lunedì 24 dicembre 2012

PRESTO O TARDI...MA CAPITA





Capita a tutti, prima o poi. Alcuni se ne accorgono, altri non ci fanno caso, si limitano solo a dire "Non sento più il Natale". Sono anni che i Natali non sono più quelli di una volta. Se ne sono andati piano, un po' alla volta, peggiorando ogni anno. A prescindere dal valore che si da a questa festa. Io, per esempio, da piccola l'ho sempre visto come un momento in cui aspettarsi un regalo, poi, crescendo, di certo non l'ho mai considerato come una festa religiosa...ma un giorno diverso dagli altri, un giorno dove poter stare insieme alla mia famiglia, a ridere, litigare, guardare film trash, mangiare i cappelletti e la mostarda. Natale, alla fine, era questo. Un giorno...un giorno solo dove si sentiva un odore diverso dal solito. I vetri appannati in cucina, il profumo del brodo, le madonne che tirava mia nonna e la tavola apparecchiata...Di tutto questo non è rimasto più niente. Solo un presepe...immortale. Me lo ricordo da quando sono nata, e certe voci dicono che sia ancor più vecchio di me...e forse di mia mamma stessa. Compare in alcune foto di famiglia, di tanto in tanto. La cosa strana è che ha ancora voglia di suonare il suo carillon quando si gira l'abete sopra al tetto della capanna. Oltre a lui, più niente. E tutto è andato svanendo, piano piano, come se non me ne dovessi rendere conto, come se l'impatto, alla fine, potesse essere meno forte, meno traumatico. E invece no...purtroppo io ho i ricordi. Tavolate di cugine, zio, babbo...che poi sono andati scomparendo lasciando posti vuoti e poi rimpiazzati. Poi se ne è andata lei, la colonna portante, la sua linguaccia, i suoi occhiali e la maglia di pile. La nonna. Quella che teneva in piedi tutto. Crollata lei, tutto è andato a puttane. Cambiata location, cambiato cibo, posti che non si riempiranno più...E adesso neanche quelli. Tutto dimezzato, tutto andato. Domani sarà un giorno come un altro, davanti allo stesso camino di sempre, la tavola apparecchiata per quattro, un extra sulle portate, la mostarda non mancherà. Mia mamma piazzerà il cd di Bublè in sala a fare da colonna sonora a questo natale che forse neanche lei vorrebbe fosse così. Io penserò a mio padre che starà pranzando solo, al suo cane che non sta bene, alle cose che sarebbe stato bello dire e non si sono dette. Penserò a come sarebbe oggi se tutto fosse rimasto come trent'anni fa, se le cose non fossero cambiate. Penserò che rivoglio il Natale, la sua atmosfera. Penserò che l'unico modo per averlo sarà iniziare a farne uno mio...penserò ai Natali che verranno e magari saranno migliori, o non si festeggeranno neanche più. Penserò e basta. Tornerò a casa, berrò un bel bicchiere di acqua calda con limone e bicarbonato (che non sarà mai buono come quello che mi preparava la nonna) e mi metterò a fare qualcosa...dormire, forse. Leggere...mah. Guardare un film trash con la sorella. Natale...ogni anno sempre peggio, ogni anno rimane il giorno di riflessione per eccellenza. Il cambiamento della mia vita, il crescere, l'andare avanti. il segno del tempo che scorre e ci invecchia, ci muta, ci lascia ogni volta con un senso di angoscia e tristezza. 
E a te...a te che guarderai tutto da dove sei, dovunque tu sia, dedico questa...perché quando l'ascolto ti penso. Perché già non erano più i Natali di una volta..ma da quando non ci sei, non è più Natale.