Echeggia il suono dei passi tra il silenzio ovattato della nebbia, la nebbia che nasconde le case lontane. Il fumo dei camini mi entra nelle narici e mi fa pizzicare il naso, con forza, quasi a farmi starnutire. Sola, senza musica nelle orecchie, sola, con i rumori lievi della campagna. Uno stormo di uccelli, di colpo, parte a gran voce da un cespuglio celato dalla foschia. Mi fermo a guardare quegli uccelli, come se quel manto denso che li protegge fosse il loro luogo sicuro. E capisco che è anche il mio luogo sicuro. Il luogo sicuro dei ricordi e della serena nostalgia. Mentre cammino, tornano alla mente le domeniche mattina di quando ero piccola, il rumore del tornio dell'officina di mio babbo, io e la mia berrettina rosa lo raggiungevamo per giocare con pentolini di acciaio sulla stufa accesa da poco e per coccolare gli ultimi gatti arrivati. C'è odore di casa in quell'aria che respiro a pieni polmoni, odore di casa mia, della mia prima casa, con le foglie dei ciliegi morte, cumuli arancioni e gialli di resa infreddolita alla base di un tronco che tra qualche mese darà comunque ancora vita. C'è odore di quello che sono stata in questa domenica mattina d'autunno dove il fiato si condensa ad ogni mio passo e le guance mi pungo per il freddo. C'è mia madre che grida alla finestra che il pranzo è pronto e c'è il profumo delle sue tagliatelle al ragu che si sente fin dalle scale. Ci sono rumori di pentole che bollono nelle case contadine, dove sembra che tutto dorma ancora anche se è mattino inoltrato, c'è un cane che abbaia e mi viene incontro fermandosi al cancello ma non si vede il padrone. Come una strada fantasma quella che sto percorrendo, mi inghiotte nel suo passaggio, fatto di cose piccole nascoste e misteriose. Mi risucchia e mi mangia, masticandomi per bene, rigettandomi appena la nitidezza della città si avvicina. Ci sono io, quella di sempre, quella che non è mai come gli altri vorrebbero, ma quella che ama quello che è. Ci sono io, come sono stata e come sono. Io, che cammino tra pensieri gelati in ragnatele che piangono rugiada.
molto bello
RispondiEliminaMi piace sempre tanto leggerti, anche se commento molto, molto di rado e quando lo faccio mi seno un po' importuna, quasi entrassi senza bussare...
RispondiEliminaBerty
ciao dawidh: grazie, sei gentile :)
RispondiEliminaberty: ma che scherzi?! perchè mai dovresti sentirti importuna? questa è casa di tutti, si può entrare senza bussare che non se ne risente proprio nessuno! :) mi fa molto piacere quello che dici, e ti ringrazio infinitamente. accomodati quando vuoi, sei la benvenuta.