Cimitero monumentale di Forlì - "Il tangibile riposo dell'anima" - foto Leanne
Signori e signore, si muore. Io ve lo dico, ve lo voglio ricordare. E non voglio ricordarvelo perché sono una bastarda (cioè, anche un po' per quello), ma ve lo ricordo perché a me lo ricordano e allora da sola, con questa consapevolezza, io non ce la faccio a vivere. E stanotte ci ha lasciati anche lo zio Dino. Io con lo zio Dino non è che abbia mai avuto un gran rapporto, non ho ricordi, giuro, se me lo chiedete io delle zio Dino non ricordo niente, quando stava bene. Ma me lo ricordo dopo, quando è stato male. L'ho visto poche volte, ma tutte le volte che l'ho visto mi si stringeva un nodo alla gola e mi veniva da piangere. Stava lì, nel suo lettino con le sponde di ferro. Non parlava, ma ti guardava, con due occhi fissi e lucidi che ti spaccavano il cuore a metà. E poi gli prendevo la mano e lui me la stringeva, lo salutavo e lui, lo so, capiva chi ero. Forse, una volta, ha anche accennato un sorriso. Erano quasi due anni che stava così e quello che dicono tutti è "ha smesso di soffrire". Quante volte si dice, quando qualcuno muore, che ha smesso di soffrire, come a dare un motivo alla morte, come a vederla la soluzione ad ogni male. Io non lo so se lui, veramente, avesse più voglia di morire che di vivere. Voi lo potete dire? Perché quando guardavo quegli occhi azzurri e quel corpo magro, tutto pelle e ossa, io la vita ce la vedevo. Per quanto potesse essere faticosa, per quanto difficile potesse essere per lui non potersi muovere, non poter parlare, chi ce lo dice che lui avesse davvero voglia di morire? Io non lo so, voi neppure e forse neanche chi gli è stato vicino, chi lo ha accudito può dirlo con certezza. Forse si, forse no. Forse sta meglio per davvero.
Signori e signore, io ve lo dico, prima o poi tutti si muore.
E rimango qui, adesso, sapendolo una volta in più, con la sensazione di quella mano che stringe la mia mano e mi fa capire che è un saluto. Rimango qui, con una lacrima che punge l'occhio e un altro pezzo di vuoto.