UN PESCE IN UN ACQUARIO
E’ ancora buio. Cavolo, o non è ancora giorno, o ho davvero una fame che non ci vedo! Quanto tarderà ancora a svegliarsi? Mio dio, il mio stomaco inizia a fare dei rumori strani! Perché devo dipendere da lei?! Finalmente, ha acceso la luce e sta venendo verso di me. Ciondola un po’ ed è bruttissima appena alzata. Ma devo fare il bravo e sorridere comunque; magari sguazzo un po’ più forte, altrimenti finisce che si scorda e rimango a pancia vuota anche oggi. Mi guarda e dice qualcosa. O meglio, muove le labbra ma non sento niente. E’ risaputo che gli uomini sono muti. Che strano mondo! Come faranno a comunicare tra loro? “Muto come un uomo”. Questa è una delle prime cose che mi ha insegnato la mia mamma quando eravamo ancora insieme nel grande acquario.
Mangio, per non so quale bontà divina, e quei granellini squisiti mi solleticano il palato. Che delizia! Era ora! Rimango solo ancora. Lei è in bagno, presumo, a rendere un tantino accettabile il suo aspetto. Oggi penso che impiegherà più del solito…aveva due occhiaie da far paura. Nel frattempo mi faccio un paio di bracciate, va… e magari anche qualche carpiato, stando attento a non schizzare, che qua si incazzano per niente!
Torna vestita bene, truccata bene, pettinata bene. A dirla tutta, fa la sua bella figura. Mette il cappotto e si avvicina a me. Bo, forse mi saluta. La casa è tutta mia adesso, fino a sera non tornerà e potrò fare tutto quello che voglio.
Certo, il mio spazio è un po’ limitato. A parte una piantina, che tra l’altro è finta, e un colonnato, non ho molto intorno. Ma vedo quello che c’è fuori da questa boccia. Vedo un mondo che non mi appartiene al di la del vetro, ma che vorrei così tanto esplorare! Mi piacerebbe capire cosa fanno gli uomini. Dove va lei quando chiude la porta e mi lascia solo? Questo la mamma non ha fatto in tempo a spiegarmelo, perché ci hanno separati presto.
Ma qualcuno, prima che lei mi portasse a casa, mi ha raccontato che esiste un posto chiamato mare, dove le piante sono vere come vere sono le rovine che in fondo ad esso si trovano. Mi hanno detto che è come una boccia, solo infinita e non tonda. Qualcuno di noi ha provato ad andarci, ma non è mai tornato. Dicono, si dice. Forse sono solo leggende. Il mio mondo è questo, ahimè, e ormai non posso farci niente. Mi annoio un po’, certo, ma so che tra poco lei tornerà, e vederla muoversi in casa mi tiene compagnia.
Arriva, si avvicina di nuovo, appoggia le labbra al mio vetro. Se non fossi già rosso, lo diventerei! Quando è sera diventa ancora più bella. Va in cucina e sparisce per un po’. Mi batte il cuore…ma ce l’ho io un cuore?
Torna con qualcosa in mano, si siede sul divano e guarda qualcosa di fianco al mio acquario…strane immagini che non distinguo bene per colpa della mia posizione. E io giro, nuoto, nuoto e giro in questo cerchio che è sempre lo stesso, tra questi sassi che, tra l’altro, mi danno anche un po’ fastidio! E lei ha una vita fuori da quella porta che io non so, che non conosco. Spegne la luce e va a dormire.
Menomale che domani è un altro giorno!