riuscivo ad aprire gli occhi. Forse anche la sveglia faceva parte del sogno, chissà, chi può dirlo. Io adesso non so neanche più niente, per dire. Che uno va a letto con delle certezze, magari, la sera, con dei programmi per il giorno dopo, con delle cose da fare, poi, invece, si sveglia e non è più vivo. Ma...che cosa strana questa. E' che non ci si pensa mica mai. Io prima di oggi non ci avevo mica mai pensato. Poi non so voi. Che poi c'è anche da dire un'altra cosa. Io tutta quella bella luce bianca in fondo al tunnel di cui parlano tutti mica l'ho vista. Non ho visto niente. Mi sono solo ritrovata morta. Sto qua...in questa specie di buio che non è nè piacevole nè sgradevole. E' normale, via. Paura non ne ho. Ho solo del tempo da quello che  mi è parso di capire. Solo tempo. Sto qui, aspetto che qualcuno mi venga a dare istruzioni. Cosa ne so io come funziona questa cosa della morte? Qualcuno verrà prima o poi, a dirmi se devo uscire da questo buio, a dirmi se devo ritornare, in qualche modo, sotto altra forma, magari, a vivere. Oppure solo a farmi sapere che è tutto qui. Che la morte è questa, poi. Che io da adesso e per sempre sarò intrappolata qua dentro, in questa oscurità. Cosa ne so io della morte?! Cosa ne sapete voi? Devo prendere forse un biglietto? Tipo quelli che ci sono nei supermercati, il numero per entrare/uscire da qui? Ma va bene anche così, insomma. Non sento niente, tanto. Ho solo smesso di respirare. Non vedo niente di quello che sta succedendo nella vita in cui ero prima. Non so se hanno già trovato il mio corpo esanime, non so se hanno chiamato un medico legale. Non so neanche se chi mi ha amato mi sta piangendo oppure sta tirando un bel sospiro di sollievo. Non so niente. Ma va bene. Aspetto. Qualcosa succederà. E se anche non dovesse succedere niente, in fin dei conti, poco importa. Sto qui. Male non sto. C'è silenzio, c'è pace. Chi se ne frega?! E' solo un altro livello raggiunto, forse l'ultimo. Il nulla, forse, ha più valenza di ogni cosa.