domenica 10 aprile 2016

IN TUTTA ONESTA' E FRANCHEZZA

Ma noi, dico io e te, a parere tuo, ci siamo detti tutto quello che avremmo voluto e dovuto dirci? oppure non lo abbiamo mai fatto? No perché, per dire, se tu adesso fossi qui, pensavo, mi piacerebbe fare un gioco con te. Tipo che a turno, uno alla volta, prima io e poi tu, ma puoi anche cominciare tu, se preferisci, ci diciamo queste cose, no? Così, un gioco stupido. Che dopo possiamo anche ridere o piangere, urlare, arrabbiarci, far valere le nostre ragioni, nel caso ne avessimo. E se proprio dobbiamo fare qualcosa, potremmo ammazzarci di baci e morsi o prenderci a schiaffi, se proprio non ne possiamo fare a meno. Che se sto seduta sopra di te, faccia a faccia, occhi negli occhi, io non posso sentirmi dare della stronza così, senza un motivo vero, almeno in quel momento. Perché ti sto solo guardando gli occhi e tu stai guardando i miei e so di non aver fatto niente in quel preciso istante. Eppure mi dici "stronza". Certo, lo so che lo sono. Per dio se lo so! Ma adesso no. Adesso ti sto solo offrendo il collo e mordicchiando un orecchio. Sono stronza per questo? Stronza perché ti guardo fisso e non ho paura? Stronza perché mi sono messa il profumo che so che ti piace? Stronza perché tutte le volte vado via dicendo che non tornerò  invece torno sempre? Stronza perché torno e non dovrei tornare? Tornare dove? Tornare da dove? Stronza perché ti voglio così tanto che cado in trappole che neanche tendi...anzi, non hai proprio bisogno di tendere nessuna trappola, sei tu l'esca stessa. Stronza per chi? Per te? O per me? Stronza perché ogni volta mi racconto la favola della storia che cambia? Perché ogni volta voglio illudermi che sia diverso? Stronza perché ho ancora qualcosa che mi tiene legata a te? Oppure perché non lo so cosa mi tenga legata a te? Stronza perché impazzisco? Stronza perché mi manchi? Diciamoci le cose che non ci siamo detti. Diciamoci perché siamo stronzi, perché non vogliamo e cosa vogliamo. Diciamoci cosa siamo. Diciamoci cosa vogliamo essere, una buona volta. Una volta che sia quella buona, quella vera, senza occlusioni, senza omissioni, in sincerità e franchezza. Buttiamo sul tavolo le carte, togliamoci ste cazzo di maschere, una buona volta. La volta buona. Una volta che valga per tutti i silenzi e per tutte quelle volte che abbiamo messo una faccina sorridente ad un messaggio quando magari non ridevamo affatto. Diciamoci le volte che  ci siamo pensati e non ce lo siamo detti, diciamoci le volte che camminando, in posti anche lontani, ci siamo visti ma non eravamo noi, e tutte le volte che abbiamo avuto voglia di chiamarci ma non lo abbiamo fatto. Raccontiamoci le paure, raccontiamoci cosa ci spaventa. Alziamo la voce, se proprio ne abbiamo bisogno, facciamoci del male se può servire ad andare via, una volta per tutte. Una bona volta. La volta buona. Ma smettiamo di tacere, e di fingere che sia tutto a posto. Non lo è. Forse per te, magari. Per me no. Non è tutto a posto. Voglio le parole. Voglio la verità. Voglio sapere perché non mi vuoi. E se puoi, perché io invece  sì.