lunedì 27 febbraio 2017

CIO' CHE NON C'E'....SI INVENTA

Qualche giorno fa, parlando con un mio conoscente, si era entrati nel discorso dei tempi in cui "Se qualcosa si rompeva, si sistemava. Se qualcosa non c'era, si inventava. Se qualcosa c'era, ma costava troppo, si costruiva". Sull'onda di questo discorso, così, mi sono tornate in mente tutte quelle cose che faceva mio padre quando io ero piccola. Volevo la casa per le Barbie. Cioè...io avrei voluto la casa originale, veramente...tipo quella con l'ascensore...ma ricordo benissimo e con una gran nostalgia quella che assemblò Rino. Prese un vecchio mobiletto con le rotelle, mia mamma disegnò un orologio e delle piante da attaccare alle pareti, levigarono gli sportelli con la carta vetrata, tinteggiarono le ante, piantarono un paio di chiodi per rimettere insieme i pezzi. Alla fine io non avevo la casa di Barbie...ma avevo un condominio con le ruote. E dentro c'era un letto a castello, spazioso, di legno grezzo ma rifinito benissimo, un pezzo di spugna per il materasso. Io non credo che le mie amiche abbiano mai avuto un letto a castello così!
Un giorno mi costruì una culla per le bambole. Era talmente fatta bene e grande che ci stava anche mia sorella di un anno dentro! No! Non le hanno avute tutti delle cose così.
Bastavano una scatola da scarpe e un pezzo di compensato per fare un appartamento soppalcato con scaletta in legno per giocare con gli ippopotami e le tartarughe degli ovini kinder. Da un uovo di pasqua avevo rimediato un divanetto e un caminetto che aveva una lucina che si accendeva per emulare il fuoco. Ed ecco un loft di tutto rispetto e anche di un certo qual stile!
Se non c'era si inventava. Se c'era ma costava troppo, si costruiva. Se si rompeva, si riparava.
La lavatrice di legno che funzionava davvero, la ruota della fortuna...e la mia casina! Il mio angolo al riparo dal mondo. Una casa vera, con un tavolino, la finestra, le tende, due scalini...e la porta con il lucchetto.
Se non c'era, si costruiva. Io ho avuto fortuna. Ho avuto una madre fantasiosa e un padre artigiano. Non aveva fatto scuole alte, anzi, aveva appena la terza elementare, eppure prendeva le misure con precisione millimetrica e trasformava il legno in ogni cosa.
Ho pensato che ogni bambino dovrebbe crescere come siamo cresciuti io e questa persona. Ho pensato che dovrebbe essere un diritto costituzionale quello di avere un padre e una madre (ma anche solo un padre, o anche solo una madre, o due madri, o due padri) che costruiscano quello che non c'è o non si può. Ho pensato che si dovrebbe fare insieme, che si dovrebbe riparare tutto quello che si rompe, che con il materiale a disposizione si possa fare ciò che si vuole.
Ho pensato che l'arte nasce dalla necessità. Ho pensato che non siamo più poetici. Che non sappiamo più incollare niente. Ho pensato che dovremmo imparare a fare la stessa cosa con la vita. A costruire quello che non c'è, quello che manca, quello di cui abbiamo bisogno. Che se rompiamo qualcosa dobbiamo incollarlo e ripararlo al meglio. Che servono colla, chiodi, legno, ferro, baci, carezze, parole.