
sabato 14 novembre 2015
PENSIERI DISCONNESSI IN UNA NOTTE DI NEBBIA
Mi capita, ogni tanto, quando sto per addormentarmi, di pensare a cose strane. Tipo...Adesso mi addormento. Poi mi sveglio. E sono sdraiata con la testa sulle ginocchia della nonna. E' piena estate. Sono le tre del pomeriggio. E' caldo, è umido. Cantano le cicale. Sono sul dondolo, quello di legno che ha fatto il babbo. Ci fanno ombra gli ulivi. La nonna parla in dialetto, mi racconta storie e io sfioro con le mani la gramigna che cresce, cresce. Il nonno suona la fisarmonica. Ho sei anni. E quando mi sveglio, penso, "menomale...era solo un sogno!". Ho sei anni, è il 1988, non so cosa voglia dire la vita, ma so che ho paura della morte. La mia...perché, nel caso dovessi morire, non saprei proprio come fare senza mia mamma e mio babbo. Dei miei genitori...perché, nel caso dovessero morire, non saprei proprio come fare senza mia mamma e mio babbo. Dei miei nonni...perché sì, perché i nonni servono sempre. Ho sei anni. E ho ancora tutta una vita da vivere, da progettare, da fare. Un futuro in cui sperare. Con tutti i pro e i contro. Ma ho sei anni...non ho proprio idea di come sarò da grande, cosa farò, cosa voglio fare. Gioco con i gatti, bacio i cani, corro per i campi e salgo sugli alberi con l'agilità di uno scoiattolo. Ho sei anni. E non mi preoccupa nulla. Vorrei davvero che la vita vissuta fino ad ora fosse stato solo un sogno. Svegliarmi e avere tutte le opportunità ancora a portata di mano, avere scelte da fare, possibilità. Invece no. Mi sveglio e sono ancora io. Sono già qui. Con i miei 33 anni quasi 34. Con gli sbagli, gli errori, una paura del futuro che mi fa piangere. Paura di non sapere dove andare. Sapere che devo andare...ma senza sapere verso dove. Mi sveglio e temo che non ci sia via d'uscita. Incastrata in un sistema che mi toglie il fiato, mi fa innervosire, mi fa venir voglia di tornare indietro davvero. Quando avevo sei anni, ma anche quando ne avevo quattordici o venti, me lo dicevano i grandi...più cresci più crescono i problemi. Io non credo di avere particolari problemi...insomma...a parte quelli psichici, ovviamente. Posso ritenermi fortunata. Non dovrei fiatare. Ma non ce la faccio a stare zitta. E' sempre stato così. Posso davvero risvegliarmi nel 1988? Posso davvero guardare avanti e avere una gran voglia di crescere? Posso essere curiosa? Posso avere voglia di vivere ogni giorno con vivacità, speranza? Posso? O devo continuare così? In questo mondo che non mi appartiene più da un po', adesso che ho visto che non è il mondo che volevo e in cui credevo 27 anni fa. Adesso che so com'è quello che in passato sarebbe stato il mio futuro, il mio futuro che adesso è presente ed è un presente di cui non riesco a fare parte, in cui non mi sento io, in cui proprio non sono io. Io...che mi perdo dietro a sogni sempre più grandi, sempre più irraggiungibili, sempre più estremi. Al sogno di scappare, di sparire, di fare quello che voglio, di trovare un posto mio, il mio angolo di universo. Quello in cui posso essere davvero me stessa, senza dover rendere conto a nessuno. Io. Che ancora oggi mi guardo allo specchio, inizio a contare le rughe agli angoli della bocca, le occhiaie sempre più marcate, e penso a come sarò da grande...ma non ho più voglia di saperlo.
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