Non ho buoni propositi per l'anno a venire. Non ne faccio da secoli, ormai. Ma so cosa voglio tenere e cosa voglio lasciare dell'anno appena trascorso.
Lascio le lacrime, intanto. Lascio un amore che non ha portato da nessuna parte. Lascio lui, che mi ha insegnato, senza saperlo, cosa voglio e cosa non voglio. Non voglio qualcuno come lui. Voglio altro, voglio il meglio, voglio ciò che mi merito. Tengo i baci, però, quelli che ci siamo dati nelle notti di fine estate. Li tengo perché sono stati baci belli e non portarli nel nuovo anno mi dispiacerebbe anche un po'.
Lascio le fotografie che non ho scattato. Ma tengo i posti che ho visto, le strade inghiaiate della Toscana e della Puglia. Tengo i chilometri di sana solitudine, quella di cui, per indole, necessito.
Tengo la fiducia in me stessa. Tengo la consapevolezza che, solo pochi anni fa, non riuscivo neanche a scendere di casa per gettare la spazzatura... mentre oggi mi sembra tutto semplice...dal farmi due mila km da sola e vivere per me soltanto. Lascio, quindi, la paura di non farcela.
Tengo i giorni tristi affinché rendano più felici i giorni felici.
Lascio il rancore, la rabbia, la disillusione.
Tengo la serenità.
Tengo gli amici nuovi, le colazioni della domenica. Tengo gli amici vecchi, che vorrei che mi accompagnassero fino alla fine dei miei giorni. Tengo le persone incontrate nei miei viaggi, i sorrisi, le parole che abbiamo scambiato.
Lascio lo stress di un lavoro che non è più il mio lavoro ma che per ora devo tenere, finché concesso, in quanto devo campare.
Tengo la mia voglia di andare. Quella che mi spinge a guardare avanti sperando di trovare una soluzione a quello che voglio fare.
Lascio mio nonno. Il suo corpo freddo e rigido in una bara. Ma tengo i suoi racconti, la sua vita, le sue esperienze, le storie, le raccomandazioni, le discussioni. Tengo ogni ricordo e ogni insegnamento che mi hanno fatta crescere.
Tengo i consigli. Pensate che non li ascolti, lo so...ma invece li ascolto e li conservo. Il fatto che poi non li utilizzi è un'altra storia. Ma ne faccio tesoro. Li chiudo in una scatola, ma sono lì, pronti per ogni evenienza.
Tengo i concerti, la musica, le canzoni cantate a squarciagola sotto ai palchi, i salti, le spinte, le urla. Tengo le foto che ho fatto a quei concerti, ma lascio un loro album nel 2015 al legittimo proprietario...che il proprietario di una foto non è chi la scatta, ma il soggetto.
Tengo un bel po' di cose, adesso che ci penso. Ne lascio molto poche. Forse non è stato un anno così brutto come pensavo.
Ah sì...tengo te...nel dubbio. Perché mi piaci. Mi piaci parecchio.
Ma, soprattutto, tengo me. Tengo quello che ho capito di me in questi dodici mesi. Anche se di me, mi sa, che non capirò mai proprio tutto tutto. Ma mi tengo. Mi tengo ben stretta. Come tengo stretta la poesia, come il cinema, il teatro, come la radio, come ogni cosa che amo. Mi tengo abbracciata forte, curandomi di me prima di curarmi di chiunque altro. Perché sì, tengo anche la mia sindrome malata da crocerossina, come tengo la presunzione di poter essere utile alla vita degli altri, in un modo o nell'altro.
Tengo chi vuole rimanere.
Lascio chi se ne vuole andare.